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I love shopping
Rebecca Bloomwood una compratrice compulsiva. La protagonista della pellicola “I love shopping”, incarna nella finzione cinematografica, il prototipo della donna contemporanea che usa la carta di credito come mezzo di realizzazione personale.
Chi affetto da dipendenza da shopping compulsivo presenta comportamenti simili a quelli di un dipendente da sostanze stupefacenti. Rebecca ossessionata dallidea di comprare, la sostanza-oggetto del desiderio che la fa star bene non leroina, bens lo shopping. Vestiti, scarpe, borse, come qualsiasi altro articolo, rappresentano loppiaceo dei compratori compulsivi. Il tossico si fa di roba, cos come lo shopper compulsivo si fa di shopping. Sulla base di questo sillogismo, sostengo che shopparsi per Rebecca fondamentale quanto farsi per il tossico. A livello comportamentale, shopparsi un modus operandi patologico di affrontare ostacoli o eventi che generano disagio psicologico.
Così come accade per l’eroina, anche l’oggetto di acquisto investito di qualità magiche e onnipotenti. Rebecca, così spiega la sua passione per lo shopping: Quando compro il mondo diventa migliore. E dopo non lo è più. E io ho bisogno di rifarlo! Questa affermazione tratta dal film, il risultato dell’azione di un meccanismo di difesa chiamato razionalizzazione, mediante il quale il soggetto elabora spiegazioni rassicuranti, nascondendo i suoi veri sentimenti quando si trova ad affrontare un evento stressante o un conflitto emozionale. Nel caso di Rebecca, invece di ammettere che non riesce a controllare il suo impulso all’acquisto, preferisce nascondere la verità, motivando il suo comportamento patologico come un’azione positiva finalizzata a migliorare il mondo. In questo esempio, la razionalizzazione sostenuta da una buona dose di idealizzazione.
La protagonista ha idealizzato le caratteristiche reali delloggetto acquistato. Il vestito non un semplice capo di abbigliamento, ma mediante lidealizzazione visto, sentito, e vissuto come unico, speciale dotato di una personalit propria. Ecco perch quando Rebecca, varca la soglia di un negozio, vede il manichino prendere vita e sorriderle, lessere inanimato diventa grazie alla sua immaginazione vagamente delirante, una persona vera che le dice di comprare. Nella finzione cinematografica, lescamotage ideale per descrivere latteggiamento di una personalit istrionica che pur di non ammettere di avere un problema, parla con i manichini. Un altro esempio di questa interpretazione patologica della realt, lo si osserva quando la giornalista in occasione di un importante colloquio di lavoro viene colta dallansia che si manifesta con il pensiero che solo con indosso un particolare capo di abbigliamento riuscir ad ottenere il lavoro. Rebecca pur di indossare la sciarpa verde, spende anche gli ultimi soldi che le sono rimasti. Molti compratori compulsivi, accumulano debiti su debiti proprio come la protagonista del film di Hooger inseguita dal funzionario del recupero crediti per una somma di 17.000 dollari.
Le conseguenze negative della condotta compulsiva si manifestano nella realt quotidiana e si aggravano a causa del comportamento recidivo dei tossici da shopping, e dellabitudine a coprire le proprie azioni con le bugie. Usano la menzogna come fuga dalla realt, molti di loro, negano anche di fronte alle prove pi evidenti, il fatto di aver larmadio pieno di abiti oppure le scarpe nascoste anche nella dispensa alimentare. Ci accade perch dopo labbuffata di shopping, saziata lansia, o placato la rabbia e la noia, i compratori compulsivi sono colti da crisi depressive, caratterizzate da insoddisfazione, vuoto interiore e sentimenti di vergogna. Sono questi ultimi soprattutto che portano a un black out psicologico in base al quale, certi individui non ricordano cosa hanno comprato, n dove sono stati e perch lo hanno fatto. Si attiva in questo caso la dissociazione, un meccanismo di difesa che porta a separare i contenuti spiacevoli dalla memoria, generando unalterazione delle capacit cognitive. Unaltra situazione tipica, la svalutazione della sostanza-oggetto di desiderio/acquisto. E un circolo vizioso che si innesta: prima il tossico da shopping fantastica sulle conseguenze del suo acquisto convincendosi di poter migliorare la su autostima, dopo essersi shoppato, emerge un vissuto di frustrazione, talvolta di noia per cui il soggetto ripete l’acquisto. Emerge da questo piccolo identikit quanto sia labile e delicata la personalità di questi soggetti, i familiari devono intervenire tempestivamente e non sottovalutare la frequenza con cui la figlia, la moglie o lamica, rincasa giorno dopo giorno con voluminose borse o un’esagerata quantità di pacchetti.
La cosa peggiore che un familiare può fare in questo caso, assecondare il comportamento patologico oppure banalizzarlo. La cosa migliore da fare capire che questa spinta folle all’acquisto nasce da un grave deficit dell’autostima e da difficoltà nella sfera relazionale, spesso in seno alla famiglia di origine. Una ricerca (Kyros 2004) ha individuato una predisposizione alla dipendenza da shopping compulsivo nelle dinamiche familiari, infatti, la percezione di ricevere molte critiche dai familiari predispone all’insorgenza di questa patologia. Il fatto di sentirsi sempre sotto accusa, e mai sostenuti empaticamente dal genitore, genera una forte insicurezza emotiva che a seconda delle caratteristiche individuali può portare a sviluppare l’irrazionale pensiero che solo comprando sarà felice, solo indossando quel capo di abbigliamento gli altri mi noteranno, solo con quella borsa sarà rispettato. Non sottovalutiamo Rebecca e le altre, cerchiamo di capire cosa mettono nel loro cuore ogni volta che la loro fragile autostima si specchia nella vetrina di un negozio.
Dr.ssa Nerina Zarabara Psicologa
Per info e consulenze: nerinazarabara@gmail.com
REGIA: P.J. Hogan
SCENEGGIATURA: Kayla Alpert, Tim Firth, Tracey Jackson
ATTORI: Isla Fisher, Krysten Ritter, Stephen Guarino, Hugh Dancy, Joan Cusack, John Goodman
FOTOGRAFIA: Jo Willems
MONTAGGIO: Billy Goldenberg
MUSICHE: James Newton Howard
PRODUZIONE: Touchstone Pictures, Jerry Bruckheimer Films
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios Motion Pictures, ITALIA (2009)
PAESE: USA 2008
GENERE: Commedia, Romantico
DURATA: 104 Min
FORMATO: Colore 35MM – 2.35 : 1
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