Editoriale
Il piccolo coreano e la sua Play-Station
“La Corea Nord – scrive Trump in un tweet – è uno Stato-canaglia ed è diventato una grave minaccia e fonte di imbarazzo per la Cina. Pechino sta cercando di aiutare ma con scarso successo” (Fonte Twitter)
Pare che i continui sforzi del piccolo coreano che gioca con la sua Play Station, alla volta della conquista del Mondo con l’azzeramento della razza umana, non piacciano a Trump. Ci scapigliamo per una tensione che sta coinvolgendo la Spagna ed una delle sue regioni ma il popolo dei social pare che di Kim Jong-un non gliene possa interessare un granché. I test che sta effettuando il “bambino prodigio” del crimine di massa, utilizzano una forza di cinque volte superiore a quella di Nagasaki. E sebbene i toni accessi con cui posta il Presidente degli Stati Uniti D’America, Trump, comincino a preoccupare anche chi non vorrebbe proprio farlo, continuiamo ad accapigliarci per un tozzo di parole nei social, al fine di far guadagnare qualche voto di qua, oppure di là.
Intanto Kim Jong-un con la sua bomba all’idrogeno plasmata per essere in grado di armare un super-missile intercontinentale (e ci riguarda tutti), chissà quanti danni ha già fatto alla crosta terrestre!?
Cosa c’è di più allarmante di un bambino con un’arma in mano? Probabilmente dei “genitori” vanitosi che si fanno qualche selfie di troppo e dimenticano che le armi sono pericolosissime, soprattutto se, lasciate incustodite nelle vicinanze dei bambini che – detto per inciso- grazie ai tanti cartoons, sono già a conoscenza di come si toglie una sicura da una Smith e Wesson 44 magnum.
Intanto l’indignazione delle grandi, Seul e Tokyo, ha fatto seguire quella ancor più forte della Cina, che da voce al Ministero degli Esteri che condanna con forza l’impresa del “ragazzino terribile” e, di seguito, dal Presidente Xi Jinping.
Cosa accadrà da adesso in poi? Trump ha già convocato il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, allo scopo di ricercare una soluzione per il comportamento, che possiamo tranquillamente definire ‘criminale’, di quel ‘bambino’ sovrappeso ma continuiamo a credere che uno stato come la Spagna, debba prendere le prime pagine in negativo solo perché la sua regione: la Catalogna, ha deciso che vuole l’indipendenza. Anziché fomentare un’opinione pubblica che poco ne sa delle faccende spagnole che già stanno creando grosse preoccupazioni tra banche e investitori: a Barcellona, la gente sta ritirando i soldi dalle banche (n.d.r) ed ha paura, proprio perché non tutti vogliono l’indipendenza dalla Spagna, in Catalogna. La regione, avendo una forte identità culturale e storica, oggi preme per avere un’identità di tipo economica e politica ed inneggia all’indipendenza. Ma il danno per tutti loro, sarebbe incalcolabile. E l’art.155?
In una realtà dove la globalizzazione, chiede di pensare in grande per le “soluzioni” degli uomini, ecco che ancora una volta, qualcuno vuol fare a pezzi – a modo suo- l’Europa, perché di questo si tratta, non volendo più essere assoggettata ai Reali di Spagna.
Nell’attesa che lo scavezzacollo della Corea, ci rifili qualche altro missile di prova, giusto per fortificare la sua nutrita cartellina di buoni propositi; che il Trentino Alto Adige che non è da ieri che mostra un diavolo per capello verso noi italiani’ mangia spaghetti, chiacchieroni e disonesti’ e che con una loro corregionale, certa Eva (Klotz) che intasca vitalizi milionari pagati dal nostro stato, se la canta e se la ride!