Vignettopoli
Abruzzo: cinque mesi dopo, di solidarieta
Sono passati cinque mesi dopo la terribile scossa del 5.8 della Scala Richter, che alle ore 3.32 del 6 aprile, ferm l’Italia e distrusse L’Aquila, il capoluogo abruzzese, ed i paesi limitrofi.Anche noi, grazie ad un’amica, Nadia Gozzi, che in quei giorni si trovava sul territorio devastato per portare i soccorsi insieme ai volontari del XXIII Contingente Acquasanta,
siamo riusciti a catturare, attraverso i loro occhi e la loro alacre presenza, momenti e parole di un impegno che ha visto l’Italia intera muoversi, attraverso la solidariet e i suoi volontari.Cittadini privati e appartenenti ai vari gruppi organizzati da associazioni umanitarie hanno contribuito a rendere meno pesante una pagina nera della nostra storia contemporanea, e sebbene ancora le cose non si siano modificate totalmente, la voglia di riprendere in mano le proprie vite, con dignit e speranza, presente, oggi pi di ieri, negli abruzzesi. ” Gli abitanti, han fatto di tutto per aiutarci e sono diventati parte integrante di un cammino che ci ha visti vicini, tutti. Sono nate delle belle amicizie, il ritorno per noi, stato colorato dalla cordialit e l’affetto delle persone che con noi hanno condiviso, dal lavoro ai momenti di svago che riuscivamo a ritagliare alla bene meglio.” Pian piano la situazione sul territorio sta riprendendo colore, la vita lentamente sembra riappropriarsi degli spazi che sembravano perduti. C’ ancora molto da fare, ma almeno ci sono i punti di riferimento degli aquilani, che sono tornati al loro posto, riveduti e corretti. La chiesa stata costruita, ora si celebra al coperto; il Palazzetto dello Sport non pi dormitorio, ha ripreso le sue sembianze; l’ospedale che ora un prefabbricato, funzionante.
Molte le case consegnate, ma ancora tanto c’ da fare, ma la solidariet del mondo ha fatto la differenza, facendo sentire meno soli gli abitanti di un territorio, quello abruzzese, che ha perso le sue sembianze, ma non la sua memoria e sulla scorta di questa, si continua a ricostruire. Il XXIII Contingente Acquasanta, ha solidarizzato con gli abitanti, ha reso meno pesante con l’impegno profuso nel lavoro, giorno e notte, il guardare ad una desolazione che non si pu spiegare. Il terremoto, una calamit naturale, checch si dica, non ancora possibile prevedere, ma gli studi del settore dimostrano che si stanno facendo passi avanti.
Certo all’indomani di tragedie come queste, lo sconforto e la desolazione la fanno da padrona, tutti ricorrono con le parole ad improbabili soluzioni, lanciate come un tam tam dai media di questo o quel ricercatore che poteva far la differenza se consultato per tempo, ma la realt che il nostro Paese, come l’intero mondo, ancora lontano dal capire quando avverr la catastrofe, quando si verificher con precisione un terremoto. E’ questo l’obiettivo dei ricercatori di tutto il mondo, lo studio sempre pi approfondito su fenomeni che sono pi frequenti di quanto non si possa immaginare e che spesso, solo i sismografi riescono a percepire e di cui noi, non sentiamo minimamente alcunch. Una tecnologia sofisticatissima gi in grado di riconoscerne i movimenti, di tenere sotto controllo quelle aree che pi di altre sono considerate fortemente sismiche, ma il “quando avverr” non ancora possibile saperlo. La prevenzione importante.
Chi costruisce ha il dovere morale di utilizzare i materiali giusti al fine di non far trovare sempre sotto le macerie le popolazioni, all’indomani di un terremoto. In Giappone, bench sia sempre temuto, compreso, affrontato con intelligenza, seriet, si riesce a conviverci. In questa ottica si sta muovendo la ricerca scientifica e tecnologica, che gi in grado di osteggiare i rischi di queste calamit naturali, ma l’uomo, inteso come colui che detiene il potere, che pu evitare di consegnare aree a chi preferisce alla vita il mero guadagno, far sempre la differenza. Nella tragedia abruzzese, come per le altre che l’hanno preceduta, abbiamo letto di tutto su chi ha costruito senza rispettare il territorio e considerare lo stesso per gravit sismica. Nella speranza che questa tragedia serva a qualcuno per evitare di contare altre vite perdute, ringraziamo gli amici del XXIII Contingente Acquasanta e attraverso questo gruppo, tutti coloro che si sono adoperati con spirito alacre e generosit, con l’intento di fare qualcosa, senza nulla a pretendere. Grazie ragazzi!
*Le foto del servizio sono state gentilmente autorizzate dal XXIII Contingente Acquasanta*