Cinema & Spettacolo
Esplosione musicale dell’astro nascente The Niro
Roma. Si è appena conclusa la prima tranche del tour The Niro, che ha visto l’esordio del nuovo astro emergente della musica,Davide Combusti in arte The Niro appunto! La presentazione al pubblico, dell’album che porta il suo nome, ha riscosso un entusiasmo senza precedenti, e la seconda parte del viaggio canoro dell’artista, si annuncia ancor più allettante.
Ma come ci si sente, quando si è travolti da tanto entusiasmo cui non si è abituati? Glielo chiediamo. “Sono davvero felice, non mi aspettavo tanto affetto da parte del pubblico. Ho appena terminato la prima parte del tour di promozione dell’album, ora, un paio di settimane di riposo, poi si riparte fino ad agosto.”.
Di The Niro, ultimamente si fa un gran parlare, ha centrato il bersaglio nel cuore degli appassionati del genere. Davide Combusti rappresenta la realizzazione di un sogno interamente basata sulle proprie forze ed energie, trasmettendo l’amore per la musica con forte impatto interpretativo ad ogni esibizione. Oltre alla batteria, The Niro annovera la conoscenza di molti strumenti tra cui spiccano chitarra e basso. L’impulso ad esplorare molte, se non tutte le varie sfaccettature della sonorità fa in modo che di lui si possa facilmente parlare definendolo un polistrumentista. Da sempre dedito all’introspezione, comincia nell’underground della sua città natale, Roma, come batterista di varie band per poi decidere di seguire un suo percorso personale che lo porta a formare i The Niro di cui era autore di testi e musica. Conserva il nome anche dopo che la band si scioglie, continuando a fare serate con canzoni interamente scritte e musicate da lui. Ecco quello che ci racconta lui dei suoi primi approcci con gli strumenti e il mondo dello spettacolo: “La passione per la musica nasce a casa. Mio padre era un batterista, e da subito ho iniziato con le percussioni. Essendo una persona timida, inizialmente stare su un palco era per me una sorta di terapia d’urto. Da qualche anno invece la trovo una cosa assolutamente naturale”.
Il progresso, è proprio il caso di dire per quanto riguarda Davide Combusti, è come una manna dal cielo, da solo crea la sua pagina su My Space, e da li comincia a diffondere le sue liriche. In breve riesce a catalizzare l’attenzione di molti e cominciano ad arrivare richieste di apparizioni.
Viene invitato ad aprire i concerti di: Sondre Lerche, Tom Hingley, leader degli Inspiral Carpets, Lou Barlow dei Dinosaur jr, Zephyrs, Okkervill River, Isobel Campbell e TKO fino a quando nel Febbraio del 2006 gli viene proposto di suonare a Tucson in Arizona. Si tratta di due serate con Tom Walbank, uno tra i bluesman più quotati, e i Pearl Handed Pistol. Quello con l’America è un sodalizio che continua pochissimo tempo dopo, quando la Radio dell’Università di Boston lo invita per il tributo mondiale di Elliott Smith per il quale reinterpreta “Everything reminds me of her”. Gli chiediamo di raccontarci le sensazioni e le emozioni di queste prime apparizioni estere: ” La prima trasferta live è stata proprio negli States, a Tucson, Arizona. Ero stato invitato da un’organizzatrice di live che era rimasta colpita dalla mia musica. I due concerti furono per me indimenticabili. Devo dire che finora non c’è stato un luogo in cui mi sia sentito a disagio: Francia, Inghilterra, Germania, Austria, e Stati Uniti mi hanno accolto con calore ed entusiasmo.
Potrei quasi dire che tutto il mondo è paese”.Rimanendo in tema di tributi, viene invitato a suonare anche per il disco tributo a Belle and Sebastian “A Century of Covers” in cui reinterpreta “I fought in a War”, cantandola con una delicatezza senza eguali. E sempre nel 2006, mentre va in giro per L’Europa a suonare in varie nazioni apre a Londra il concerto di Carmen Consoli. Le sue apparizioni diventano sempre più frequenti e più importanti, la sua pagina in My Space ”“ ww.myspace.com/theniro ”“ attira sempre più curiosi e alla fine viene contattato da Chris Hufford, manager dei Radiohead, per un progetto personale e, per quel occasione, The Niro scrive il testo ed un nuovo arrangiamento del brano strumentale “Coro” che da vita a “The Travellers” pezzo presente nello stupendo ” Between Voices 2 “.
Nonostante gli impegni, Davide Combusti, continua ad aprire i concerti di persone sempre più famose: Badly Drawn Boy, Mirah, Isobel Campbel e Chris Leo. Nel 2007 torna ad esibirsi nuovamente a Londra e poi va alla volta di New York per cinque serate consecutive. Ad un certo punto viene invitato ad aprire il concerto dei Deep Purple. Gli chiediamo come si è sentito: “Avendolo saputo solo tre ore prima del concerto, là per l non mi sono reso conto del momento e dell’importanza della cosa. Il pubblico, dopo avermi accolto con bordate di fischi al mio ingresso, alla fine mi ha applaudito. E’ stata forse l’esperienza più forte che ho avuto finora su un palco”.
Finalmente arriva anche la firma del suo primo contatto discografico: “E’ stato sicuramente emozionante. Ti confesso che quel giorno mi erano successe tante di quelle cose, dal motore della macchina fuso a Milano, all’apertura del concerto di Amy Winehouse, che al contratto ho iniziato a pensarci il giorno dopo. La cosa buona è che per ora di quella firma non me ne sono pentito”.
A gennaio di questo anno viene pubblicato un EP “An Ordinary Man” con quattro brani all’interno che gli spiana ulteriormente la strada al suo primo cd “The Niro” uscito ad Aprile ed accolto con grande favore dal pubblico e dalla critica.
La sua voce è molto dolce, a tratti struggente e le melodie voce e chitarra arrivano dirette al cuore regalando brividi e sensazioni indescrivibili. Il suo inglese è così fluido e scorrevole che ci fa stentare a riconoscere in lui un ragazzo italiano. Gli chiediamo se ha mai pensato di scrivere qualcosa anche nella sua lingua natale: “Si, ci ho pensato, ma per ora continuo a preferire l’inglese” poi aggiunge con entusiasmo “A proposito di italiano, è appena uscito un disco di tributo ai Diaframma chiamato “Il dono”, in cui reinterpreto in italiano il brano “Io amo lei”. Ti dirà², dopo questa partecipazione la curiosità di fare qualcosa in italiano è aumentata non di poco. Vedremo!”. Ascoltandolo, sinceramente, oltre al non credere che sia un ragazzo italiano ci si accorge subito che esce totalmente dagli schemi musicali nostrani, la delicatezza delle sue liriche, anche le parole a volte urlate contro il vento descrivono un’ anima delicata e trasmettono una sensazione di fragilità . Forse non siamo i primi a notare che in The Niro si ritrova qualcosa di Jeff Buckley, e così gli chiediamo se si rispecchia nel paragone: “Ti ringrazio per le belle parole, anche se Jeff Buckley non rientra nelle mie influenze.
Adoro la musica del padre, Tim Buckley, un genio, e amo Elliott Smith. Perಠin realtà i generi che ho ascoltato nella mia vita sono molto distanti dalla musica che scrivo”.
Voci di corridoio, accreditate, dicono che lui in giovent๠fosse un “metallaro”, a noi suona strana questa cosa, troviamo troppa dolcezza nelle sue liriche. Incuriositi gli chiediamo quali sono le sue influenze? “Le mie influenze sono legate al cinema, sia ai film, che alle colonne sonore. Ad esempio adoro Nino Rota e Morricone. Spesso reinvento colonne sonore per film famosi, cercando di dare diverse sfumature alle scene. E’ un gioco, ma sogno di realizzare in futuro musiche per il cinema”. Aspettando la seconda parte del tour promozionale gli domandiamo quali sono i suoi progetti futuri: “In autunno inizierಠil tour europeo di promozione dell’album. Probabilmente anche una colonna sonora, ma per ora non posso dire di più”. E noi rispettiamo la segretezza di questa cosa ma speriamo di saperne quanto prima qualche cosa. Concludiamo questo nostro incontro con una domanda un po’ particolare ma studiata proprio per cercare di farvi capire, l’umiltà e la grandezza di questo giovane artista. Gli chiediamo come si immagina tra dieci anni e lui, invece di raccontarci di successi e storie varie, conferma le nostre teorie rispondendoci: “Questa è una domanda troppo difficile, non saprei davvero cosa risponderti. Spero soprattutto di essere in salute. Mi accontento di poco”.
*foto autorizzate dall’artista*