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Notre Dame
Chi è Esmeralda? La musa ispiratrice di un poeta fallito, la figlia bellissima di una donna che la perderà per sempre, la zingara che con le sue movenze leggere e soavi fa perdere la testa all’uomo più ambito, infine un’anima in pena che vuole essere salvata da se stessa.
Una vicenda umana, appassionante e drammatica, in cui il germe dell’isteria collettiva si manifesta contro i personaggi più deboli e sfortunati. Esmeralda è un oggetto d’amore, idealizzato per la sua virginea purezza, un’icona femminile modesta rispetto ai modelli contemporanei, ingenua e intellettualmente poco impegnativa, ma proprio per queste “doti” amata e contesa da tutti. La storia narrata è un esempio di come può evolvere una normale attrazione in un amore sadico e perverso. I personaggi principali che si scontrano per conquistare l’amore di Esmeralda, sono Padre Frollo e il figlio adottivo Quasimodo. Analizzando l’evoluzione della vicenda, si evince che la natura del conflitto fra Quasimodo e suo padre,attinge nel dilemma edipico. A livello simbolico Esmeralda è la madre, pura, buona e oggetto d’amore erotizzato da Frollo, ma non consumato, bramata e protetta da Quasimodo, il quale sviluppa nei suoi riguardi un atteggiamento devoto e asessuato. Fra il bambino e la madre, si interpone il fallo (Padre Frollo) che ostacola la realizzazione di un amore platonico.
La funzione del padre che dovrebbe essere quella di porre il divieto dell’incesto fra la madre e il figlio, spostando il godimento della madre verso l’organo genitale maschile, in modo che il bambino per timore di essere punito con la castrazione, si identifichi con il modello maschile paterno; in questo triangolo non è rispettata la sequenza evolutiva ipotizzata da Freud e dalla psicoanalisi dell’Io, al contrario Padre Frollo (il Fallo) diventa persecutore del figlio, realizzando così l’angoscia di castrazione, prima solamente temuta a livello immaginario. Il persecutore innamorato, non appena incrocia lo sguardo della giovane zingara, è assalito da fantasie sessuali incontrollabili e inconciliabili con il dogma della fede. Proprio a causa di questi sentimenti conflittuali, il persecutore, vede se stesso come vittima di un desiderio proibito, e pur riconoscendo l’attrazione blasfema verso la giovane zingara, fa di tutto per ucciderla. Il ragionamento di Frollo sembra essere questo: .
L’atteggiamento della zingara, spiega il motivo per cui Padre Frollo si sente “costretto” a distruggere l’oggetto d’amore. La narrazione illustra due momenti fondamentali della vicenda, in cui la reazione di disgusto e rifiuto di Esmeralda verso il prete, non ottiene l’effetto desiderato. Il prete invece di ravvedersi e di capire l’errore che sta commettendo, distorce il significato della comunicazione. La scena della prigione e la scena in cui Esmeralda scappa dal rifugio di Notre Dame, secondo il mio punto di vista, sono gli esempi di tale interazione patologica. In entrambe le situazioni, Padre Frollo cerca di convincere la zingara che la sua vita sarà salva, se acconsentirà ad amarlo, se accetterà di essere da lui posseduta.
Esmeralda rifiuta, usando parole che esprimono disprezzo, repulsione e rabbia verso le richieste del prete. Egli a sua volta, a livello inconscio si sente sporco, appestato da una maledizione, ma il rifiuto della giovane non lo solleva, al contrario è come se vedesse attraverso gli occhi spaventati di Esmeralda, l’essere amorale che è diventato. Questo non può accettarlo, così l’atteggiamento inconsciamente provocatorio di Esmeralda,la quale invece di intuire la pericolosità del suo spasimante, rincara la dose, inondandolo dell’amore puro che prova per il Capitano Phoebus, di quanto lui sia splendido, con una tal ingenuità da scatenare la collera di Frollo. Egli per sentirsi meno sporco, si percepisce una vittima della lussuria che la zingara emana, per cui pur consapevole dei sentimenti che prova verso Esmeralda, il prete usa inconsciamente l’identificazione proiettiva, e dopo aver proiettato la sua rabbia e i suoi desideri proibiti sulla giovane, si sente giustificato a reagire aggressivamente verso di lei, poiché si percepisce vittima di un desiderio sadico.
In questo modo, il prete tormentato dal desiderio sessuale, costruisce nella sua mente un legame immaginario con la giovane. Egli è convinto di stare insieme a Esmeralda, e si rivolge a lei, con l’atteggiamento tipico di un uomo possessivo e insicuro, che ha paura di perdere una “cosa” che è già sua. Il problema è che la gelosia di Frollo, nasce da un Super Io rigido e punitivo, che mira ad eliminare la fonte della sua sofferenza (Esmeralda), pur di cancellare la sensazione di sentirsi escluso. Fin dal primo incontro con Esmeralda, Padre Frollo si trova sempre faccia a faccia con un rivale, prima Gringoire, il poeta fallito e vigliacco, poi il Capitano Phoebus, ed infine Quasimodo.
Il persecutore innamorato, ordisce un complotto a danno della povera zingara, una notte segue il capitano Phoebus, fino al luogo d’incontro dei due amanti, spia il corpo di Esmeralda che si dimena fra le braccia dell’uomo di cui è innamorata, senza accorgersi della presenza del prete, nascosto dietro una tenda. Così, approfittando della situazione, aggredisce con un pugnale il capitano, e fa incriminare Esmeralda, convincendo il giudice della morte di Phoebus, il quale in realtà dopo essere guarito, si dilegua. Quasimodo, il diverso, il mostro, orripilante nell’aspetto e per questo rifiutato da tutti, si ribella alla castrazione del padre, che lo vuole fuori dal triangolo edipico. Il duello fra padre e figlio mette in scena il classico dilemma edipico, reso ancor più significativo dal simbolismo religioso, a cui le parole “padre e figlio” rimandano.
Il sacrificio di Quasimodo, è totale abnegazione all’amata, nonostante lei lo rifiuti, continua a proteggerla, rispettandola, senza mai oltrepassare il limite. Lo sguardo di lei non incrocia amorevolmente gli occhi bisognosi di amore dell’unica persona che si prodiga per salvarla, eppure l’amore di Quasimodo, platonico ma vero, resta.
Diverso è il vissuto dell’antagonista, come ho già ampiamente esposto. La punizione che Padre Frollo infligge alla peccatrice Esmeralda, è interpretata dal persecutore come giustizia divina, così la giovane muore impiccata, per un delitto che non ha commesso. Uccisa dall’amore malato e sadico, di un uomo che non avrebbe mai saputo amarla, mentre Quasimodo, il gobbo di Notre Dame, si sdraia accanto al cadavere dell’amata, aspettando che giunga la morte a liberarlo dal suo dolore.