LA PERICOLOSITA’ DEGLI IMBECILLI
Praticamente: se avessimo a che fare non dico con statisti, non dico con politici appena decenti, ma con persone comuni con quoziente intellettivo nel range medio, la questione del ritorno alle urne per la seconda volta in nemmeno un anno non si porrebbe neanche lontanamente. Berlusconi non solo non ci guadagna niente da nuove elezioni, ma rischia addirittura di precipitare nelle rovina se stesso, il suo partito e pure la sua famiglia, perché il suo impero verrebbe fatto a pezzettini. E infatti se io fossi la figlia non solo non mi farei tirare dentro questa pagliacciata della sua discesa in campo, ma lo farei interdire. E non meno demenziale è questo tormentone con varianti: prima grazia,poi agibilità politica, poi amnistia, poi rinvio della decadenza, poi eccezione di costituzionalità, poi non so più cosa immaginarmi. Fesserie. Tra poco il Tribunale di Milano fisserà la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici e tutto finirà in gloria. Per non contare le altre cosucce in arrivo, compresa, pare, la Procura di Modena che lo avrebbe iscritto nel registro degli indagati per vilipendio alla Magistratura, se è vera la notizia.
Quindi la facessero finita perché sono nella situazione rappresentata in una metafora non proprio elegante, ma che rende molto bene l’idea: quando ce l’hai in quel posto è saggio non agitarsi, perché altrimenti fa più male.
Ma …….
La premessa era che si avesse a che fare non dico con statisti, non dico con politici appena decenti, ma con persone comuni con quoziente intellettivo nel range medio.
E’ una premessa errata, infatti, pare che abbiamo a che fare con cretini totali. Ma non fraintendetemi, il mio non è un giudizio sulle persone. In politica le biografie non contano, bisogna sempre sforzarsi di fare un discorso di sistema.
E il discorso di sistema è: quando i partiti non sono più organismi che organizzano pezzi di società per difenderne gli interessi, ma strumenti di proprietà e a servizio di una persona, allora l’elemento razionale rappresentato dalla strategia migliore per attuare il progetto per cui il partito esiste viene meno e prevalgono le biografie con il loro carico di irrazionalità, passioni, umori, emotività.
Sì, perché se un partito è un soggetto collettivo che deve attuare uno scopo comune, si sceglie la classe dirigente che ha le competenze per attuare detto scopo e se un leader si rincoglionisce lo si sostituisce con uno all’altezza dei suoi compiti e così la razionalità del quadro politico è salvaguardata. Se invece prevale l’elemento personalistico l’irrazionale che alberga nell’imperscrutabile animo u
mano irrompe nella politica e diventa tutto un viluppo inestricabile di azioni e reazioni personali, per cui quando le cose vanno bene si fanno operazioni di corto respiro, quando vanno male subentra il panico, con il risultato che un’intera nazione diventa un manicomio. E tornando al nostro caso non ci si accorge che ci si sta scavando la fossa, pare di mostrare i muscoli ed invece si sta scoprendo solo la propria imbecillità. E da che mondo è mondo i deficienti hanno prodotto più guai dei delinquenti perché non si accorgono mai di aver oltrepassato il punto di non ritorno.
Esattamente come è avvenuto nel “brain storming” (le virgolette sono d’obbligo) di quattro ore nelle villa di Arcore. Un pomeriggio intero per scrivere una nota della serie “mo’ ti faccio vedere io, ma non so come”.
Per cui sinceramente non mi sento di fare scommesse su come finirà questa storia. Nebbia.
- VIA
- Lucia Del Grosso