MIGIROUNFILM
La voce del cuore
In un precedente articolo di “migirounfilm” ho presentato gli effetti positivi della risata sull’umore, non bisogna però fare di tutta un’erba un fascio, visto che se la risata produce uno stato di benessere, in particolari situazioni anche un bel pianto può essere d’aiuto.
{play}images/stories/audio/lavocedel.mp3|transparent[BGCOLOR]{/play}
Piangere fa bene. Non vi è mai capitato di sentire quella sensazione di blocco, volgarmente detto “groppo”, localizzato nello stomaco che sta fisso lì e non se ne vuole andare? Il nostro organismo somatizza lo stress, si appropria di questa energia bloccata e la deposita nel soma, di solito nell’apparato in cui il soggetto è più predisposto alla somatizzazione, può essere la pelle, lo stomaco, la testa, l’equilibrio e così via…
La depressione conduce chi ne soffre verso una serie di sintomi che danneggiano l’equilibrio psichico, come il sentirsi apatici, demotivati nei confronti della vita, percepire se stessi e il mondo senza alcuna speranza e via di seguito. Talvolta la rabbia prende il sopravvento e quando inespressa può dar luogo a forme miste di stati depressivi e ansiosi, per questo è difficile anche per il soggetto capire che cosa gli stia accadendo, proprio perché la sintomatologia non rispecchia in modo preciso i criteri diagnostici del DSM IV. Fra le sensazioni lamentate spesso i depressi riferiscono l’incapacità di piangere. Perché non riesco a piangere? Cosa c’è che non va in me? E’ evidente che in alcune personalità in cui la negazione è molto forte, meccanismo di difesa che impedisce al soggetto di accettare la sofferenza ed elaborarla, nascosta dietro mille razionalizzazioni, abbandonarsi alle lacrime diviene un’impresa da guinness dei primati.
Anche in questo caso, la filmtherapy ci può dare una mano. La visione di un film specifico può sollecitare delle emozioni oppure creare i presupposti affinché affiori la consapevolezza che a volte piangere rappresenta un metodo catartico fondamentale, e riconoscere che abbandonarsi alla sofferenza non rappresenta un atto distruttivo e pericoloso per l’Io. Imparare a piangere, inteso come sfogo liberatorio, permette anche di sviluppare l’empatia. Immedesimarsi nei problemi altrui, provare sofferenza e rendersi conto che quando ci si ascolta troppo, scannerizzando ogni più piccola sensazione, si corre il rischio di ingigantire la dimensione reale del disagio, soffocando le risorse vitali della personalità che sono lasciate in secondo piano.
I film che propongo hanno un tono drammatico, concernono vicende umane che possono capitare a chiunque nel corso della vita, per questo motivo il contenuto narrativo dovrebbe sbloccare anche i cuori più corazzati. La voce dell’amore (1999), una splendida Meryl Streep incarna il ruolo di una donna intelligente e forte, che ha sorretto l’esistenza del marito intellettuale e di una figlia insicura alle prese con le sue ambizioni giornalistiche, improvvisamente si ammala mettendo in crisi il nucleo familiare.
Fiori di acciaio (1989), un gruppo di donne,madri e figlie, amiche e sorelle si confrontano con i problemi della vita, si spalleggiano e si ostacolano. Quando una di loro dovrà affrontare un vero dramma, ecco emergere l’autenticità del loro rapporto ed una grande capacità di sostegno psicologico. I ponti di Madison County (1995), una storia d’amore sofferta e passionale fra un fotografo del National Geographic e una quarantenne casalinga italiana che con la sua semplicità riesce a stregarlo. La visione dei film non deve avvenire nella stessa giornata, altrimenti si corre il rischio di sovraccaricare emotivamente il soggetto. Un film al giorno, e consiglio la visione in completa solitudine, senza la presenza di amici o parenti che potrebbero con i loro suggerimenti denigrare il metodo oppure inserire dei contenuti inappropriati con l’obiettivo della filmtherapy.
Dr.ssa Nerina Zarabara Psicologa
Per info e consulenze: nerinazarabara@gmail.com