ASTROlogicando
Se l’astrologia potesse parlare
Chissà quanti rospi sputerebbe dalla profonda gola cosmica, quante paternità darebbe in pasto ai ‘buchi neri’. Che la “sindrome di subalternità” definita da Ersilio Tonini- intelligente esponente della Chiesa cattolica, nonché voce saggia di questa nostra società- e riferita allo stato di torpore in cui vigono i cattolici italiani, che, di fatto, impedisce il riaffermarsi della “cultura cattolica” stia per caso colpendo la categoria degli astrologi, tutti?
Stiamo per caso assistendo alla stessa incapacità di coloro che si occupato di astrologia che, vinti da morfismo, preferiscono cullarsi nel soffocante abbraccio onirico (Nettuno l’ingannatore per antonomasia c’entra sicuramente qualcosa…) e dal quale non riescono a liberarsi, proiettando energie e canzonature verso notizie che, anziché favorire una sana discussione atta a far chiarezza, ad informare meglio il popolo degli amanti dell’astrologia, finiscono col far scadere la discussione, facendo perdere dignità alle tante iniziative atte ad accreditarla? Allagare il proprio raggio d’azione, dovrebbe essere un ulteriore stimolo per chi, accomuna il piacere della discussione, della ricerca, dello studio e del piacevole scambio d’idee sull’argomento astrologico o no!!!!!!
Iniziative tese all’accredito della materia come quella di Joyce Jansen, o di chiunque altro- fosse anche l’ultimo degli imbecilli- rendono possibile la divulgazione sempre più massiccia dell’astrologia… Iniziative che possono essere migliorate, nonostante l’incespicare di alcuni.
Io considero l’astrologia come un sentimento che accomuna un certo numero di persone attorno a determinati “valori” astrologici, gli stessi, che affermatisi nel tempo, sono diventati, per processo naturale e in ogni caso, in continua evoluzione, patrimonio comune e per me, un “comune sentimento e sentire.”
Se l’astrologia – ipoteticamente- può essere considerata sentimento nel quale ci si può identificare, allora non si potrebbe parlare di un’Identità astrologica? Quando parliamo di cultura astrologica, intendiamo quello che le persone esprimono attraverso le loro azioni, i loro studi, le loro passioni, la propria identità. Ma l’Identità, non si esprime mai individualmente, non sono le azioni del singolo ma del collettivo che portano modifiche nella società, la stessa che finisce inevitabilmente col condizionare ogni azione individuale. Perché non attingere dalle molte iniziative per proporre, apportare modifiche, correggere il tiro di chi, pur motivato dalle migliori intenzioni, si muove in conformità di convinzioni proprie e magari grazie anche ad investimenti che puntano al business ma che favoriscono, nel bene e nel male, la materia astrologica.
L’importante è essere animati dallo stesso sentimento.
La sindrome di subalternità, non è quella di Roger Rabbit, ma probabilmente nasconde una volontà che rasenta il nichilismo più puro e impedisce l’elaborazione di soluzioni alternative, in contrapposizione a quelle che passano sotto i nostri occhi e alle quali, con sufficienza, si presta un’artefatta attenzione.
Se l’Astrologia potesse PARLARE… ma l’astrologia ha imparato a parlare attraverso i suoi testimoni e credo – non ho la presunzione di affermarlo – che il suo messaggio, sia in parte disatteso, sfugga principalmente ai “soliti” noti, che pur comprendendone l’idioma, hanno qualche difficoltà nella pronuncia e si guardano bene dal diventare propositivi, preferendo il cicaleccio da vecchie comari alla divulgazione sana di questa disciplina che una volta aveva un suo posto d’onore ed oggi è stata relegata a pseudoscienza, a riprova che gli italiani per le ‘lingue’, hanno ancora difficoltà d’apprendimento.
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