Politicando
SE NON BASTA FUKUSHIMA
Non lo so se la Cabala assegna un significato particolare al numero 11. So però che le due più grandi tragedie dall’inizio del nuovo millennio sono avvenute il giorno 11. Quelle tremende sciagure in cui sembra che ci ha messo le corna il diavolo, che non si conquistano solo una pagina nei libri di storia, ma chiudono un capitolo e ne aprono un altro.
Quello del post 11 settembre lo stiamo ancora scrivendo, questo del post 11 marzo inizieremo a scriverlo tra qualche giorno, quando avremo finito a contare i morti e ci saremo ripresi dallo shock. Ma già sappiamo come cominciare, qualcosa l’abbiamo già capita, o meglio, abbiamo avuto una riprova di quello che sapevano già da tempo. Ossia che questo mondo è diventato troppo complesso per la democrazia. Se devi decidere, devi sapere di cosa si sta parlando, se no non stai esprimendo la tua volontà, ti stai facendo persuadere da chi ne sa più di te. Oggi l’Italia è scesa in piazza per difendere la Costituzione e la cultura, lo stesso corteo a sostegno dei due temi. Ed è giusto così, Costituzione e cultura sono il culo e la camicia della democrazia, la presidiano insieme. Però la questione nucleare sollevata dal terremoto di ieri tocca un nervo scoperto: il sapere che diventa sempre più parcellizzato e specialistico che si frammenta in branche sempre più ristrette in mano a sette che parlano un linguaggio criptico comprensibile solo agli adepti. Gli OGM sono nocivi o no? Ne dibattono gli esperti d’ingegneria genetica tra di loro, il resto dell’umanità si farà convincere dalla propaganda. Il nucleare è sicuro o no?
Gli esperti sono divisi, gli altri lo scopriranno solo vivendo. O morendo. Perché è questa la cifra del terzo millennio: l’incertezza. Che deriva dall’essere all’oscuro di quello che si agita sulle nostre teste. Gruppi di intelligentoni controllano ciascuno una branca specifica della scienza e sperimentano sulla pelle di miliardi di persone, mentre la parte più istruita e avveduta si appassiona al dibattito senza però sapere di cosa si sta esattamente parlando, salvo capirlo quando esplode una centrale nucleare e allora i partigiani del NO al nucleare diranno “Che avevo detto io?” e i sostenitori del SI’ diranno “Oh cazzo!” Però non tutti si potranno scambiare queste considerazioni, solo i sopravvissuti, gli altri non sapranno mai com’è andata a finire. Quando sarà troppo tardi, si scopre che le centrali nucleari giapponesi sono state costruite per sopportare un terremoto di 8,5 gradi della scala Richter, perché chi capisce in queste robe, ha ritenuto che fosse abbastanza. Noi profani ne eravamo completamente all’oscuro, e anche se fossimo stati interpellati in base a quali elementi potevamo giudicare se non era il caso magari di alzare la soglia di sicurezza a 9 gradi? Poi però è successo che il sisma è stato di 8,9 gradi e le strutture non hanno retto. Ed ecco finalmente risolto l’arcano: è sicuro il nucleare? Nossignore, non lo è. Ma c’è voluto un disastro per scoprirlo. Pare che le centrali italiane saranno costruite per resistere a scosse di circa 7,1 gradi, chi ce la mette la mano sul fuoco che un giorno non avremo un sisma più potente? Per gli OGM non possiamo ancora pronunciarci. C’è chi dice che sono nocivi e chi no. Fino al giorno in cui ci sveglieremo tutti blu e con gli occhi gialli.