IL VIAGGIO DELLA COPPIA ATTRAVERSO IL XX SECOLO
Gli studiosi delle discipline che indagano il comportamento umano ce lo hanno assicurato ormai da tempo: seguendo a ritroso l’iter percorso dalla razza umana fin dagli albori delle civiltà si evince come la spinta all’aggregazione abbia costituito una sorta di ineliminabile diktat genetico dal quale l’uomo è stato guidato; e come sia stato anche grazie all’intelligente utilizzo di tale istintiva pulsione che egli ha potuto raggiungere la supremazia sulle altre specie, fino a organizzare le proprie attività secondo il modello che dette vita alle polis e che definiamo oggi “sociale”.
L’accoppiamento inteso come ricerca di un partner rappresenta un particolarissimo caso di aggregazione: esso è in realtà una manifestazione umana particolarmente complessa, nella quale l’insopprimibile pulsione di base di cui s’è detto viene amplificata da due correnti che con essa si intrecciano, quella sentimentale e quella sessuale, e che deve comunque confrontarsi con quella controforza repulsiva, per così dire, innescata da tutte quelle “limitazioni di spazio” che la presenza dell’“altro” causa all’“ego”. Tuttavia, se la diagnosi finale circa l’identità che da diversi millenni l’uomo manifesta – quella appunto di animal politicum, per dirla con Aristotele – risulta invariante rispetto allo strumento con cui la si indaga, e se è vero che proprio sull’istituzione familiare (cioè, in fin dei conti, sulla coppia) poggia l’organizzazione “politica” di cui s’è detto, non è difficile prevedere con ragionevole margine di certezza – e prima ancora di qualsivoglia indagine astrologica – la residua lunga sopravvivenza di questa particolare forma di associazione tra individui.
Un po’ più complesso risulta invece il tentativo di determinarne l’evoluzione, e addirittura – in nome del biblico nihil sub sole novum – si potrebbe osservare che non ha senso parlare di una coppia del Mille, del Duemila o del Tremila: fatte le opportune conversioni di status e di epoca, le vicissitudini di Naomi e Briatore sono riconducibili a quelle di Liz e Burton non meno che a quelle di Cleopatra e Marcantonio, e anche rileggendo i classici della letteratura si ha davvero l’impressione di riconoscere situazioni assolutamente moderne persino nelle storie d’amore di migliaia di anni fa. Senonché l’osservazione attenta della Storia ci dimostra in realtà che, così come per altre manifestazioni umane, anche i canoni della vita a due subiscono nel corso dei decenni dei più o meno vistosi cambiamenti. Pur rimanendo infatti sostanzialmente immutato nel tempo il meccanismo che è alla base di un’unione, ovvero quella pulsione attrativa sessuale che si rivela energia motrice delle attività umane davvero inesauribile (e viene da pensare che Madre Natura non avrebbe certo affidato la propria sussistenza a un meccanismo qualsiasi!), è indubbio che tale indifferenziata energia debba spendersi secondo delle modalità necessariamente subordinate alle mutazioni degli scenari sociali, politici, religiosi, economici, psicologici ed etici che fanno da contorno ai fenomeni di costume delle varie epoche attraversate.
In questo senso non è improprio parlare di “evoluzione” della coppia, evenienza che può essere astrologicamente analizzata studiando le posizioni dei cinque pianeti lenti (Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone). Di estremo interesse si rivela, sotto questo profilo, l’osservazione di questo ventesimo secolo che si conclude dopo averci consegnato innovazioni e cambiamenti a dir poco sbalorditivi: tra questi il virulento riscatto della condizione femminile con l’inaspettato ribaltamento della storica situazione di privilegio del maschio. L’apice di questa trasformazione epocale si ha negli anni settanta, e se ne può individuare il “detonatore” astrologico nei transiti nella femminilissima Bilancia di Urano prima e di Plutone poi: sono loro che armano il desiderio di rivalsa latente sotto la coatta dedizione di tante mogli-prigioniere di una forza finalmente tale da far emergere alla coscienza collettiva la liceità di diritti secolarmente calpestati. Con l’arrivo in Bilancia del “potere” saturniano (1980-83) a dar man forte all’energia plutoniana le attrici di questa rivoluzione vedono aumentare la loro autorità all’interno della dialettica contrattuale di coppia in una misura che eccede probabilmente le loro stesse intenzioni; esse si ritrovano così a fare i conti con la difficile gestione di libertà e autonomie mai prima sperimentate, nonché con una nuova immagine del maschio che – improvvisamente orfano di millenarie certezze e notevolmente impoverito nelle sue funzioni istituzionali – è costretto a un pesante arretramento sui più disparati versanti. Il risultato di ciò è quel progressivo irrigidimento delle parti che si osserva segnatamente a partire dalla metà degli anni ottanta e che induce, sia pur con opposte motivazioni, una nuova visione del rapporto: in un cocktail indistinto di misantropia-misoginia ed insicurezza trionfa come formula risolutiva della felicità sentimentale la smaniosa illusione di una vita da singles; e quand’anche questa sia inframezzata da estemporanei “flash di coppia”, questi ultimi vengono concepiti in chiave asistematica, svincolati da considerazioni morali e primariamente asserviti alla ricerca di uno sfrenato godimento sessuale. Ciò trova chiarissima spiegazione nei transiti che contemporaneamente interessano il solitario e anti-affettivo Capricorno (dove agisce la rara triplice compresenza di Saturno, Urano e Nettuno) e il trasgressivo e tormentato Scorpione (dove nel frattempo è migrato Plutone). Sia pur ancora parzialmente permeati da questa tendenza di fondo, gli ultimi anni novanta hanno lasciato intravedere dei significativi cambi di rotta: sono quelli che ci forniscono lo spunto per delineare il probabile assetto che la coppia si darà negli anni a venire e di cui parleremo la prossima volta.