Vignettopoli
TRUMP E LA “DEMOCRAZIA” DEGLI OPPOSITORI
Nel nostro Paese siamo convinti, che un uomo o una donna che occupano posti di potere, se alzano la voce o si danno troppo da fare, per il bene del proprio Paese o della gente che li ha votati, hanno personalità troppo forti che prima o poi, sfoceranno con azioni da guerrafondai verso chicchessia. Nel frattempo, Donald Trump, ha confezionato altri 1600 posti di lavoro, in uno dei suoi tanti accordi, che non manca di aprire e chiudere con soddisfazione, per il bene degli Stati Uniti d’America e suoi abitanti, tutti. Se lo fanno da noi, ecco che colui che tenta di fare il passo più lungo della sua gamba, è subito tacciato di essere in odor di dittatorialità. E’ storia recente ed ha riguardato un uomo che, nemmeno se lo disegnavamo sulla carta potevamo pensare di poterlo trovare in tutta l’Italia, parlo dell’ex- Premier Matteo Renzi, che per un annetto il mondo ci ha invidiato, ma che abbiamo azzannato sin da subito e per ogni cosa che faceva.
Altro nemico prediletto della “strana democrazia” e verso cui ci si è accaniti, al fine di fortificare un messaggio contrario al suo insediamento e che di tutto sapeva, tranne che di democrazia, appunto, è il neoeletto Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In Italia e non solo, pare si sia scoperto un nuovo modo di fare sport, quello di stare seduti davanti al PC, seminando zizzania su chi, non la pensa come te.
Con sommo dispiacere, verso chi, il mondo aveva creduto più di un santo, il Presidente uscente Obama, uomo probo e leale, motivato da sublimi valori e che probabilmente, dopo otto anni di mandato, ha creduto di possedere il verbo della libertà e la soluzione per ogni male, mostrando “segni” antidemocratici che contraddicevano le parole che riferiva direttamente a Trump. Lo abbiamo visto con il broncio alla cerimonia d’insediamento e pensare che avevamo gioito tutti, quando fu eletto la prima volta; quando fu in signito del premio Nobel e nessuno disse nulla quando le restrizioni prese da Bush per evitare altre azioni di terrorismo – dopo la distruzione delle Torri Gemelle- furono mantenute ma che di fatto, ledevano quei diritti per i quali oggi è schernito Trump. Che avesse preso nelle mani le sorti del mondo, era chiaro, ma Obama lo sapeva che entrando alla Casa Bianca diventava l’uomo più potente del mondo e che, non era solo il suo Paese ad essere condotto, il suo operato, di riflesso influenzava il mondo. Come spesso accade, dopo un lungo governo, dietro l’angolo, già sgomitano gli avversari. Potere della Democrazia del Paese più potente del Mondo e, che attraverso i suoi “presidenti”, ha dimostrato di riuscire a diventare sempre più grande, a mantenere il rispetto del mondo, nonostante le gigantesche contraddizioni e gli scandali di qualche presidente (troppo spesso “democratici”).
Se l’America ci ha abituato ad amministrazioni “turnover” (sostituzione di tutto il personale che ha cessato il rapporto di lavoro con i suoi elettori), sia per quanto riguarda l’elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America, sia esso un Governatore o, altra figura equipollente a livello amministrativo, perché infastidisce tanto i media di tutto il mondo Donald Trump?
La risposta potrebbe essere che si ha paura che mettendo in atto il suo programma, ridarebbe nuova linfa vitale agli Stati Uniti e benessere agli americani che non delinquono?
La gente non chiede molto, solo la possibilità di camminare sicuri nelle strade; di non vivere con la preoccupazione di non riuscire a sfamare i propri figli; di rimettere mano ai progetti che parevano essersi incagliati per una crisi che aveva penalizzato quello che era diventato un andamento lento delle idee; di riuscire a pagarsi l’assicurazione per le cure mediche ed altro ancora. Gli americani hanno chiesto a Trump giustizia, benessere, posti di lavoro e di sentirsi sicuri nel proprio Paese.
Che c’è di strano? Sono le stesse cose che chiediamo noi!
Anche in Italia si sperava che Renzi riuscisse a rinnovare l’establishment composto dalle classi dominanti, le strutture politiche, economiche, sociali e culturali che governano il Paese. Votando per lui, si evitava di votare la destra che aveva già dato prova di non soddisfare le aspettative della gente, in un ventennio dove Lega e Forza Italia avevano detto le stesse cose che dicono oggi ma che potevano essere fatte “ieri”.
Che dire? Un uomo nuovo che non aveva avuto a che fare con il potere e se parlava, gli si poteva credere. Silvio Berlusconi. Questo chiedevano gli italiani, questo hanno avuto. E’ successo anche agli americani con Trump. Sapevano che era un Paperon de Paperoni, ma l’hanno votato lo stesso.
Gli americani potrebbero ottenere lo stesso risultato che abbiamo avuto noi, quando calcò le scene politiche Silvio Berlusconi? Staremo a vedere. Intanto, abbiamo l’obbligo di ricordare a chi, se lo fosse dimenticato, che la democrazia è tale quando tutti hanno la possibilità di dire la loro, senza che nessuno venga demonizzato a causa del suo “pensiero” o “religione”, anche se distante anni luce dal nostro.
Ma lo sapete già!