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Una giornata particolare
Una giornata particolare è un film che si inserisce con classe in una filmografia d’autore ai massimi livelli. Interpretato in modo superbo da Sofia Loren e Marcello Mastroianni, sceneggiatura firmata da Maccari e Costanzo che sapientemente sposano problematiche scottanti in un’Italia fascista, e periodo storico tra i più drammatici vissuti dal nostro Paese.
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La storia prende a prestito due vite, quelle di Gabriele e Antonietta, e le porge allo spettatore con garbo e rispetto, mettendo a nudo un clima particolare, avvalendosi di atmosfere sapientemente dosate e che accarezzano i due personaggi che si muovono in una fotografia di qualità, dando vita ad immagini che sembrano avere una voce propria, ma che non esulano dalle parole degli stessi, creando un forte impatto emotivo, che avvince.
Ettore Scola riesce così a dare grande risalto all’interpretazione di due attori, che con le loro interpretazioni, hanno saputo regalarci uno spaccato di vita importante, crudo e sincero di quel tempo. Se entriamo nel merito della vicenda narrata, incontriamo Antonietta, una casalinga sfinita nel fisico, dedita alla famiglia, anima e corpo, e per certi versi rappresentativa di un’Italia di antica memoria dove la donna era madre moglie e riproduttrice per l’uomo, cui garantiva con il suo corpo la genia, e con il suo lavoro per accudirlo, la sopravvivenza e questo il vanto nella società patriarcale d’allora .
L’esatta antitesi della donna di oggi, che seppur mantenendo i punti cardini cui la donna fa riferimento per la sua realizzazione nella vita, non teme di camminare a fianco del maschio.
Antonietta rappresenta la donna che cammina dietro l’uomo, dipende da esso ed allo stesso si asservisce, con gli effetti collaterali che ne conseguono…che accetta lo status di vittima consapevole, come un destino avverso per il quale nulla può. Un vivere fatalista che non permetteva altri virtuosismi di pensiero in un Paese in bilico tra strani movimenti e grandi cambiamenti sociali. L’uscita del film fece dire a molti critici che questa “donna” era l’esatta antitesi della femminista, mamma di troppi figli e consumata dall’impegno profuso in una grande famiglia dove un marito rozzo e fanatico, rappresentava alla perfezione il padre padrone.
Una donna stanca e rassegnata alla sua condizione che casualmente incontra, nel palazzo popolare in cui abita, Gabriele, un uomo solo, annunciatore in radio, omosessuale e pure antifascista, in contrapposizione al marito della stessa, che in febbricitante attesa di Hitler in una città festante che lo accoglierà, mostrava la sua condizione di maschio consapevole del suo potere.
I ritmi sono moderati, i dialoghi sono circondati di atmosfere pregevoli e giochi di sguardi che si intrecciano tra i due discretamente, da una finestra all’altra, sono coinvolgenti, catturando con intensità lo spettatore che entra in due solitudini a confronto, due mondi svuotati che si intercettano anche se solo per poco. Due ruoli creati a regola d’arte per i due bravi attori italiani che sanno convincerti della difficoltà di vivere quel “tempo” e della disperazione che agita le loro vite, seppur soffocate, ma che entrambi riconoscono.
Uno strano incontro, una strana storia, una storia davvero diversa, ma non per ciò che rappresenta il protagonista che riveste il ruolo di un omosessuale, ai tempi, proprio per questa condizione perdeva ogni diritto nel lavoro e nella vita; ma per come si innestano gli accadimenti che catturavano in quel “incontro d’amore” un momento di affetto e bisogno comune, seppur con la consapevolezza che non ci sarà un seguito. Un film di rara bellezza, dove la regia raggiunge con forza l’apice della verità e la mostra, scevra da pregiudizi.
Un tema difficile, che porta inevitabilmente a riflettere, su i tanti Gabriele e Antonietta, che si muovono da sempre, oggi come ieri, circondati da luoghi comuni, dai pregiudizi che troppo spesso pregiudicano i loro percorsi di vita. Un film bellissimo, che ti porta ad essere triste e impotente mentre scorre la pellicola che ti dice: “ecco come eravamo”. Ettore Scola ha firmato una regia forte di un’esperienza che l’ha visto maestro indiscusso di molti capolavori del cinema italiano come Il sorpasso, Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca, I mostri, C’eravamo tanto amati. Con Una giornata particolare ha filtrato la disperazione del vivere e l’ha consegnata al pubblico firmando la pellicola con profondità e amore, per un grande cinema, e superato se stesso.