Cinema & Spettacolo
DONNE, NON PERDIAMO LE SPERANZE, “C’E’ ANCORA DOMANI”
Roma. Mentre ogni anno, il numero di donne che vengono uccise per mano degli uomini, aumenta, ecco che un’altra ” donna”, riporta l’attenzione sul genere femminile, rafforzandone il concetto di autodeterminazione, da sempre e silenziosamente, inseguito dalle nostre mamme, nonne e bisnonne. Un attrice e seria professionista, si presenta al pubblico con il suo film, C’è ancora domani, che salta nella top ten della lista dei favoriti al Premio David di Donatello.
Il David di Donatello è un prestigioso premio cinematografico, assegnato dall’Accademia del Cinema Italiano e si ispira all’omonima scultura dell’artista Donatello, realizzata tra il 1440 e il 1443 in bronzo (158x51cm) e attualmente esposta al Museo Nazionale del Bargello a Firenze. Man mano che il premio ha assunto la sua importanza, negli anni, le location, in cui venivano presentate le edizioni, non sono state sempre le stesse e l’ultima, si è svolta nella capitale, Roma. A questo punto, non ci resta che presentarvi la notizia, che è riuscita a moltiplicare la nostra curiosità sul film C’è ancora domani, pellicola firmata, per la regia da Paola Cortellesi, che la vede protagonista di una bella storia.
A detta dei più, il film è una sorta di manifesto dei “diritti” disattesi delle donne, che correla le loro difficoltà di ieri, di raggiungere una posizione più autorevole in seno alla società, alla famiglia, in una relazione. Realizzato con l’apparente intento di omaggiare i grandi classici del cinema italiano del “dopoguerra”, il periodo in questione vedeva la donna forte e motivata al solo scopo, di accudire e lavorare per la propria famiglia. Il bianco nero della pellicola, ristabilisce e chiarisce, quel ruolo occupato dalla donne nel dopoguerra.
“Ieri come oggi e (forse ?) meno di domani“, gli uomini sembrano suonare, sempre la solita grancassa, utilizzando le “note” democratiche in esubero, pur di compiacerci e convincerci, che la nostra vita è cambiata e il voto ha consegnato nelle mani delle donne, un potente strumento di decisione slegato dal potere patriarcale cui erano soggette. Mia nonna diceva che “fatta la legge, trovato l’inganno” ma soprattutto, che lo strumento utilizzato allora, secondo lei, è ancora disatteso, nonostante i traguardi raggiunti dalle antesignane progenitrici. Con il film, Paola Cortellesi, mette l’accento sul successo di pubblico femminile alle urne, il Paese, per la prima volta, dava loro quella voce, sino ad allora, soffocata e con il voto, giungeva a tutti, forte e chiara.
La pellicola affronta con una punta di ironica tristezza e il riferimento va alla scene delle “botte” ricevute da Delia, dal marito e al callo che aveva fatto, nel prenderle per ogni sua mancanza agli occhi dell’uomo. Questa è stata la spinta iniziale che ha armato di penna le nostre mamme e nonne o bisnonne, motivando una brava attrice che senza tanto clamore, che ha voluto mettere in risalto, il primo e coraggioso NO delle donne all’uomo, in una società prettamente patriarcale.
Il titolo del film, probabilmente vuole invitare il genere femminile a non perdersi d’animo davanti alle grandi sfide, a coltivare la speranza di potercela fare a realizzare i propri sogni, come la protagonista, Delia, che la custodiva nel silenzio al punto di riuscire a trovare la forza per risolvere un guaio, in seno alla famiglia. E’ come se le belle immagini del film, “autentici” fotogrammi di un passato che dovremmo ricordare più spesso e la modernità ha quasi azzerato.
C’è ancora domani, è l’urlo silenzioso delle donne di allora, che spronano dal loro “silenzio” ma non sottomissione, le figlie, le nipoti, le nuove generazioni partite da “loro”, affinché gli sforzi fatti, non siano stati vani. Purtroppo, oggi, nonostante si sia entrati nel nuovo millennio, per molte donne, del domani c’è certezza. Personalmente, il film, lo ricevo come un’omaggio di Delia/Paola, a tutte le donne. E si, perché non dovrebbe essere il “manifesto” dal silenzio assordante, realizzato da una donna in gamba, Paola Cortellesi, che ha saputo circondarsi da veri professionisti, un cast che calza a pennello il film. Valerio Mastrandrea, nella finzione, è il marito di Delia, Ivano Santucci. Romana Maggiora Vergano interpreta la primogenita dei Santucci. Emanuela Fanelli, è l’amica di Delia, Marisa. Il suocero di Delia, Sor Ottorino Santucci, è Giorgio Colangeli, Nino, ex fidanzato di Delia, è Vinicio Marchioni.
La lotta contro la violenza sulle donne, in Italia, ha sempre la priorità. Nel 2023, ogni 3 (tre) giorni, una donna è stata uccisa per mano di un uomo, compagno, fidanzato o marito e, se per sbaglio, c’erano i figli presenti, la loro sorte, non è stata delle migliori. Nel 2022, invece il numero è stato più alto, 128. Ogni 2,8 giorni, una donna moriva per mano di un uomo di cui si fidava o aveva paura. Un flessione che non dice un granché, visto che anche una sola vittima, ha la sua importanza.
2024, il bollettino delle atrocità è già ricco di omicidi: 20 donne uccise dall’inizio dell’anno, di cui 18 in ambito, sia familiare, sia affettivo (partner sentimentale o convivente). Sono passati solo tre mesi…
La necessità che bravi legislatori in collaborazione con le Forze dell’ordine e Istituzioni, si adoperino al fine di azzerare una piaga sociale e macchia nera che etichetta da troppo tempo il nostro Paese sulla violenza di genere, è urgente e doveroso.
Nella speranza che C’è ancora domani, sia soprattutto motivante per tutte le donne, che continuano a correre dietro stereotipi del tipo che la “parità tra uomini e donne” esiste, che “hanno tutti eguali diritti”. Non è così. Almeno, non ancora. Fino a quando la donna guadagnerà il 20% in meno degli uomini, in pari professione. Tutto quello che si dice in più è solo aria fritta.
La parità per la donna non è fumare, una sigaretta tra le labbra porta il cancro, non il rispetto. (nida)
- VIA
- nicdamiano
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