Editoriale
L’Utile Idiota
“Ciò che io racconto è la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può fare a meno di venire: l’avvento del nichilismo. Questa storia può già ora essere raccontata; perché la necessità stessa è qui all’opera. Questo futuro parla già per mille segni, questo destino si annunzia dappertutto; per questa musica del futuro tutte le orecchie sono già in ascolto.
Tutta la nostra cultura europea si muove in una torturante tensione che cresce da decenni in decenni, come protesa verso una catastrofe: irrequieta, violenta, precipitosa; simile ad una corrente che vuole giungere alla fine, che non riflette più ed ha paura di riflettere.” (Nietzche)
La lungimiranza di Nietzche fa accapponare la pelle a chi si chiede il perché delle cose… e non stiamo parlando del primo dei Sette Saggi: Talete da Mileto, ma di quelle poche persone che si fanno ancora qualche domanda sul loro vivere in questa società dai bisogni inutili, dove il protagonismo è dato a tutto ciò che è effimero e al personalismo che distrugge la collettività. Tutti noi, siamo alla mercé di pochi “illuminati” che delle nostre vite continuano a programmarne un buio futuro con il miraggio d’icone sacre che fungono da testimonial al nostro male di vivere, dandoci a bere che tutto è permesso, niente c’è precluso. Su quest’onda perversa comportamentale, siamo entrati nel 21mo secolo con la peggior idea di cosa significhi stare al mondo e ringraziare: Dio, Maometto o Buddha – per chi ancora ha una fede- e per color i quali sono Umanisti Laici come me, che credono in ogni singolo uomo e in ciò che può dare su questo meraviglioso passaggio terreno.
L’espressione “utile idiota” venne usata per la prima volta dai sovietici e nello specifico, da Lenin. Il riferimento era indirizzato agli alleati dell’ultima ora, quelli che si potevano utilizzare ad appannaggio della causa comune. In America il termine, assunse una nuova connotazione, a più ampio respiro e andava a colpire chi si riteneva dal basso profilo, sia per cultura, sia nel sociale. Ma l’utile idiota, consapevolmente o meno, concorre alla distruzione dei valori più preziosi della nostra cultura e società. Nello specifico, giusto per inoltrarci in un’idiozia che sembra pervaderci tutti, chi è costui? E’ l’uomo che vogliono far diventare i media al soldo del dio denaro, egli deve essere mediocre a tutti i costi ma proprio per questo è sopravvalutato, per poi essere abbandonato al suo destino, ma sarà un grande illusionista della parola “altrui”, capace di far propria per un tornaconto comune- dove soffia il vento-, perché capace di plasmarsi ad immagine e somiglianza del potere di turno, che ne sia cosciente oppure no.
Tra le penne sagaci, Longanesi, giornalista, – editore, umorista, fu uno dei primi a definire chi portava acqua al mulino di un certo partito, pur non appartenendo allo stesso, con il termine “utile idiota”. In Italia, ieri come oggi, ce ne sono sempre stati di “utili idioti”, fanno la differenza, confondono le acque ma non saranno mai nessuno.
Come si riconoscono? Pendono sempre dalle labbra di chi il potere lo muove, di là dal bene e del male; capaci, adatti ad ogni circostanza, funzionali in questa società “liquida”, che liquiderà anche loro con un colpo di spugna. La loro utilità è discutibile, si auto utilizzano e si azzerano in automatico, perché è questo il vero utilizzo che la società fa di loro.
Ahimè!!! Si è sempre l’Utile Idiota di qualcun altro, ma siamo poi sicuri di voler continuare ad essere utilizzati a uso e consumo di chi gioca con noi come se fossimo pedine di una grande scacchiera dove la direzione è imposta? Che sia arrivata l’ora di usare le nostre celluline grigie? Chissà, magari non sforneremo grandi cose, ma proprio qui sta il bello….quello di sbagliare con la nostra testa, giacché, chi è preposto a fare i nostri interessi, con la scusa di migliorarci la vita, è abbastanza evidente che non sa che pesci pigliare. Meditiamo sull’idiozia che ci sovrasta, evitando che questa possa oscurare le nostre menti a danno delle nostre vite.