Cinema & Spettacolo
Vallanzasca: “san francesco” del III Millennio!
Quando la figura storica incontra il cinema, l’equivoco è inevitabile. E’ sempre successo e continuerà a succedere; il piccolo o il grande schermo conferiscono dei contorni strani, quasi aurei a personaggi dubbi e di scarsa moralità e finiscono per diventare eroi anche i delinquenti più incalliti.
Ma il film, lasciatecelo dire, avrebbe vinto comunque perché se al bel Renè storico si associa la faccia d’angelo di Kim Rossi Stuart, il mix è perfetto e pronto per essere servito. Ultimo esempio in ordine di tempo è il film di Michele Placido, Vallanzasca – gli angeli del male. Abbiamo assistito tutti alla polemica sulla messa in onda o meno di questo film e quando c’è polemica, c’è voglia di vedere ed è lì che le televisioni vincono in quello share di ascolti che si chiama audience. Il gioco del cinema è sempre un gioco sporco, anche quando si fa con le migliori intenzioni, se poi ci inseriamo anche la politica, la fase storica e i tempi che furono, è facile annebbiare la mente e far vedere ciò che si vuole. In quest’ottica Michele Placido ha dipinto un Vallanzasca vittima della circostante, capro espiatorio dei tempi che furono, uomo con una morale tutta sua eppure condivisibile. A poco serve la giustificazione di aver tratto la trama dall’autobiografia di Vallanzasca, perché se andiamo a vedere bene, lo stesso Vallanzasca ritrattò le cose scritte in quel libro, anni dopo … quindi, perché non prendere l’ultima in ordine cronologico? Perché non dipingere la realtà nuda e cruda? Purtroppo immergere le persone, sia esse negative, sia positive sotto uno strato di romanzesco che prende troppo spesso i toni di un eroe post romantico fa parte di una lunga tradizione cinematografica che riesce a far vedere “in costume” anche cose che non hanno una parentela nemmeno alla lontana. Con Vallanzasca – gli angeli del male, abbiamo assistito alla rappresentazione di un uomo che ci ha affascinato, un uomo contro cui lo stato si è scagliato ingiustificatamente, un Robin Hood sui generis ed è stato facile, durante i titoli di coda sognare un eroe del genere anche perché gli occhi azzurri e puri di Kim Rossi Stuart sono difficili da dimenticare!
Ma non è così, non è andata così e questo lo vogliamo ricordare sopratutto alle nuove generazioni, quelle che non hanno ideali, quelle che a mala pena sono capaci di esprimere i loro sentimenti, quelle che vivono in tempi troppo veloci e si lasciano sfuggire i dettagli.
Dipingere Vallanzasca come una persona che voleva arricchirsi senza far del male a nessuno, mettergli intorno amicizie sbagliate e una scarsa lucidità nello scegliere i tempi in cui muoversi non fa altro che far credere ai nostri figli che è vera la massima machiavelliana del fine giustifica i mezzi. Ma se già questa massima era sbagliata nei tempi in cui veniva teorizzata figuriamoci nei caotici e bui anni settanta. Per quanto controversa sia la figura del bel Renè non dobbiamo dimenticare che ha tenuto sotto scacco parte dell’Italia in un ventennio e che ha lasciato dietro di sé, una scia di morti e tragedie. E queste morti, queste tragedie reclamano, seppur silenziosamente, una loro dignità, un loro valore. La frase messa in bocca a Kim Rossi Stuart con riferimento ad un poliziotto: “Tu hai l’indennizzo per uccidermi”, non deve far calare il mistero del bello e impossibile su Renato Vallanzasca… lui, ha ucciso senza battere ciglio quelle stesse persone di legge che oggi sono in piazza a scioperare perché sottopagate ed esposte a rischio di vita ogni volta. Sono quelle stesse persone per cui i nostro figli esprimono solidarietà e cliccano sul tasto “mi piace” in Facebook e non è possibile far passare un messaggio del genere alle nuove generazioni. Nessuno è pagato per uccidere qualcuno e chi si sente braccato, non deve uccidere per sentirsi libero. Non va così, non è una società civile quella che veicola messaggi di questo genere e di questo dobbiamo esserne certi e consapevoli tutti!
La romantica uccisione di Loi raccontata da Placido è in realtà una degli omicidi più efferati che abbia commesso Vallanzasca finita in una decapitazione e nel gioco a calcio con la testa del Loi.
Signori e signore svegliatevi, non lasciate che i vostri figli vivano di eroi malati, voi che avete visto con i vostri occhi, voi che avete condannato e vi siete sdegnati quando nei primi anni del duemila il tribunale concesse una libertà vigilata e a tempo al bel Renè, dandogli un lavoro e dei contributi, voi che c’eravate ricordatevi sempre che come cantava Francesco De Gregori, la storia siamo noi, nessuno si senta escluso!
- VIA
- Lucia Del Grosso