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PATRIZIO RISPO STAR DI “UN POSTO AL SOLE”
Patrizio Rispo è un bravissimo attore napoletano molto noto al piccolo schermo per il suo ruolo di Raffaele, il portiere di Palazzo Palladini nella soap opera “Un posto al sole” ed ecco cosa ci racconta del magico set che ogni sera ci proietta nella bellissima Napoli.
Chi è Patrizio Rispo e come nasce l’avventura ad “Un posto al sole”?
Come ho scritto sulla mia pagina Instagram, sono un essere umano, un uomo che solo e solo per lavoro fa l’attore, quindi tengo ben distinte le due cose e mantengo una mia realtà lontana da quella che può essere quella del personaggio del mondo dello spettacolo. Continuo ad essere come quando ero bambino, pieno di curiosità, entusiasmo, mi lascio sorprendere, e invece Raffaele che ormai prende buona parte della mia vita come diceva Totò è quello che la mattina esce e porta i soldi a casa.
Il rapporto fra Patrizio e Raffaele, similitudini e differenze
Hanno molto in comune ma mantengono appunto quel candore, quella capacità di stupirsi, di sorprendersi e di essere curiosi e ormai io esisto come terza entità che è un misto fra quello che ero e quello che è Raffaele.
Come funziona una giornata sul set di “Un posto al sole”?
La macchina produttiva di “Un posto al sole” è una vera e propria industria, la grande invenzione degli Australiani che portarono questo format in Italia grazie a Giovanni Minoli. E’ proprio questa capacità di riuscire a fare 30 minuti di girato al giorno, quindi la macchina è molto complicata. Il lavoro peggiore secondo me lo fanno i planner, ad incastrare 20 protagonisti fra set interni ed esterni e si comincia la mattina alle 7 in esterni, si lavora fino alle 14 – 15, mentre gli studi interni vanno dalle 9 alle 19 di sera. Il backstage, il ruolo di registi, sceneggiatori, truccatori, ovviamente, noi siamo quelli che sono in video ma dietro di noi c’è una vera e propria numerosissima squadra di grandi professionisti che sono i registi, che ora si sono fermati ad un numero di 8, per cui uno fa la preparazione, uno gira in esterni, uno in interni ed un altro monta. Ci sono poi truccatori, macchinisti, scenografi, ricercatori perché affrontiamo gli argomenti più disparati, consulenti, dialoghisti, editori, è una vera e propria fabbrica.
Il ruolo della splendida Napoli e rapporto fra attore e città, qual è?
Con tutta sincerità la vera protagonista è Napoli che ha un brand amatissimo in tutto il mondo e infatti quando è successo che per il lockdown abbiamo sacrificato la parte degli esterni, girando fra la villa e gli studi, si è sentita la mancanza ed anche il pubblico ha reclamato che voleva vedere Napoli, ma poi la nostra mission non è solo raccontare Napoli ma l’Italia in generale, per cui spero di tornare presto a raccontare tutta l’Italia e in modo particolare Napoli. Io ho vissuto più di 20 anni a Roma e tornare a Napoli è stato un regalo, perché per chi fa questo lavoro 20 anni fa era impensabile riuscire a farlo a Napoli. Per me è uno stimolo di vita continuo, girare in questa città è un continuo essere stimolati, sorpresi, incuriositi, sia dalle persone che da questa città che non finisco mai di scoprire e che amo tantissimo.
Prossimi sviluppi del personaggio e, ci saranno sorprese?
Non li so perché io come il pubblico sono sorpreso dalle sceneggiature che ci arrivano centellinate mano mano, sorprese sicuramente ce ne saranno, non mancano mai ad “Un posto al sole”.
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