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Meta-Morphe
Si inaugura il prossimo 01. 08.2011 alle 18.30 la mostra collettiva Meta-Morphe, a cura di Marta Massaioli e con il sostegno di Crudelia Art Magazine? La mostra è un gesto significativo a riprova dell’opera svolta dall’Associazione NARCONON nella lotta contro la droga e l’alcolismo. Un destino che ha tragicamente travolto la vita di molti artisti, da Chat Baker fino a Mario Schifano. L’idea che la metamorfosi e lo stupore possano essere stimolati anche nella totale assenza di uso di sostanze è il filo conduttore della mostra, che intende farci riflettere sul senso dell’esistere e sulla forza dell’essenza spirituale di ogni individuo.
La metamorfosi è quel fenomeno che consiste in una trasformazione, un passaggio da una condizione dell’esistere ad un altra. Non migliore, ma dissimile dalla precedente.
È uno degli aspetti del reale che da sempre ispira l’opera di artisti e scrittori, ma anche biologi, fisici, astronomi. Questa condizione misteriosa ora è generativa nell’equilibrio dello spazio profondo,ora strutturante in quanto controlla i passaggi attraverso diversi stadi fisici. Riflettere sulla mutazione significa affrontare senza alcuna paura il paradosso
e la paura dell’ignoto, creare ex novo, uno status estetico all’interno del quale possiamo esperire il sublime. Superare l’immobilità e l’“impotenza” dell’immaginazione umana, chiusa entro i termini del “sogno” e la gabbia del reale, per esplorare la non finitezza e la forza primigenia della natura.
Ampliare, dunque, le proprie capacità percettive, così solo e semplicemente attraverso un lungo e profondo immergersi nei flutti del nostro essere ancestrale. La mostra Meta-Morphe presenta opere di artisti che hanno riflettuto in vario modo su questo argomento, trattandolo in modo più o meno conscio, attraverso la loro peculiare espressione artistica, accomunati dalla capacità di ampliare attraverso le loro opere la nostra possibilità di avere esperienza di ciò che è infinito, ignoto,non ordinario. Ringo of Dakar da anni lavora sul tema del confronto tra la cultura africana e quella occidentale, ripercorrendo miti della tradizione classica e Seicentesca e reinterpretandoli con abissale potenza.
La Venere di Milo è ora una Venere Nera, la Venere d’Urbino di Tiziano è espressa nel corpo scultoreo della modella congolese,mostrando così un inequivocabile desiderio di descrivere i confini della nostra finitezza culturale riguardo al corpo. Infatti, solo attraverso il fermo immagine della foto, o dell’opera, il corpo può finalmente competere con lo strapotere dell’universo e del trascorrere del tempo. Gino De Dominicis ha creato un cosmo complesso, popolato di creature capaci di mutare forma, colte spesso nell’attimo della loro trasmutazione da uomo a uccello, da donna a dea, in uno scambio continuo tra l’umano e il suo doppio, tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile, con una costante tensione verso un’ipotesi di immortalità del corpo, egli anticipa con la sua arte e i suoi scritti, tutte le concezioni e le scoperte anni ’90 (del secolo scorso) della biologia molecolare e della fisica. Mor Talla Seck, lavora sull’idea di una natura proteiforme che si disvela attraverso un innesto genetico misterioso che unisce elementi desunti dalla tradizione iniziatica della Casamance, con raffigurazioni post-human, esseri sospesi fra teriantropia naturale e l’innesto tecno-estetico.
Opere di: Ringo of Dakar (Ibrahima Diop), Ousmane Dago Ndyae, Domitilla Damiani, Gino De Dominicis, Vettor Pisani Andres Serrano, Mor Talla Seck.
Domitilla Damiani enfant prodige e figlia d’arte, all’età di 4 anni partecipa alla Biennale di Porto Ercole su selezione di Simona Cresci, all’età di 7 anni partecipa alla performance Melancolia di Vettor Pisani, come attrice out of set. Solo show all’Orfeo Art Gallery di Bologna, ha realizzato un ritratto autorizzato di Vettor Pisani, Joseph Kosuth all’età di 11 anni. Autrice di collages digitali, attualmente vive e lavora tra Roma e Londra. In questa serie presenta l’opera DNA d’artista, in ricordo di Gino De Dominicis.
Ousmane Dago Ndiaye è nato a Ndiobene, in Senegal, nel 1951. Fotografo, artista, garfico. Ha rivoluzionato l’universo tradizionale del Senegal. I corpi dirompenti, colorati e pieni di energia,colti nell’attimo della lotta, nascondono sotto uno spesso strato di malta e colore la connotazione geografica e genetica,auspicando una mutazione che oltrepassi la confusa definizione della connotazione geografica di un corpo. Ha partecipato con l’opera Femme de Terre alla 49 Biennale di Venezia.
Andres Serrano nato a New York nel 1950 è forse uno degli artisti più controversi e finemente provocatori degli anni 90. La sua estetica è uno scatto semplice, il primo piano e lo sfondo. Serrano mescola l’osceno con il sublime, il sacro con il profano, ci mostra il lato oscuro dell’umanità e dell’essere, ciò che ci disgusta , ma poi trasmuta l’orrido in desiderio, in perfezione ed equilibrio estetico e cromatico. Sono presentate in mostra per la prima volta a Fano, opere appartenenti alle serie History of Sexy, Body Fluids . Afferma Serrano: “Sicuramente se le immagini fossero state solamente belle per me ci sarebbe stato un problema di fondo, ossia che sarebbero state pure e semplici decorazioni. Generalmente preferisco delle immagini belle ma che facciano riflettere la gente o che per lo meno la turbino […]. Non mi piacciono molto gli effetti speciali, cerco di ottenere delle istantanee; quello che vedete quindi è esattamente quello che vedevo io nel momento che ho scattato le foto. Di certo non ritocco una foto”.
Vettor Pisani da anni lavora sui temi dell’androginia e della mutazione, architetto, germanista, teologo, pittore, commediografo, maestro massone (Rosacroce: Diciottesimo grado dello scozzesismo), nasce nell’Isola d’Ischia (Napoli) il 12.7.1934. Il padre è ufficiale di Marina mentre la madre è ballerina di Strip-Tease. “Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp”. La dottrina dei Rosacroce, i riti alchemici e le filosofie esoteriche sono alcuni dei riferimenti contenuti nei lavori esposti, incentrati sul mistero della Sfinge, sul mito di Edipo e sulla figura di Duchamp stesso. Nel 1972 viene invitato a “Documenta 5” di Kassel ed espone Lo scorrevole.
Izumi Chiaraluce Una delle più promettenti artiste del momento. Le opere di Izumi, giovane e schiva ragazza italo-nipponica divisa fra Parigi, Roma e New York, sono state esposte a Milano, Bologna, Roma, Parigi, Bruxelles, Ginevra, New York, Tokio e Lituania. La sua creatività si incentra prevalentemente su ritratti, vissuti come spunti “per riflettere su cosa vuol dire vivere fra lingue, culture, mentalità distanti e riassimilarle a modo proprio”. Parallelamente, Izumi porta avanti una serie di lavori complementari, quadri e disegni astratti, “dove l’idea della memoria si dilata e si stratifica”. La sua evoluzione artistica la sta portando a sperimentare anche il video digitale e l’animazione.
Elisa La Raia Nata a Potenza nel 1973, vive e lavora tra Potenza e Bologna. Giovane presenza alla Biennale di Venezia settore giovani nel 2001 consegue il diploma di laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con tesi in Antropologia culturale, è stata ospite nel 2000 del “Simposio Internazionale di Scultura nella Città” presso l’Università Parigi 8 di Parigi, nel 2001 frequenta il corso di Set Designer presso la Wimbledon School of Art di Londra, nel 2007 partecipa alla residenza del “50° Premio Campigna” a cura di Rosalba Paiano, Visiting professor Anne e Patrick Poirier. Nel Gennaio 2004 crea a Bologna Orfeo Hotel contemporary art project, opera d’arte in progress sul concetto di scambio identitario, oggi project room sul web, (www.orfeohotel.com). Dal 2006 cocura la manifestazione Art for Art’s Shake a Bologna.
GALLERIA EXHIBITION ART – Fano (Pesaro E Urbino), Via San Paterniano 8 (61032), Italia
Info : Roberto Gianmattei +39 3333489980 a cura di Marta Massaioli buongiornoarte@gmail.com Orari : tutti i giorni dalle 17.00 / 19.00 e dalle 21.00 alle 24.00 Vernissage 01.08.2011 / Finissage 31.08.2011