Vignettopoli
SE IERI TI AMAVO. OGGI TI ADORO!
La fine di una vita suscita, sempre, inesorabilmente, un sentimento di “buonismo” in ciascuno di noi. Post mortem, ogni essere umano, nessuno escluso, tende ad essere “elevato agli altari della gloria”: ci si dimentica di ciò che di sbagliato ha commesso in vita per lasciare spazio a ciò che di positivo abbia compiuto.
Tutto questo è accaduto anche dopo la morte di Luciano Pavarotti, lo scorso 6 settembre. Big Luciano, un grande tenore, il Maestro, conosciuto a livello mondiale per le sue doti canore, è oggi ricordato, non tanto per gli indubbi successi artistici, ma, soprattutto per il suo assiduo impegno nel sociale.
Chi non ha letto del Pavarotti & Friends? Chi non ha letto dell’impegno di Lucianone al fianco di Lady Diana, sua cara amica, nella raccolta di fondi per la messa al bando delle mine anti uomo? Chi non lo ricorda in Vaticano durante uno dei suoi tanti concerti a scopo benefico? Tutto ineccepibile. Nulla è mai stato ricordato che possa intaccare la memoria di Luciano Pavarotti. Nessun tipo di media ha mai ricordato (nonostante il poco tempo trascorso dall’epoca in cui si sono svolti i fatti ”“ tra il 2000 e il 2004-) per esempio, il “Pavarotti evasore”.
Nessuno lo ha mai criticato per il divorzio dalla prima moglie, Adua. Nessuno ha mai messo in dubbio la sua “solida” integrità morale, che, inesorabilmente, dopo il 6 settembre scorso, si è consolidata al punto da lasciare ai vivi l’onere di difendersi. Pavarotti era titolare di un patrimonio che si aggira, presumibilmente, intorno ai 200 milioni di euro (!) Nel 2000 fu coinvolto in un grave scandalo per evasione, reo di avere preso residenza in un paradiso fiscale per evitare le nostre pesanti imposte. Fu condannato a risarcire allo Stato italiano la somma di 40 miliardi delle vecchie lire. Patteggiಠe ne pagಠsolo 24 miliardi in rate da 500 milioni. Anzi, l’allora Ministro delle Finanze, Ottaviano Del Turco (lo Stato italiano anche a quel tempo era in grave deficit!) si vantava di avere avviato un dialogo con il Tenore e affermava: ” Pavarotti ha sanato la sua posizione e ciò evidenzia anche la duttilità della nostra amministrazione fiscale”. Indipendentemente dalle polemiche che potrebbe suscitare una tale affermazione, Pavarotti risolto il contenzioso tributario, continuava ad essere indagato in un procedimento penale. Il 19 ottobre 2001 il Giudice di Modena, Carla Conterio, lo assolse perchè il reato da lui commesso non era previsto più come tale dalla Legge italiana. Nel 2004 la Seconda Sezione della Corte di Appello di Bologna sentenziಠquanto segue: ” non si deve procedere nei confronti di Luciano Pavarotti perché i reati contestati sono comunque estinti per prescrizione, ma la condotta di Pavarotti , che ha trasferito la sua residenza anagrafica in un paradiso fiscale e che conta i giorni di permanenza negli Stati Uniti per non rischiare di dover ivi pagare le imposte sui redditi mondiali, non pare compatibile con la descrizione dell’artista distante e scevro da interessi materiali. La sua condotta e le sue scelte non paiono affatto affidate al caso, anzi, sembrano, almeno in parte, sorrette da strategie mirate e non proprio nobili”.
Cari Lettori, anche questo era Luciano Pavarotti e lui stesso lo ha ammesso. La nostra non vuole essere una mancanza di rispetto nei confronti di una personalità venuta a mancare da poco tempo, dopo, peraltro, una lunga agonia, ma riflette solo la volontà di mettere in evidenza come, anche Lucianone, sia stato un essere umano, che ha commesso degli errori e che, forse perché “Luciano Pavarotti” se l’è cavata tanto bene da avercelo fatto dimenticare. Big Luciano era ben visto e voluto negli ambienti vaticani. Quanti concerti ha organizzato in quella sede! Eppure, era un uomo divorziato e sposato in seconde nozze. Nonostante questo, tralasciando l’artista che si esibiva insieme a tanti altri, nelle sale Vaticane, la Chiesa gli ha concesso un funerale degno della sua personalità . Non dimentichiamo che prima della oggi condannata Nicoletta Mantovani, Pavarotti ebbe già una relazione extra-coniugale, durata dal 1979 al 1986 con la sua allieva-segretaria Madelyn Renè, presente anche ai funerali. Nessuno, però, ne ha fatto attenzione e nemmeno ha ricordato la vicenda. Poi, la Chiesa non condanna anche l’adulterio? Oppure, il fatto di chiamarsi “Pavarotti” rende tutto meno grave! Lucianone, nel marzo del 1996 cominciò la storia d’amore con l’allora segretaria, Nicoletta Mantovani, oggi messa alla gogna per avere ereditato l’ingente patrimonio del Tenore. Oggi, talmente stanca, delle continue illazioni mosse contro di lei da decidersi a partecipare alla trasmissione dell’amico Fazio per difendersi.
Ma difendersi per che cosa? Nicoletta è stata la “scelta ” di Luciano. Lei ai tempi dell’inizio della loro favola, non aveva vincoli di nessun genere e tipo con nessuno. Pavarotti Big Luciano, sposato con prole, scelse e decise di continuare la sua vita al fianco di un’altra donna, dopo quasi quarant’anni di matrimonio. Una scelta certamente ammirevole perché, valorizza la figura dell’”uomo” Pavarotti, coerente con i suoi sentimenti e con il suo volere. Lucianone, al pari di altri uomini, avrebbe potuto (come peraltro, aveva già fatto) avere l’ennesima relazione extra-coniugale con una donna, molto più giovane di lui, bella e colta continuando ad essere, ipocritamente, agli occhi dei suoi fans “il bravo papà e marito di famiglia”.
Invece no. Nonostante le critiche, portಠavanti con coraggio una scelta che, all’età di sessant’anni, era divenuta, probabilmente, predominante: la scelta verso l’amore e verso la felicità . Quanti uomini invece queste scelte non le fanno? Quanti preferiscono l’ amante appresso e la moglie a casa. Per comodità ? Forse. Per routine? O magari semplicemente per un “falso dovere morale” verso la famiglia, o, peggio ancora verso i figli. Padri che nella menzogna, vogliono continuare ad essere esempi per i figli. Padri che si nascondono dietro alla prole, magari adulta e indipendente, per non prendersi responsabilità . Mariti che si mostrano stacanovisti incalliti, pur di trovare scuse per vivere momenti di gioia in qualche talamo diverso da quello coniugale. Tutto questo Luciano non lo ha voluto.
Allora perché commiseriamo Adua, ex moglie tradita e “diseredata” e condanniamo Nicoletta? Chicca, come la chiamano gli amici, ha solo seguito il suo cuore. Si è innamorata del Maestro ed è stata ricambiata, tanto da diventare la Signora Pavarotti madre di Alice Pavarotti. E per questo, la condanniamo, sulla scorta di un numero non precisato di testamenti che la vedono erede universale del patrimonio di suo marito. Ma perché?
Pavarotti capace di intendere e volere ha deciso di lasciare alla moglie, Nicoletta Mantovani, i suoi averi accumulati in vita, in virt๠della malattia di cui Nicoletta soffre, ma, soprattutto, in virt๠di un suo diritto. Allora, perché creare colpe vere o presunte in capo alla sua vedova? Perché arrivare a dar per vero che Nicoletta sia arrivata a minacciare il marito? Perché insinuare che possa avere raggirato, in punto di morte, Luciano per avere i suoi soldi? Invidia? Falso moralismo? Buonismo?
Ho seguito le parole di Nicoletta Mantovani, costretta a “mettersi a nudo” di fronte all’amico Fazio e al suo pubblico “giudice indiscusso” durante la trasmissione del sabato sera di Raitre. Mi è parso l’ennesimo stillicidio verso una donna sofferente, perché malata e perché da poco rimasta giovane vedova con una figlia ancora troppo piccola, da crescere sola. Una mamma, preoccupata di ciò che la piccola Alice avrebbe potuto pensare di lei una volta cresciuta. Ma cari Lettori vi sembra giusto? Nicoletta, una donna, comunque, sempre rimasta nell’ombra del marito costretta a ricorrere al mezzo mediatico per giustificare, in ultimo, solamente un patrimonio a lei lasciato in eredità . Si, cari Lettori, perché il punto è questo. I soldi. Probabilmente se Lucianone avesse lasciato alla vedova 100 euro non sarebbe successo nulla e Nicoletta sarebbe stata solo la moglie affranta per la perdita del marito. Invece, anche grazie al “prezioso contributo dei professionisti di famiglia” con avida sete di apparire, che hanno deciso di “vendere” le volontà del Maestro ecco che l’attenzione si è spostata da tutt’altra parte.
Nessuno, però, ha mai messo in discussione il cattivo gusto di notai “professionisti” che concedono interviste, come fossero star di Holliwood, per far sapere questo o quel particolare del testamento e delle volontà del grande Tenore in barba alla privacy e alla delicatezza che merita l’argomento.
A chi non darebbe fastidio che i propri fatti personali vengano buttati, a suon di migliaia di euro, sulle prime pagine dei giornali? A chi non nuocerebbe che il testamento di un nostro congiunto diventi merce di scambio tra professionisti? A chi di noi non darebbe fastidio essere condannati, diffamati, solo per il fatto di avere ereditato un patrimonio, che non paga la perdita di un Amore vero?
Nicoletta ha amato suo marito e Luciano l’ha ricambiata. L’Amore non è una colpa, e il Sentimento che Pavarotti ha avuto il coraggio di vivere. Nonostante sia maturato quando il Maestro aveva già sessant’anni, Lucianone ha avuto il coraggio e la grande forza di ricominciare, di mettersi in discussione di nuovo, di diventare padre di nuovo.
Questo è il grande insegnamento che ci ha lasciato Lucianone, che vale di più di qualsiasi patrimonio: il coraggio di vivere e di prendere quelle responsabilità che la vita stessa ci chiede. Grazie Luciano. “Ieri sera ti amavo, oggi ti adoro”.
- VIA
- Silvia Vimercati