EsoteriKaMENTE Sognando
Patricia Garfield, il sogno chiuso
Un antico detto ebraico dice che un sogno non interpretato, è come una lettera che non è mai stata aperta. A distanza di più di un secolo dalla pubblicazione de “L’interpretazione dei sogni” ad opera di Sigmund Freud, la ricerca sui sogni volge la sua attenzione alle potenzialità segrete e inespresse del mondo onirico. Sognare non è semplicemente la traduzione di un simbolo, ma diventa un fatto relazionale. Patricia Garfield attualmente è un’autorità mondiale in materia di sogni, ha fondato insieme ad altri estimati psicologi, l’Associazione internazionale dello studio dei sogni, di cui è stata anche presidente. Vive ed esercita a Montreal nello stato canadese ed ha già all’attivo numerose pubblicazioni che trattano del mondo onirico in tutte le sue sfaccettature. Il pubblico internazionale la conosce grazie al suo best seller “Creative Dreaming” tradotto in 14 lingue, in cui la ricercatrice canadese suggerisce alcune tecniche creative per far fruttare al meglio le risorse segrete contenute nel sogno. La Garfield all’età di quattordici anni cominciò a trascrivere i suoi sogni su un quaderno, una passione che si è portata dietro per più di cinquantanni e che le ha permesso di acquisire una grande conoscenza psico-antropologica che ha applicato alle sue intuizioni. Secondo la Garfield, il sogno non va ridotto ad un lavoro di interpretazione simbolica che termina nella stanza dello psicanalista, piuttosto bisogna avvicinarsi al sogno con un atteggiamento completamente diverso. Ci si può preparare al sogno, elaborare i suoi contenuti per trasformarli nella vita diurna in ciò che si desidera. Sognare creativamente, precisa l’autrice non deve essere riferito esclusivamente alla pratica del sogno lucido, saper controllare il sogno è importante così come diventare amici con i personaggi onirici, ma ciò che conta è che essendo un fatto fisiologico esso si esprime mediante significati simbolici, dai quali le persone possono apprendere.
I sogni ci guidano verso il futuro, ed un’attenta analisi stimolata da domande, riflessioni sulla vita e gli accadimenti personali del sognatore, lo possono aiutare concretamente ad affrontare i problemi della vita quotidiana.I sogni in quest’ottica diventano degli efficaci problem-solver. La Garfield, comparando lo stile onirico di popoli tribali, come i Senoi della Malesia, con quello occidentale, ha ideato delle tecniche che permettono di trasformare i simboli onirici disturbanti in immagini oniriche positive. Per arrivare a questo risultato, si è avvalsa di esercizi meditativi, combinati al lavoro sui sogni ed è riuscita a trasferire la paura, per esempio causata da un incubo, in qualcosa di più creativo (“Pathway to ecstasy”; “The way of Dream Mandala”). Al fine di superare sentimenti avversi generati da incubi ricorrenti e sogni d’angoscia, il sognatore non deve soccombere all’immaginario terrificante, ma sviluppare un pensiero attivo del tipo: . La ricercatrice mantiene lo stesso approccio con i sogni dei bambini, e propone alcuni suggerimenti pratici rivolti ai genitori che devono gestire una reazione di terrore del proprio figlio, provocata da un brutto sogno. Ancora una volta, attingere dalle culture asiatiche, come miti e leggende, può aiutare a trovare soluzioni creative e senza effetti collaterali, per andare incontro al malessere dei nostri figli.La Garfield, racconta che in Giappone esiste un essere mitologico chiamato Baku, il suo nome significa inghiottire, trangugiare in fretta e secondo la tradizione, quando un bambino si sveglia bruscamente in uno stato di ansia, il genitore interviene dicendogli: << quando ti svegli, chiama il Baku”. Così facendo, il bambino invocando un essere potente e invincibile si sente protetto, al sicuro e al tempo stesso esorcizza il simbolo cattivo, poiché il Baku se lo mangia ed il bambino mediante un processo inconscio di identificazione, diventa a sua volta il più forte e non avrà più paura. Una strategia di questo tipo è una lezione di vita per il bambino, è come se il genitore gli dicesse che non deve essere una vittima passiva, e che può scegliere di fare qualcosa per cambiare la sua esistenza.
La “dreamworker” canadese, ha svolto interessanti ricerche anche sui sogni ricorrenti in popolazioni e culture differenti del pianeta. In molti hanno tentato di classificare i sogni in base a un peculiare approccio, ma ancora non esiste, a dispetto di altre scienze, una metodologia universalmente riconosciuta. L’analisi condotta da Patricia Garfield sui sogni universali è il risultato di una combinazione di metodi che attingono dal suo personale diario, e da un sistema di classificazione simbolica di leggende popolari raccolte da Kaarle Krone e dal suo successore Antii Arne, perché esisterebbero delle marcate analogie fra i sogni e le antiche leggende popolari. La Garfield ha individuato dodici temi ricorrenti universali, ciascuno dei quali provvisto di un tema speculare e contrario. Per esempio, sognare di essere aggrediti o attaccati, è un sogno universalmente presente sia nella cultura occidentale che in quella orientale, e in questo caso il sogno universale opposto è sognare di abbracciare o amare qualcuno o qualcosa; il sogno in cui una persona si vede nuda in mezzo a della gente è contrapposto, nella classificazione della Garfield, ad un altro tema universale che consiste nel sognare di essere affascinanti, ben vestiti e di ricevere apprezzamenti.
I sogni sono parte di noi, ed essere in grado di decodificare i suggerimenti e le potenzialità che sollecitano, significa vivere meglio il presente e gettare le basi per un futuro più sereno.