Maturità
La maturità è una dimensione dove conta la misura. E’ maturo colui che sa ponderare, valutare. Sapere calcolare il tempo giusto, sapere valutare una situazione, il pro e il contro di una ragione. E quando si fa sera, che matura la giusta atmosfera per dire la parola che conta, per lasciare la giusta impronta.
E la scrittura che è cresciuta nel suo peso corretto, dona un testo maturo per la lettura gustosa. Maturità, a scola, arriva alla fine di alcuni anni di studio, dopo mille interrogazioni e mille affanni. Il tempo è maturo, si dice, quando non ha più secondi in avanzo e secondi carenti; la lancetta è nel quadrante preciso. Un uomo è maturo, quando la foga degli anni giovanili si è allentata, mentre glia anni dei capelli bianchi ancora non sono arrivati. Un tempo la maturità coincideva con la virilità, ora si è spostata molto più in là, almeno per i maschi che restano in casa dei genitori fino agli anni molto avanti. Si dice, invece, che la donna maturi prima, perché presto si sente pronta per un bambino. Quando il frutto è maturo? Quando è pronto per essere raccolto. Quando è pronto per essere raccolto un uomo? Forse quando è pronto per amare? Quanto si raggiunge la maturità in amore? Quando si dona se stessi, come il frutto pronto sull’albero a donarsi senza aspettare nulla in cambio? Ma la parola maturità rimanda anche al mattino. Come può essere il mattino il tempo della maturità? L’alba matura le ore che daranno vita al giorno e matura resto nel cielo la luce che scalderà fino al tramonto. E l’uva, nei suoi grappoli appesi, è matura per fare il vino, che inebrierà le menti festose, mature per le notti religiose. L’uomo è maturo per morire, forse, quando sa ascoltare i canti del tramonto, il cielo arrossato e pronto per il buio. Maturità delle stagioni e delle ragioni della natura, che ha tanta premura di non trasgredire le leggi dell’armonia. Maturità della poesia quando sa cantare in versi i primi vagiti e gli anni persi e i capelli bianchi. Maturità dei contadini stanchi di zappare le zolle brulle, e riempire le cantine di grano e di cipolle. E le mucche nella stalla dopo l’aratura autunnale, maturità generale dei fichi e degli ulivi, maturità dei cori giulivi nelle cattedrali e i discorsi un po’ banali sulle scalinate a raccontare delle mature annate in cui i cannoni muggivano feroci e i popoli erano immaturi per una pace universale, maturità salaci dei discorsi di democrazia. Maturità dei popoli per quella via. Ma tu, sei maturo per la tua semina, per il tuo raccolto, sei un uomo che ha accolto la parola di vita; che la tua gioia sia infinita e così matura da donarsi ad ogni fratello? Sali sul tuo cammello e fuggi nel deserto, cerca nella sabbia rovente la maturità del tuo cuore ardente. Sii il maturando e il maturato, il maestro del tuo apprendistato. Matura i tuoi anni, vagabondando tra roseti e roveti, tra spine e rose, finché non ti arrivi il tempo maturo delle giovani spose e sul tuo cavallo stagionato vada incontro alla tua promessa che per te ha maturato il suo consenso. Maturità, misura, mattino di verità e qualche ruga in libertà.
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- Miky Ghironzi