AMBIENTE
Bonaccini-Schlein: tuffo nel fango dell’alluvione
Tuffo nel fango dell’alluvione’, è proprio il caso di dirlo, a causa dei 55 milioni restituiti, dal Presidente della Regione Emilia Romagna e la sua ex-vice Elly Schlein, tra il 2021/2022. Tutto porta a galla l’acqua, che scende minacciosa dal cielo, anche quello che la giunta di allora, fece: restituzione al Ministero delle Infrastrutture 55,2 mln di euro dei 71,9 al destinati al territorio dallo Stato per la manutenzione e messa in sicurezza dei corsi dei fiumi… [n.d.r]. Soldi destinati proprio al territorio.
Una tragedia annunciata? Ha ragione Stefano Bonaccini quando cerca di far capire a noi giornalisti, che i tempi burocratici troppo lunghi, non si muovono con la stessa celerità degli eventi eventi reali? Probabilmente si. La burocrazia è sempre stata il male oscuro dell’Italia che, a causa dei cambiamenti climatici, non può più nascondere le sue deficienze.
Siamo alle solite o continuiamo a mettere nei posti sbagliati persone che non c’entrano niente con i problemi della gente, che non sanno immaginare il futuro delle loro città ma rafforzano il pensiero fatalista che ci pervade: la speranza non muore mai. I territori sono mutati, dobbiamo mettercelo in testa, gli scenari davanti ai nostri occhi, cambiano continuamente. Ci limitiamo a seguire sui social gente che spende un tempo utile, che anziché preoccuparsi dei problemi del paese, fanno uso della loro immagine a sproposito e con sprezzo del pericolo. Prima o poi, anche le formiche si incazzano.
40.000 sfollati, 14 morti, probabilmente più di un disperso, 24 fiumi esondati e che hanno prodotto alluvioni che non avremmo mai immaginato potessero accadere. 400 strade interrotte, la via ferroviaria seriamente disastrata, acqua sulla statale, una regione in ginocchio che grazie alla velocità di quei giovani- di cui nessuno parla- ma che su Telegram gab fatto un tam tam d’aiuto e sono accorsi in quelle zone, muniti di pale, verso chi necessitava di aiuto immediato.
I territori da noi abitati e sempre più mal amministrati, si troveranno nuovamente nella difficoltà in cui oggi si trova l’Emilia Romagna. Na tutti attendono con ansia l’arrivo del 2030, per assistere allo stop della circolazione su ruote non a norma. Ma fino ad allora? Il clima si sfoga dove trova spazio e quello “spazio” non c’è più. Tutti hanno costruito come se non ci fosse un domani, politici di basso profilo, leggi che non portano da nessuno parte, TECNICI che dovrebbero risolvere e complicano i problemi della gente, commissari straordinari che di straordinario hanno solo il compenso. Probabilmente siamo l’unico Paese Europeo che non riesce a spendere il denaro U.E perché incapace di farlo nei tempi richiesti dall’Europa. Già! Ma la domanda sorge spontanea: “perché gli latri ci riescono”?
Viene da ridere, se non ci fosse da piangere, soprattutto per quelle nove persone che si sommano a tutte le altre, vittime di tragedie che mantengono gli stessi errori alla base. Impianti malfunzionanti e con agibilità certificata dagli organi competenti. Controlli questi sconosciuti. Nessuno mai paga o lascia il proprio posto e stipendio, anzi, ci sono premi ad oltranza, visto che c’è chi diventa Segretario di Partito, altri che assumono ruoli di primo piano in ambito internazionale ma che in casa propria non hanno certo brillato. Ogni tanto, un giornalista esce dallo schema e si accorge che forse potrebbero esserci delle carte che devono essere lette con maggiore attenzione. Ovviamente, io dirigo un giornale di intrattenimento (?), è normale che non me ne preoccupi. Ma le carte della Corte dei Conti le ha spulciate un po’ per tutti, il direttore di Open, Franco Bechis, segnalando quanto segue sui finanziamenti restituiti che dovevano servire a fare la manutenzione della rete idrografica del bacino Lamone, i lavori di sfalcio, taglio vegetazione, ripristino delle sponde in frana, interventi su più torrenti, tratti di emergenza, taglio vegetazione, ripristino sponde…
La lista è lunga.
Poteva essere minore il danno a case, cose e persone? Probabilmente lo scenario non sarebbe stato così disastroso ma il danno non si sarebbe evitato.
Per l’Emilia Romagna e le altre regioni che hanno restituito denaro perché non sapevano spenderlo nei tempi richiesti, non si chiede la galera ma almeno che vengano interdetti dalla cosa pubblica fino a quando non ci sarà vera chiarezza ma soprattutto un Premier che dovrebbe demandare un a tragedia del genere se non se ne può occupare subito. A cosa servono due vice Premier? La risposta è facile “come un vice presidente di regione”.
- VIA
- nid@
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