Vignettopoli
Scoperta al CERN XI , la “colla”che tiene unita la materia
Ginevra- Grande scoperta al Cern di Ginevra, inseguita da moltissimi anni, è stata individuata e battezzata, si chiama XI ed è stata la particella tra le più ricercate negli ultimi decenni dai ricercatori del CERN. La definiscono la “colla” che tiene unita la materia e che permette ai ricercatori di entrare in quelle dinamiche misteriose del nucleo. Non so voi, ma quando si dice ‘colla’ che tiene unita la ‘materia’ (migliaia e migliaia di migliaia di particelle che tengono insieme tutto ciò che da noi è conosciuto): me stessa, il mio tavolo, le pareti di casa, insomma, anche ad un pomodoro che in natura nasce dal profumo e forma smagliante, rosso intenso e rotondità invitanti, se non ci fosse la particella XI si smaterializzerebbe perdendosi nel nulla a tutto tondo.
La scoperta è avvenuta il 4 luglio, anniversario della scoperta del bosone di Higgs o “particella di Dio” e sempre grazie all’acceleratore di particelle ‘Large Hadron Collider’ (Lhc) del Cern di Ginevra, il più potente acceleratore del mondo, in uno dei suoi quattro rivelatori: LHCb, coordinato dall’italiano Giovanni Passaleva dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. L’annuncio della sensazionale scoperta, è stato fatto a Venezia, alla conferenza della Società Europea di Fisica, e presto pubblicato su Physical Review Letters.
La particella XI ha al suo interno due quark pesanti, che erano già stati previsti nello sviluppo della teoria che è stata osservata oggi, per la prima volta. La massa di XI è di oltre 3.600 Mev, quattro volte più grande di un protone e così anche la carica elettrica positiva espressa, è doppia, sempre rispetto al protone. Quindici anni prima, in America era stata fatta un’osservazione simile dall’americano Fermilab, ma solo con l’osservazione del Cern, vengono dissipate tutte le incertezze e, si cancellano i dubbi che il ricercatore aveva sollevato, gli studi del gruppo di ricercatori del Cern hanno dato ragione agli europei che con l’acceleratore Large Hadron Collider si è potuta osservare con fermare nella sua verità, rispettandone le previsioni degli scienziati.
Secondo Passaleva, la particella in natura è molto instabile, da qui, l’esigenza di riprodurla negli acceleratori o quando i raggi cosmici, raggiungono l’atmosfera e la colpiscono con tutta la loro energia. Ovviamente la scoperta rafforza e migliora il potere predittivo delle teorie del gruppo del Cern.
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- Kika Martini