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YARA: sulle tracce dell’assassino?
Bergamo – A Brembate, si attendono con trepidazione i risultati sui reperti acquisiti dell’anatomopatologa, dottoressa Cristina Cattaneo, sul luogo del ritrovamento dell’ennesima vittima, di una follia che sta ammantando di paura, il paese della ginnasta Yara Gambirasio. A Chignolo d’Isola, gli agenti del Servizio Centrale Operativo del ministero degli Interni, preposti alla perlustrazione del terreno dove è stata rivenuta cadavere la tredicenne, sono stati raccolti reperti che voci di corridoio considerano “interessanti” ai fini dell’indagine stessa e l’individuazione del colpevole di questo efferato delitto.
Terriccio, fili d’erba, polline, e altro ancora, permetterà alla dottoressa Cattaneo di stabilire con maggior chiarezza, il momento della morte, se il corpo è stato sempre nel luogo in cui è stato trovato e, se sarà possibile individuare un DNA estraneo. Antropologa e Patologa forense, Cristina Cattaneo è docente presso l’Università di Milano e responsabile del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense dell’istituto di Medicina Legale LABANOF. Oltre alla Cattaneo, collaborano al caso un tossicologo e un genetista. Una prima autopsia è stata eseguita, adesso si attendono i risultati dei tre esperti che definiranno con maggiore precisione come si è verificato il decesso. Inizialmente si era parlato di una lama da taglio che aveva inferto i colpi mortali sul corpo di Yara, poi, considerando i segni rinvenuti e attentamente valutati dagli esperti, entra in scena un punteruolo, forse un cacciavite come possibile arma che ha inferto le tante ferite sul corpo di Yara. Intanto, sono ancora al vaglio degli inquirenti le registrazioni delle telecamere, di banche e della ditta metal meccanica, collocate lungo circa dieci chilometri, tra Brembate e Chignolo D’Isola, sempre funzionanti. Si punta a una rilettura attenta della memoria RAM per decifrare le tante immagini che sino a quel momento sono state registrate e si sono sovrapposte, cancellando le precedenti. Solo la memoria RAM potrà dire qualcosa in più o svelare qualche immagine utile.
Sotto attento controllo la SIM ritrovata e l’Ipod della ragazza. La prima, potrebbe rivelare con l’ultima chiamata o messaggio, l’ora esatta in cui il telefono ha smesso di funzionare e che potrebbe rivelare, con riferimento alla precisa ora della morte, quali altri numeri erano funzionanti in quella zona. Un lavoro superbo da parte degli inquirenti che, come per il caso di Sarah Scazzi, si sono sempre mossi prontamente e senza lasciare nulla d’intentato sulla scena del crimine e nell’indagine, nonostante le difficoltà disseminate da chi era implicato nella vicenda.
Siamo talmente abituati a leggere Agata Christie che con la sua abile penna ha mosso per lungo tempo le azioni logiche deduttive dei suoi investigatori: Poirot, Miss Marple… sulla carta è tutto più facile. Chi uccide è lo scrittore, egli sa già come dovrà muovere i suoi personaggi e quali trabocchetti dovrà disseminare sulla loro strada al fine di depistarli per far sì, che arrivino all’ultima pagina. La vita è un’altra cosa e la stiamo conoscendo bene! La gente vuole essere informata.
L’informazione, deve essere sempre difesa a spada tratta, meglio conoscerle le cose che ignorarle. Eppure, trasmissioni e giornali, seppur ricevano un largo seguito, di pubblico e lettori, sono tacciati di sciacallaggio ma si dimentica che nel passato, come per il presente, una lunga lista di “vicende noir” ha tenuto banco sulle prime pagine dei giornali e fatto parlare gli stessi esperti in TV: Cogne, il caso Orlandi, la vicenda di Cristina Mazzotti, il delitto di via Poma, Il caso della contessa Vacca Augusta, etc,… il pubblico vuole sapere ma dall’altra, mettere il bavaglio a chi si occupa di farlo. Eppure, trasmissioni come Matrix, Porta a Porta, Chi l’ha visto?, Quarto Grado, offrono delle possibilità in più agli investigatori che, grazie al giornalismo investigativo, permettono alle notizie su questi temi forti, di non essere dimenticate. Molte le ipotesi interessanti affiorano da interventi di ospiti illustri come Paolo Crepet, Alessandro Meluzzi, Salvatore Morelli, psichiatri di chiara fama, che ben conoscono la natura umana, la sanno indagare e sono d’aiuto a chi guarda e tenta di capire le dinamiche di questi aberranti delitti.
Molte le notizie che non porteranno a niente e molte altre, accenderanno nuove luci in questo caso, benché siano sempre da prendere con le molle. I mitomani che pensano di rendersi protagonisti con i loro comportamenti atti a confondere l’opinione pubblica e chi indaga, sono sempre dietro l’angolo e notizie come quella che circola dal 2 marzo, di cui ci si è accorti grazie ad un articolo apparso su La Gazzetta del Sud e vede al centro di un vero e proprio mistero l’enciclopedia universale Wikipedia a causa di frase inserita in una recensione del film “Vesna va veloce” e usciva dal contesto logico della pellicola, se esclusa, rendendo in chiaro un significato raccapricciante: “So dove si trova il corpo di Yara contattate il numero 3…». Silenzio sull’accaduto da parte degli inquirenti che prontamente hanno fatto rimuovere il file sospetto. Si indaga e mentre l’episodio muove la fantasia dei più, eccone un altro che spunta dal più famoso social network del mondo, Facebook e per mano di un’“amica del cuore” di Yara. Gli investigatori hanno già fatto i loro passi per sentire Marta C. – nome con cui si è registrata su Fb, l’amica di Yara – dice lei ma è tutto da verificare-. Il giorno 28 febbraio scriveva «a Brembate ci conosciamo tutti e tutti conoscono noi … questo ci fa ancora più paura»… ed altro ancora, ora al vaglio di chi è preposto alle indagini.
Tra la gente comune si palpa un’atmosfera di attesa mista a ottimismo, in molti cominciano a credere che si stia arrivando alla verità, a svelare il volto dell’assassino.
Anche per la sensitiva Rosemary Laboragine, che aveva visto con una certa precisione l’epilogo della vicenda il 29 novembre, siamo a una svolta. Ancora una volta le sue parole ci incuriosiscono ma anziché dispiacerci, ci fanno piacere: “Questa storia ci lascerà tutti senza parole per la sorpresa, non siamo lontani dalla risoluzione del caso. Prenderanno chi è stato. Sento che si sta avvicinando il momento. Stanno lavorando bene le Forze dell’Ordine. Ci saranno risultati che ci sorprenderanno.”
Siamo ad un passo dal colpevole, l’assassino?
Un identikit sta pilotando l’attenzione di tutti verso quelli che potrebbero essere particolari salienti ma al momento, oltre alla statura e alla corporatura, non è venuto fuori nulla di così decisivo e che valga la pena di essere segnalato. I pochi indizi non portano al momento da nessuna parte, ad analisi concluse, probabilmente acquisteranno quel valore che non vediamo ancora perché troppi rientrano nei due indizi riportati da stampa e televisioni.
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- nicdamiano