Vignettopoli
Il giallo delle Rose
“Abbiamo contattato un fioraio del posto che si è gentilmente offerto facendosi fare un deposito di 3 euro a rosa per quante rose gli vengono pagate tante ne invierà stiamo già raccogliendo da oggi pomeriggio contattatemi in posta privata per avere il numero del fioraio. grazie a chi vorrà partecipare.” Questo il messaggio apparso il giorno che ha preceduto i funerali della piccola Sarah Scazzi, nel nel gruppo a lei dedicato e sulla cui triste storia si sta ancora cercando di mettere la parola “fine”, nonostante un reo confesso.
Un gruppo che ha partecipato, sin dalla scomparsa della ragazza con affetto e voglia di aiutare con congetture, talvolta forti, ma pur sempre motivate dall’emozione che la tragedia aveva riversato sull’Italia tutta. Un’emozione collettiva che ha trovato tutti impreparati verso personaggi che probabilmente, quando avvengono questi fatti, approfittano della partecipazione spontanea e buona fede delle persone per ordire le loro trame a danno della collettività. Così, mossi tutti da un sentimento di giustizia e di conforto verso quella bambina così orribilmente tolta alla vita, e per quella famiglia che per 42 giorni ha convissuto con la speranza nel cuore che la loro giovane congiunta potesse ritornare a casa, sana e salva, qualcuno ha pensato bene di accompagnare l’ultimo saluto della giovane con un tappeto di rose bianche.
Secondo quanto dicono i carabinieri della città di Avetrana, prontamente contattati da molti utenti che dicono di aver versato su una Postepay il denaro per partecipare al saluto collettivo a nome del gruppo, e da noi interpellati il giorno dopo le esequie pubbliche, la situazione era sotto controllo e stavano accertando i fatti sulle persone che avevano promosso l’iniziativa in Internet. Si richiedeva di non buttare la ricevuta della donazione fatta sulla Postepay intestata allo stesso cognome della donna che aveva motivato con il messaggio dedicato alla raccolta di fondi per le rose, ma ad un nome maschile.
Diversi giornali e la stessa Barbara D’Urso a Pomeriggio 5, hanno evidenziato questa “iniziativa” facendosi carico di capire cosa stava succedendo, iniziativa, lo ricordiamo, che se non fosse stato per alcuni membri del gruppo che si chiedevano com’era andata e quante rose erano state consegnate al funerale, poiché in un messaggio datato 8 ottobre delle 18.55, si comunicavano diverse informazioni che non chiarivano il numero esatto delle rose consegnate e soprattutto, veniva rimarcato che il numero era altissimo-, c’è chi dice 1600/1800 – e che a causa della forte richiesta, i promotori dell’iniziativa erano stati costretti a rivolgersi ad un fioraio di Bari. Una storia ammantata di mistero che diversi utenti in internet hanno cercato di capire.
Alcuni utenti, grazie ai nomi dei fiorai esibiti nell’informazione passata in web, li hanno chiamati, avendo come risposta la conferma di un’ordinazione altissima, ma non ritirata.
Cosa è successo? Questo continuano a chiedersi gli utenti nel web del Gruppo per cercare Sarah, e questo è stato chiesto da un giornale locale alla promotrice dell’iniziativa , nonostante messaggi del tipo che vi proponiamo, circolavano nel gruppo. Ne riportiamo fedelmente, uno dei tanti paragrafi che riteniamo essere esaustivo della vicenda:
“Bloccatevi con l’ordine dei fiori non è più possibile non accettano a Bari più ordini perché è stata fatta richiesta di un numero elevato e perché il funerale é stato anticipato a domani pomeriggio e non c’é il tempo necessario per reperire e preparare ci sono altri che lo posteranno a breve …per chi ha partecipato grazie per chi non crede grazie lo stesso. la notizia é stata data a studio 100
e basta a dire cavolate sulle persone che hanno organizzato la cosa nessuno a guadagnato niente
forse volevate farlo voi?” data : venerdì 8 ottobre alle ore 17.09 messaggio postato da un utente che come altre avevano creduto nell’iniziativa.
C’è rabbia, sconforto, per molti utenti, che avendo creduto nell’ iniziativa ed averla sostenuta ingenuamente, si sentono presi in giro. Anche noi, desideravamo aiutare in questo frangente e raccontare il bel gesto, ma al contempo, dopo aver ricevuto il numero telefonico prontamente inviato in privato, abbiamo subito richiesto informazioni più precise alle quali non sono seguite risposte, inoltre, la persona titolare dell’iniziativa, resasi irreperibile su Facebook per aver cancellato il profilo con il quale faceva la richiesta, non ha potuto essere contattata da altri utenti che chiedevano informazioni nella giornata successiva ai funerali. Una lodevole iniziativa che doveva essere giustificata ai partecipanti della stessa, come succede per tutte le iniziative a carattere umanitario, di solidarietà. Ma questo non dobbiamo dirlo noi, saranno le Forze dell’Ordine, da più parti sollecitate a stabilire quali siano le regole cui ci si deve attenere per dare il là ad inizitive di questo tipo dove sono richieste donazioni.
E’ vero che momenti come la tragedia della piccola Sarah, profili come quello del gruppo, possono essere gli ambienti ideali in Internet per sferrare ogni sorta di fregatura, ed è anche vero che seppur in molti ci sono caduti e ad oggi non riescono ad avere informazioni certe sulla vicenda, questo non significa che queste azioni non debbano essere chiarite come giustamente continua a chiedere a gran voce nel gruppo.
Noi di Vignettopoli, dopo aver contattato gli organi competenti ed informato via mail il sindaco della città di Avetrana, per metterlo a parte di quanto stava accadendo nel gruppo dedicato a Sarah, nella speranza che come primo cittadino potesse far sentire la sua voce, fermare questa triste vicenda, ancora adesso attendendo notizie certe che possano far luce.
Intanto in redazione giungono telefonate di persone che hanno fatto il versamento e che, dopo aver letto un articolo apparso in web, dove la promotrice dell’iniziativa affermava che sulla sua carta Postepay aveva ricevuto solo €.70,00 e che si sarebbe recata dai carabinieri per consegnare la somma, che avrebbe denunciato chi l’accusava del contrario e che, sempre secondo il giornale, ha tenuto a chiarire la causa per la quale non aveva consegnato subito la somma in rose, difatti, essendo in stato interessante e qualche problema di salute, non aveva iavuto un legittimo impedimento.
Allora noi, legittimamente ci chiediamo: ma se erano solo €.70,00 di ordinazioni, come mai il web è pieno di gente che dice di aver fatto versamenti a pioggia sulla carta Postepay? Codice dato in privato agli utenti dopo aver ricevuto un numero telefonico, ma carta non intestata alla signora ma ad un signore con lo stesso cognome? Ed ancora gli utenti si chiedono quale sia la carta esibita dove non c’è un granché?
“Dovevano fare due corone di rose bianche con il nome del gruppo per accompagnare l’ultimo saluto a Sarah, spargere di rose il tratto di strada percorso dal corteo con i fiori, ma la diretta televisiva non ha visto le corone promesse, e tantomeno chi avrebbe dovuto spargere i fiori al passaggio del feretro”. Sottolinea una delle tante utenti che hanno fatto il versamento a favore dell’iniziativa.
“In effetti – dice un altro utente- se non c’è stata truffa, meglio, ma allora comunque la modalità non corrispondeva a ciò che si leggeva in bacheca quel giorno: “Il fioraio ha finito i fiori” – “Siamo già a 2000” – “Un signore di Napoli ha versato 1000 euro”. Perché diffondere queste notizie se non erano vere?
Tante domande sono state fatte. Qui non esiste reato da parte degli utenti che hanno partecipato o caldeggiato l’iniziativa, perché chiedere è lecito, partecipare, in un gruppo solidale è sempre positivo. Ma rispondere? E’ ancora cortesia? Perché bastava una risposta, richiesta da più parti e legittima. Che poi le cose siano trascese con offese da parte di utenti e troll verso chiunque, ed infangano ogni giorno il profilo dedicato ad una ragazzina…
L’episodio “rose” …beh, è un’altra storia, brutta, ma un’altra storia, ma Il gruppo in questione, secondo il carabiniere che ci ha gentilmente risposto, è già stato segnalato ed è sotto controllo.
Ora, attendiamo nuovi sviluppi, nella speranza che, se versamenti ci sono effettivamente stati- e le telefonate che riceviamo in redazione lo confermerebbero – a meno che non siano tutti bugiardi e in odor di “trollismo”- che questa somma, grossa o piccola che sia, se esite, che venga devoluta per una buona causa… e alla gente che dire?…