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LA SIM RITROVATA RIACCENDE LA SPERANZA IN CASA PENNETTI
Per ben due volte la trasmissione Chi l’ha visto? che ne ha data notizia, investigando e facendo il punto della situazione. Ad oggi, l’ipotesi più accreditata sposa la tesi più probabile alla luce delle poche notizie sulla vicenda, ovvero, che la donna possa aver deciso di chiudere con la sua vita per ricominciarne una nuova.
Che cosa è successo a questa donna? A sette mesi dalla scomparsa, Alba, la sorella non ha smesso di sperare, come del resto anche il padre Giovanni, che vivono nella convinzione che finiranno per trovarla, ed è proprio la sorella della scomparsa a chiamarci in redazione affinché si riprenda a parlare del caso riguardante Rita.
– Le indagini si sono fermate, per tutti mia sorella sembra che sia scomparsa per cominciare una nuova vita. Io, sento che non è così. Tre giorni fa, ho trovato una scheda telefonica appartenuta a mia sorella. La sensitiva Rosemary Laboragine mi aveva detto che dovevo cercare bene in casa perché vedeva una scheda telefonica appartenuta a mia sorella. Che era importante che la trovassi… Poi accade un fatto in casa. La pallonata del bambino ha fatto a pezzi una cornice con dentro una foto. Deve sapere che quando piove, i ragazzi si mettono a giocare anche con il pallone, approfittando del fatto che io mi trovo in negozio. Tra la foto e la cornice è saltata fuori questa scheda SIM che porterò subito a chi si occupa delle indagini. E’ del cellulare di mia sorella.-
La storia di Rina la conosciamo ormai tutti, ma per dovere di cronaca è giusto mettere a parte chi legge che la donna, alla morte della madre entrò in depressione e per la quale, ogni giorno prendeva ben tredici medicine. Le stesse medicine che trovarono sul luogo della scomparsa, a Rende, il giorno che entrò in un salone di bellezza per chiedere un’informazione. Bella alta, ben vestita e truccata, la donna – che si presuppone fosse Rina – rivolgendosi alla parrucchiera, stentò a farsi capire, tanto che la ragazza pensò che parlasse un’altra lingua. Interrogata dagli inquirenti, raccontò che se ne andò e rimase in attesa davanti al suo negozio per una manciata di minuti e poi non la vide più, ma si accorse che a terra c’erano una borsa gialla, aperta e con un manico strappato e un cellulare poco distante. Ultima chiamata, il padre. La parrucchiera allora digitò l’ultimo numero chiamato e parlò con il signor Giovanni, raccontandogli cos’era successo e che aveva trovato in terra borsa e cellulare di questa donna bionda.
Le ipotesi che sono state fatte dopo questa testimonianza riconducono al fatto che se sembrava parlasse un’altra lingua, poteva essere per il fatto che Rina si potesse trovare in stato confusionale, proprio a causa della grave depressione che l’aveva colpita. Certo è che aveva pur parlato con il padre, il quale non sembra aver menzionato niente del genere. Le pillole le aveva sempre con sé, e probabilmente il suo umore non era dei migliori, proprio perché la telefonata che aveva fatto e precedeva quella fatta al padre, l’aveva turbata. Difatti, Rina, aveva chiamato le sue bambine ed evidentemente, visto i rapporti tesi che c’erano con l’ex marito che non agevolava il rapporto tra madre e figlie, anzi, a detta della sorella pareva creare ostacoli, nonostante l’affidamento congiunto che non vietava a Rina di vederle. A questo punto c’è da chiedersi: che lingua parlava la donna che aveva chiesto informazioni alla parrucchiera? Noi non l’abbiamo capito. Se una persona è in stato confusionale, in preda ad angoscia, o solo a rabbia per un alterco telefonico con l’ex marito, seppur in tensione, continuerà sempre a parlare la sua lingua, l’italiano. Per altro, Rina, aveva un buon rapporto con la lingua italiana, era diplomata in ragioneria, e certamente persona estroversa – quando stava bene- ma in grado di comunicare comprensibilmente.
– La borsa – racconta Alba, sua sorella- che è stata trovata, non era in buone condizioni, da un lato sembrava strappata, era aperta, c’erano tutte le medicine, i suoi trucchi, i fazzolettini igienici, documenti, portafoglio…insomma, tutto quello di cui una donna non farebbe a meno e soprattutto la terapia farmacologica senza di cui non avrebbe potuto sostenersi. Il cellulare fuori dalla borsa e più distante…-
Forse Rina stava cercando di mettersi in contatto con qualcun altro dopo l’ultima chiamata fatta al padre, ma non è riuscita a causa di un evento inatteso che gliel’ha impedito?
Del resto la parrucchiera, secondo ciò che dice la sorella, si è accorta solo dopo una ventina di minuti che la borsa era per terra. In una qualsiasi città, una borsa come quella – considerando la cura che metteva nel vestirsi Rina Pennetti e con tutto il contenuto intatto, compreso il cellulare poco distante…beh, non sarebbe stata lasciata così a lungo sul marciapiede. Vero che la donna aveva chiesto un prestito al padre per andare dal parrucchiere e che questi glielo aveva negato, ma ciò non toglie che una borsa a terra può far sempre gola fino a quando non si apre.
– Comprendo che i casi di persone scomparse siano tanti, ma non capisco come questo episodio non possa alimentare dei dubbi circa la scomparsa??-
La donna si riferisce al fatto che la sorella non sarebbe mai andata in giro con una borsa in quelle condizioni, la conosceva troppo bene, e ci teneva troppo alla sua immagine.
– Lei ritiene che dal momento in cui è uscita, e dopo aver finito di parlare con suo padre, qualcuno possa averla presa di peso e caricata su un’auto? O che nel cercare di chiamare qualcuno, nell’atto di farlo, sia stata prelevata da persone sconosciute?-
– Lei, aveva detto a Fabio che lo avrebbe atteso in auto, ma poi, deve averci ripensato ed essersi diretta nel negozio del parrucchiere forse per chiedere qualcosa…-
Domandiamo alla donna se non crede che se la sorella fosse stata prelevata da sconosciuti con violenza e davanti alle vetrine di quel negozio e non solo- accanto c’è anche una farmacia-, un episodio del genere non avrebbe potuto non essere notato.
– Lo so! Me lo sono chiesta tante volte anch’io, ma è pur vero che non c’è una spiegazione per la quale mia sorella possa aver deciso di abbandonare borsa e cellulare, e non dimentichiamo Fabio con cui aveva appuntamento. –
A cinque giorni dalla scomparsa è vista a Paola a circa trenta chilometri da Rende, chi fa l’avvistamento è Mariella un’infermiera che curò la madre di Rina. Una testimonianza importante viene giudicata quella della donna che però smorza le speranze di ritrovarla. Secondo l’infermiera stava bene, era ben vestita ed in compagnia di un uomo distinto che non le aveva presentato. Poche parole. Cinque mesi dopo, nel marzo scorso in un parcheggio del McDrive rivedono Rina Pennetti e con lo stesso signore di cui parlava l’infermiera della precedente testimonianza. Alcune stranezze in ordine di tempo: una bolletta della luce arriva a casa di Alba e riguardante la casa al mare di Rina e relativa ad un periodo in cui non andava nessuno. Subito recatasi sul posto nella speranza di trovare Rina, o una traccia del suo passaggio. Niente.
La cosa più interessante, nel cimitero di Spezzano della Sila, dove è stata sepolta la mamma delle due sorelle, alcune tracce di fondotinta- come se qualcuno, periodicamente tornasse in quel luogo e avvicinasse il volto alla lapide. Alba Pennetti ci racconta che sua sorella era solita avvicinarsi col viso quando baciava il marmo. Molto legata alla madre con la quale aveva un feeling particolare, Alba pensa che potrebbe essere lei, sua sorella ad andare in quel luogo a trovare la madre. Anche in questo caso Rosemary aveva detto alla donna che il cimitero era importante e potevano trovare qualche indizio.
Ora riappare una scheda telefonica, fortemente invitata dalla sensitiva a cercarla perché vedeva una scheda in casa appartenuta alla sorella. Adesso sarà al vaglio di chi si occupa delle indagini, ma se inserita nel cellulare, adesso nelle mani della polizia, potrebbe aprire a nuove strade investigative fino ad oggi sconosciute ma contenute nella memoria SIM e rivelare qualche verità?
Un giallista sarebbe in grado di stilare una serie d’ipotesi, probabilmente più attendibili che quella ancora valida e che vedrebbe Rita decisa a far perdere le sue tracce volontariamente. Se fosse vera l’ipotesi, allora chi era la donna bionda che parlava in modo strano, come se fosse straniera e che entrata nel negozio della parrucchiera potrebbe averla impersonata, lasciando dietro se, sul marciapiede, cellulare e borsa con documenti di Rina Pennetti? Certo che a voler ben guardare, tutto ruota intorno a quel giorno, il 6 ottobre 2009 e all’undici ottobre dello stesso anno.
Quella mattina Rina disse all’amico Fabio che lo avrebbe atteso in auto perché aveva ancora sonno, ma anziché fare come aveva detto all’uomo, decise scendere dall’auto e recarsi all’angolo della strada nel negozio della parrucchiera.
Che fosse stato quello il momento in cui Rita decise di farsi impersona da un’altra donna e mettere su questa piccola commedia per far credere a tutti che l’avevano rapita? Questo darebbe ragione a chi dice di non aver visto niente.
Non c’era niente da vedere? Forse, la stessa Rita ha lasciato borsa e cellulare alla parrucchiera chiedendogli di dire che l’aveva trovata e che apparteneva a una donna che non palava bene la lingua?
Se così fosse, sarebbe credibile la testimonianza dell’infermiera che cinque giorni dopo disse di averla incontrata con un uomo distinto e ben vestita, con aria tranquilla, come se stesse bene. Come sarebbe plausibile il fatto che al cimitero si trovino tracce del suo fondotinta sulla lapide della madre.
Ma perché rimanere nella stessa zona? Chi vuole sparire mette i kilometri tra se e ciò che fugge, ma non rimane nei pressi.
Se poi vogliamo rendere ancor più interessante la vicenda, che dire dell’uomo che per ben due anni, gli lasciava bigliettini e fiori sulla sua auto?
Un giorno Alba, forzata dal marito della sorella, gli disse di fare un numero di cellulare che apparteneva ad un uomo che ossessionava sua sorella- di cui oggi Alba non ricorda il nome – e fingendosi Rina, gli disse chiaramente di smetterla di importunarla. L’uomo, pare fosse un professore che si era innamorato di Rina, ma l’identità non è mai stata accertata. Due mesi prima della scomparsa della donna, l’uno smise di mandare messaggi e lasciare biglietti a Rina.
– Ho raccontato tutto questo, ma non mi hanno creduta.-
Alba sperava di poter ottenere più attenzione su questo episodio. Un vero peccato, perché sarebbe bastato avere il cellulare dell’ex cognato e fare una ricerca- sembra che anche per i cellulari come per i numeri di rete fissa ci sia la possibilità di avere dei tabulati al fine di arrivare a visualizzare il periodo in cui Alba, su richiesta del cognato fece dal suo cellulare la telefonata a questo ammiratore sconosciuto di Rita. Ma non venne creduta e la cosa non ebbe seguito.
Guardando i video che Chi l’ha visto?, ha mostrato nelle puntate che hanno ripercorso la vicenda di Rita Pennetti, nella prima, quella dove c’è la testimonianza della parrucchiera, si evince un riserbo eccessivo da parte della donna che non si fa ritrarre dalle telecamere. Ci domandiamo perché?
Alla fine la testimonianza resa parla solo di una donna bionda che parlava stranamente e del ritrovamento di una borsa e un cellulare.
Cos’è successo davanti a quelle vetrine. E come mai nessuno ha visto nulla? Forse perché non c’era nulla da vedere, se consideriamo plausibile l’ipotesi che Rina voleva volontariamente sparire? E se non fosse così?……
La testimonianza dell’infermiera? E’ decisiva!. Sembra sincera la donna, mentre rende la sua testimonianza ai microfoni di Chi l’ha visto? Però, notiamo che è come se volesse licenziare velocemente, troppo velocemente il discorso. Il suo parlare è frettoloso ma preciso. Le parole dette sono semplici ma chiare, senza incertezze. Sembra un po’ vergognarsi delle telecamere, ma non c’è imbarazzo. Due donne che si vendono dopo tanto tempo, e con un decesso che le riguardava entrambe, una, come figlia e l’altra come infermiera, ma si scambiano solo poche parole, rammenta che dovevano mangiare una pizza e che sicuramente l’avrebbero fatto, ma sempre in una conversazione stringata al massimo. Magari si sono dette altro? Chissà, magari parole che appartenevano solo a loro due e al ricordo che le accomunava: la madre?
Le due donne si conoscevano. L’infermiera aveva seguito la madre nella sua malattia e Rina molto legata alla madre e caduta in depressione a causa della perdita, le era sempre accanto. Forse conosce il motivo per il quale Rita se n’è andata? O la ragazza si è confidata con la donna, che chiaramente non ha ritenuto di doverne mettere a parte chi la intervistava, proprio a causa della vicenda che le aveva viste vicine?.
La possibilità che ci siano più chiavi di lettura è evidente. Tutto si gioca sugli avvistamenti e le poche testimonianze che ruotano intorno alla scomparsa di questa giovane donna, ma tante le strade che si potevano percorrere o che lo sono state e di cui non siamo al corrente. Una cose è certa, da quella testimonianza, come dice Alba, tutto si è fermato.
Siamo sicuri che la scheda trovata in modo fortuito da Alba, potrà riaccenderne l’interesse verso Rina Pennetti. Il 19 maggio sarà il compleanno di Rina Pennetti, e chissà che questa scheda SIM non porti buone notizie.