Il Lettorante
GLI INDIGNATI E I RASSEGNATI
E alla fine la marea è montata, le piazze indignate della Spagna si riverseranno in tutta Europa, anche in quelle italiane rassegnate, è solo questione di tempo. Dicono che siano le stesse onde dell’altra sponda del Mediterraneo che ha travolto regimi e stanno cambiando la geografia del mondo, ma ogni terra dà alle acque il suo colore e le intorbida dei suoi rifiuti.
E la marea degli indignati europei monta da un mare saturato dai rifiuti di quattro secoli, non degli ultimi due decenni, difatti, negli ultimi due, l’Occidente ha solo accelerato la sua corsa verso la catastrofe, ma la marcia era iniziata con la modernità. E’ nel ‘600 che l’uomo moderno iniziò il suo cammino di progresso ed era un sentiero luminoso, di donne e uomini liberi dalla cappa della superstizione e della verità imposta dall’autorità del papa e del re, un sentiero che avrebbe portato a un mondo perfetto, governato secondo ragione e affrancato dai mali dalla scienza, quegli uomini e quelle donne ne erano certi, si trattava solo di camminare e alla fine si sarebbe realizzata la profezia di Bacone. Il caro vecchio Bacone, l’uomo che più di tutti ha creduto nella scienza, era vera fede la sua, venerava gli alambicchi dei primi stranamore come i crocifissi, ugualmente strumenti di redenzione, il crocifisso che ci ha affrancato dal peccato originale e la scienza che ci avrebbe liberato dalla condanna di Dio per la disubbidienza: le fatiche del lavoro e il dolore. Ecco che c’era alla fine del sentiero di quelle donne e quegli uomini: il ritorno al paradiso terrestre. Ma anche sul sentiero più luminoso si finisce sempre per fare qualche passo sbagliato che ti porta fuori strada e adesso che siamo arrivati alla fine di quel cammino di modernità non ci abbiamo trovato l’Eden, ci abbiamo trovato un deserto postmoderno senza sentieri. Ci bbiamo trovato l’angoscia dell’insicurezza e nessuna strada da indicare ai nostri figli. Eravamo partiti bene, convinti che il progresso ci avrebbe reso liberi, ogni generazione sarebbe stata un po’ più felice di quella precedente ed ora i nostri figli ci chiedono se la precarietà, l’insicurezza e il conflitto permanente era quello che intendevamo per paradiso terrestre. E ora gli dobbiamo dire che qualcosa è andato storto, forse abbiamo voluto strafare e tutta quella fiducia che riponevamo nella ragione alla fine ci ha fatto incartare in un mondo che è un immenso apparato che ha finito per intruppare quelle donne e uomini che volevano essere liberi dal papa e dal re e hanno finito per essere mortificati da regole che non guardano in faccia a nessuno: qui c’è lavoro per tot gente, accapigliatevi per piazzarvi, gli scarti si arrangiassero. Eppure lo dovevamo sapere che andava a finire così, abbiamo avuto quattro secoli di tempo per correggere il tiro e pure qualche profeta ma qualche decennio fa invece di deviare il percorso abbiamo preso la rincorsa, tutti appresso alla pecora nera del mercato globale fino al limite del burrone. E abbiamo predicato pure così è se vi pare, ma tanto questi sono rassegnati, non sanno con chi prendersela e alla fine si adegueranno. Erano i nostri figli e gli abbiamo detto: “Rassegnatevi!” E loro invece si sono indignati. Non è un fuoco di paglia, non si fermeranno, sommergeranno tutto con la propulsione delle maree che partono da lontano, sono gli ultimi nati di un’era finita e i nuovi di un’altra che non ancora inizia: quando la storia passa per uno di questi crocevia non si ferma, deve sgombrare l’incrocio.