FARE POLITICA SIGNIFICA DIRE PIU’ NO CHE SI’.
Enrico Letta intervistato da Mauro durante l’evento “La Repubblica delle idee” ha raccontato un aneddoto fantastico. Era Presidente del Consiglio Ciampi e si trattava di individuare la città che avrebbe dovuto ospitare il G8.
Ciampi riunì intorno ad un tavolo fior di tecnici che, pur nel pluralismo delle opinioni, convergevano su una preclusione: Napoli no, no e no. Ciampi li ascoltò, li ringraziò per il contributo e annunciò che il G8 si sarebbe tenuto proprio a Napoli, tiè!
Era impazzito? Aveva voglia di prendere in giro i suoi collaboratori? Si è accorto che i suoi tecnici erano incompetenti?
No. Stava solo facendo politica. Anche se proveniva dal mondo tecnico, ma non è che uno se nasce tecnico, tecnico muore. Cioè quell’attività che ascolta la tecnica che espone i problemi, ma poi sa ribaltarli e trasformarli in opportunità. Ciampi conosceva la differenza tra tecnica e politica. La tecnica analizza i dati e cerca la soluzione ai problemi nell’ambito del quadro definito da quei dati. La politica guarda i dati, ma poi alza lo sguardo e immagina. E Ciampi immaginò le grandi opportunità che si aprivano per Napoli, la possibilità di mettere sotto i riflettori del mondo quella perla del Mediterraneo per sfatare i luoghi comuni e l’immagine distorta che circola a livello internazionale. E immaginò pure i ritorni economici derivanti da quella scelta. Ciampi seppe dire di no al senso comune, seppur qualificato, dei suoi tecnici. Immaginate se si fosse tenuta una consultazione in rete. Quanti “mi piace” avrebbe avuto l’opzione Napoli? E vi immaginate gli educati commenti dei leghisti o anche semplicemente di gente animata da quel senso comune che inchioda Napoli alla monnezza? Ecco, la politica è anche dire di no ad uno tzunami di clic poco avvezzi alla riflessione ed all’immaginazione.
Poi Letta ha raccontato anche un altro aneddoto, questa volta non proprio edificante: mentre il PD era impegnato nella tragica discussione sul nome da proporre al Quirinale i parlamentari erano più attenti alle parolacce spammate nei blog che alle riflessioni che si stavano producendo. Bravi! Standing ovation! Ciampi li avrebbe presi a pedate, lui che aveva saputo dire NO non a sbrocchi estemporanei di gente con il computer a portata di mano, ma a valutazioni competenti.
Il risultato comparato è che la scelta impopolare di Ciampi si è tradotta in un vantaggio per Napoli e per l’Italia, mentre la scelta populista dei parlamentari con sindrome compulsiva della rete è sfociata in un casino. Perché non fare quello che dice la gggente non significa strafregarsene della gggente, significa solo tenere conto della natura irriflessiva ed umorale del senso comune che spesso non è buon senso perchè gli manca un elemento essenziale: la responsabilità. Un clic a cazzo di cane lo puoi anche fare sotto un’onda emotiva che magari domani monta in senso contrario (proporrei ai grillini di ripetere le Quirinarie, voglio vedere quanti voti prendono la Gabanelli e Rodotà) o anche in preda ad un problema privato (la fidanzata ti ha lasciato per il tuo migliore amico, i vigili ti hanno rimosso la macchina in divieto di sosta, ti si è allagato il bagno e tu ce l’hai con il mondo intero): tanto non sei tu quello chiamato a decidere e che quindi si deve sforzare di immaginare le implicazioni e le conseguenze.
La rabbia c’è. E pure tanta. Ma non sbollirà accondiscendendo a qualche tweet. Si calmerà risolvendo i problemi veri, non quelli sollevati con le tecniche di “distrazione di massa”. Dicendo tanti NO.