AMBIENTE
Alluvione E. Romagna e il disastro inaspettato.
Rimini. Sono rimasti tutti a bocca aperta per l’alluvione in Emilia Romagna, avvenuta solo pochi giorni fa, il 16 maggio ma già dall’uno al tre maggio, la regione era stata investita da precipitazioni violente e abbondanti. Nulla però, da parte di chi ci abita nella regione aveva presagito un evento tanto drammatico che ha generato 40 mila sfollati, 14 vittime, danni incalcolabili e 20 mila sfollati.
Esiste una colpa? Di chi potrebbe essere? Elly Schlein e Stefano Bonaccini erano ai vertici della Regione, a loro la gente guarda e si interroga, soprattutto sui 55 milioni restituiti allo Stato e destinati a tutti quegli interventi che avrebbero potuto, almeno mitigare questa tragedia di cui non ci si riesce a farsene una ragione.
Secondo il nuovo Segretario del PD, che tra il 2021 e il 2022, con Stefano Bonaccini Presidente dell’Emilia Romagna, la restituzione è stata fatta perché non c’erano le possibilità di realizzare nei tempi richiesti. Toppo poco tempo e tanta burocrazia. Ma sono decenni che diciamo queste cose e mai nessuno, cerca di snellire il “calvario” di questi amministratori del territorio, che tutto vogliono, tranne essere colpiti dall’occhio attento della Legge.
La Regione ha dovuto restituire al ministero delle Infrastrutture 55,2 milioni di euro su 71,9 complessivi per l’incapacità di spenderli nei tempi previsti. Già così viene un po’ da ridere, considerate le continue accuse al governo sui ritardi nella messa a terra del PNRR. Ma il bello è che quei soldi avrebbero potuto contribuire a contenere il disastro che si è scatenato sul territorio con le alluvioni di qualche giorno fa.
Stando a quanto scritto dal direttore di Open, Franco Bechis [n.d.r], che si è impegnato più di altri colleghi, a cercare e rileggersi i rapporti della Corte dei Conti, il denaro che destinato ai nostri territori, tra i più ricchi d’Italia, erano previsti per la manutenzione ordinaria e sistemazione della rete idrografica del bacino Lamone. Lavori di sfalcio, taglio vegetazione, sistemazione sponde in frana dei tratti saltuari nei corsi d’acqua, bacini dei torrenti Idice e Sillaro, Savena, Quaderna, Gaiana e Fossatone, manutenzione del torrente Ravone, opere di manutenzione che non sono state fatte e in gran parte dei corsi d’acqua esondati. Trenta sono stati i fiumi esondati e la difficoltà, oggi, sta nel fatto che non si riesce ad eliminare la massa di acqua e fango, per poter liberare campi che finiranno per essere danneggiati inesorabilmente, dall’esondazione, lungamente stagnante.
Le strade ancora impercorribili, qualcosa si sta facendo ma ancora non si è liberi di muoversi e stimare i danni e permettere al numero infinito di sfollati, di poter avvicinarsi alle loro case per tentare di recuperarle o, recuperare qualcosa di caro o di utili. La solidarietà in Emilia Romagna ha sempre fatto la differenza, come un Angelo silente che ci accompagna. I decessi ci sono stati lo stesso, 14, la Protezione Civile e la macchina della Solidarietà subito presenti. I collegamenti, sono ancora precari e difficili sul territorio. La Premier Meloni, accorsa sul posto. calatasi nella parte con gli abiti giusti, ha preso atto del disastro e promesso piena vicinanza e aiuti alla cittadinanza.
- VIA
- nicdamiano
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