Editoriale
Tragedia di Genova e la penisola che si regge con le graffette.
Tragedia di Genova, e la penisola che si regge con le graffette. Circa un mese fa, Genova si preparava a tuffarsi nel festeggiamento ferragostiano, inconsapevole protagonista di una tremenda pagina di cronaca tra le più tristi e rabbiose per chi; come tutti, si legge e non ci si abitua mai alle disgrazie che si moltiplicano a velocità inaudita e troppe volte irrisolte.
Crolla il ponte Morandi. L’evento è stato avvertito come uno forte terremoto, da chi assisteva inerme, sul posto, alla tragedia che ha sconvolto i genovesi e l’Italia, tutta.
Un ponte, tra i più innovativi a quel tempo, chiacchierati e poco apprezzati dai maggiori esperti, che non una, ma troppe volte sottolinearono l’urgenza di una manutenzione attenta e appropriata; lo stesso Morandi scrisse di questo, affinché si operasse in modo urgente, proprio perché il cemento si andava corrodendo più velocemente di quanto- evidentemente-ipotizzato dagli esperti e dallo stesso realizzatore dell’opera. Il crollo ha portato dietro di sé, una trentina di automobili e camion con i suoi contenuti umani. Già. Scene da film, ma come sempre la realtà supera la fantasia dell’uomo.
Il ponte Morandi sulla A10, ha cessato di vivere e con lui, almeno una 40na di persone. Pochi i sopravvissuti ed, aggiungiamo, miracolati. La scena apocalittica con gente che penzolava dalle auto, che urlava ed è stata risucchiata dallo schiacciamento causato dal pesante cemento che via via, si andava “sfogliando”, chi l’ha vista, non la dimenticherà più. Non c’è molto da dire, la tragedia ha avuto la sua voce, probabilmente se ognuno di noi, rispettasse maggiormente il proprio lavoro, fosse più grato, quando riesce a trovarlo, che l’assenza di controlli e manutenzione che oggi è sotto gli occhi di tutti, non ci sarebbe stata.
Ci stringiamo al dolore delle famiglie che han perso figli, nipoti, mariti, mogli, amici e a quello della città di Genova impietrita da qualcosa che si poteva evitare, se solo CHI doveva farle funzionare, lo avesse fatto con maggiore partecipazione.
Tutti noi ricorderemo il Ponte Morandi e il fiume di persone, ognuno a suo modo, colpevole di non aver fatto rapporto continuato, su ciò che vedeva consumarsi davanti agli occhi, dalle piccole alle grandi cose. A chi ha preso sottogamba la relazione che lo stesso costruttore Morandi, aveva fatto pervenire sullo stato di salute della struttura. Confidiamo nella Magistratura, sicuri che chi deve pagare, non sfuggirà alla giusta pena.