SportivaMENTE
SOUTH AFRICA MONDIALI DI CALCIO 2010
Gli azzurri cercano il bis dopo la vittoria del 2006 in Germania, ma indubbiamente più difficile. Resta per intatta la fiducia della gente nel gruppo di Lippi: una delle rare occasioni dove lo spirito nazionale prevale su tutto, ed unisce le persone. Berlino, 9 luglio 2006. L’arbitro argentino Horacio Elizondo ha appena sancito, con il suo triplice fischio, il termine della finale. Negli occhi di Fabio Grosso, all’epoca 29enne terzino del Palermo, la gioia sfrenata. Negli occhi di Fabien Barthez, 35enne portiere francese appena infilzato dagli 11 metri, la cocente delusione per una sconfitta. E negli occhi, nei gesti, nelle esultanze degli oltre 23 milioni di italiani incollati davanti agli schermi televisivi, la gioia più attesa. Attesa da ben 24 anni. Dalla Spagna alla Germania, da Paolo Pablito Rossi a capitan Fabio Cannavaro, da Enzo Bearzot a Marcello Lippi. Ere diverse, un calcio diverso. Numeri, nomi, luoghi, sensazioni, ma, soprattutto, emozioni, che rimarranno per per sempre nella mente e nel cuore del Popolo Italiano. Quelle emozioni che soltanto un Mondiale di calcio vinto sa trasmettere. Il calcio, sì, proprio quello sport tanto vituperato, bistrattato, entrato in un (economico) circolo vizioso e viziato, di ricchi che giocano a fare i Presidenti, Presidenti che provano ad arricchirsi, ed atleti che dimenticano, sempre pi sovente, di essere profumatamente pagati per tirare calci ad una sfera di cuoio, o di altro costoso materiale sintetico, per passare gran parte del loro tempo negli studi televisivi a registrare spot televisivi per note compagnie telefoniche o a posare seminudi per altrettanto rinomate etichette d’intimo. Eppure, malgrado la connotazione ampiamente negativa di cui sopra, il calcio una delle pochissime discipline sportive che ha il potere di unire le masse quando viene inteso in maniera ludica, qual era la sua funzione originaria. Il Campionato del Mondo, la Nazionale azzurra, hanno questo immenso potere. Le gesta degli 11 cavalieri tricolori sui rettangoli di gioco creano opinione, fanno discutere, certo, ma cementano anche la fratellanza tra i tifosi delle varie fazioni, o squadre. Tutti, insieme, appassionatamente, a tifare per una vittoria dell’Italia. Una vittoria che nel 2006 arriv, quasi in sordina, quasi a sorpresa, quando nessuno se l’aspettava. Un’impresa che ci ha fatto sognare, e gioire felici. Ora, per, sar tutto più difficile. L’Italia si presentata in Sudafrica, luogo scelto per l’edizione 2010 della rassegna iridata, con l’appellativo di Campione in carica, ma anche con tante incognite. Tanti punti oscuri da svelare, si spera, nel corso dei prossimi 30 giorni, magari fino alla finale dell’11 luglio, a Johannesburg! Mauro German Camoranesi, esterno destro della Juventus, ed Andrea Pirlo, playmaker del Milan, due pezzi pregiati della formazione titolare, sono partiti infatti in condizioni fisiche precarie. E non si sa se, quando, e come saranno recuperabili per il regolare svolgimento del torneo. Inoltre, a monte, le scelte del Commissario Tecnico, Marcello Lippi, richiamato in fretta e furia dopo il pessimo intervallo-Donadoni (fallimento agli Europei 2008), in fase di convocazione non hanno propriamente convinto gli addetti ai lavori: a casa Cassano, genio e sregolatezza in forza alla Sampdoria, neanche preso in considerazione, e quindi bocciati per sovrannumero Giuseppe Rossi, della squadra spagnola del Villarreal, e l’ariete del Milan Marco Borriello, 14 centri nell’ultimo campionato di Serie A. Le amichevoli pre-Mondiale? Sconfitta, triste, contro il povero Messico (1-2), pareggio, risicato, per 1-1, contro i cugini della Svizzera. Di certo, non un buon viatico. Eppure, da vari sondaggi effettuati in tutta la popolazione italiana, resta incrollabile la fiducia nella Nazionale. Il sito Sportlive.it, riporta come il 32% degli italiani crede in un repeat azzurro a distanza di quattro anni: seguono, al 20% di possibilità, l’Inghilterra, per altro condotta dall’allenatore italiano Fabio Capello, il sempre pericoloso Brasile al 17% (ed otto giocatori in rosa che giocano da noi), quindi la Spagna, vincitrice in Austria-Svizzera degli Europei 2008, al 15%. La Nazionale, quasi come una fede. Non si spiegherebbero altrimenti le orde di tifosi che hanno invaso nel passato, e che prossimamente invaderanno, le piazze italiane, affollandosi dinanzi i maxischermi per seguire le partite in diretta, e sottolineando qualsiasi apertura illuminante sulle fasce del capocannoniere Di Natale neanche fosse un’apparizione mariana in quel di Medjugorie. Forse, proprio cos che va inteso, il calcio, tra gli appassionati. Come un credo, una religione, una sacra ragione di vita, ed anche come un fenomeno di costume che travolge le coscienze e risveglia le passioni. Non ce ne vorranno il Paraguay, la Nuova Zelanda, la Slovacchia, inserite nel nostro girone eliminatorio: la Nazionale, in Sudafrica, non ci andr da sola, ma ci andr con tutta la sua gente. Pronta a vincere, sconfiggere e, magari, convincere. La triste sparata agli organi stampa, cos come quella dei figlio del Senatur Umberto Bossi, Renzo (Io ai Mondiali non tiferò per gli azzurri), o il tentativo di demonizzare il centrocampista della Juventus, Claudio Marchisio, perch avrebbe associato l’aggettivo alla parola Roma durante l’esecuzione dell’inno nazionale? Esecrabili. Si provato a smontare un’armonia che, nel gruppo dei 23 a disposizione di Lippi, sembra esserci. E che potrebbe, perch no, portarci lontano. Sarebbe l’auspicio di tutti, in questa calda estate: festeggiare ancora una volta, nelle strade, nelle piazze, nelle fontane, sui camion, cos come quattro anni fa. Sarebbe bello: dalla Germania al Sudafrica, dall’Europa all’Africa. E senza aspettare 24 anni, ma solo 4. In fin dei conti, Garibaldi, artefice dell’Unità d’Italia, era anche conosciuto come l’Eroe dei Due Mondi. E La Nazionale, quei due mondi, vuole continuare a tenerli uniti, nel nome della stessa unit. In bocca al lupo, Azzurri!