Vignettopoli
La Storia di un momento – Vincenzo Bencini
Civitavecchia. Pronti, partenza, via!!!!! E’ uscito da pochissimo tempo “La storia di un momento” un cd di un nuovissimo cantautore italiano e gi il passaparola sta portando questo nuovo artista nostrano all’attenzione di molti. Stiamo parlando di: Vincenzo Bencini e se vi starete chiedendo “chi costui?”, beh, presto detto: un ragazzo “fai da te” che da solo e con l’aiuto esclusivo delle sue forze e possibilit sta tentando di aprirsi un varco e trovarsi un posticino nel patinato ma, troppo spesso datato, panorama musicale italiano. Cominciamo raccontandolo attraverso le sue parole.
Gli chiediamo come nasce l’artista Vincenzo Bencini: “Ci che mi caratterizza il fatto di essere molto attento a tutto ci che mi circonda. Mi piace fermarmi ad osservare e osservarmi. Mi piace ascoltare e ascoltarmi. In questo modo le cose e le persone si vedono con la giusta luce che ti facilita quel “rendere l’idea” che per me fondamentale. Una cosa che mi aiuta molto avere un quaderno ed una penna sempre con me, perch le idee son come quei palloncini legati al polso di un bimbo: se non si fissano appena nascono tendono a volare”.
Questa frase ci ricorda molto una canzone del primo Vasco Rossi quando cantava che “le canzoni son come i fiori, nascono da sole son come i sogni che a noi non resta che scriverle in fretta perch poi svaniscono e non si ricordano pi. Quali sono le sue influenze: “Ho scoperto tardi di esser intonato e votato verso questa forma d’arte. Per quel che riguarda i miei riferimenti ho avuto varie fasi che mi hanno portato a toccare generi musicali diversi: all’inizio ascoltavo tanto folk – rock ma davvero tanto: Bob Dylan, Neil Young, Bruce Springsteen su tutti, poi ho avuto un amore verso il grunge: Pearl Jam ed Alice in Chains. Da un paio d’anni a questa parte sto dando molta importanza ai testi e ascolto molto e spesso Fabrizio De Andr o Vinicio Capossela”. Vincenzo Bencini sa entusiasmare e riempire gli animi usando solamente due cose: parole e musica. Due cose semplici, banali ma che proprio per il fatto di essere considerate tali stanno perdendo sempre pi il loro vero valore: “Adoro l’uso della parola. Se una parola detta nel giusto modo, al momento giusto, con il giusto tono se sotto c’ la giusta musicalit …beh, magianel mio piccolo ci provo ed a questo che punto. Il mio sogno arrivare a “rendere l’idea” in 3 minuti”. Gli chiediamo cosa spinge ai giorni nostri una persona a voler tentare la strada della musica: “Oggi davvero difficile emergere per due motivi fondamentali: ci son molti artisti in gamba e il mercato discografico davvero in crisi, tant’ che oggi la musica sta entrando prepotentemente e in modo forse un po’ troppo arrogante in Tv, cosa mai successa fino ad ora se non con video musicali… ma quella tutt’altra storia. La mia voglia di emergere e far musica la affronto come un “evolvere naturale” delle cose, diciamo un po’ da “sognatore”: oggi tutto corre in fretta, io credo che se un qualcosa o un qualcuno deve arrivare, prima o poi arriver. Ho iniziato questo splendido viaggio cantando e suonando come “one man”, girando ovunque, ho al mio attivo quasi 1.000 concerti (890 per l’esattezza). Ecco questo secondo me il miglior modo per manifestare la voglia di far musica, andare dov’ la gente, senza troppi filtri multimediali!”
Questa sua ultima affermazione ci spinge a fare un po’ il punto della situazione e a domandargli se i nuovi canali e le nuove tecnologie aiutano oppure massificano solamente: “La tecnologia aiuta moltissimo a sviluppare o far conoscere ci che gi di buono c’, non a creare un qualcosa di fuorviante: un esempio pu essere il fatto che ci son video musicali di bands fatti benissimo, la gente va a vederli “live” non come se li aspettava”. Un esempio fra tutti lo possiamo fare ricordando un video ed una canzone splendida degli anni ottanta i Duran Duran con Wild Boys, canzone mai cantata (o molto raramente) dal vivo proprio perch nata su campionature e computer vari che ne rendevano quasi impossibile la realizzazione naturale in un concerto. Vincenzo Bencini, per gli amici Vinz, uno che di talento ne ha da vendere, potremmo paragonarlo ad un cocktail (ognuno di voi libero di scegliere quale). Questi sono gli ingredienti: un cantante che con il solo ausilio della sua chitarra sa farvi vibrare il cuore, un cantautore che sa usare e calibrare sapientemente le parole, una di quelle rare persone che quando suona live mette la musica davanti a tutto e piega il suo talento a virtuosismi davvero rari, un ragazzo che non sale sul palco ma si mette a completa disposizione di quello che la musica vuole in quel momento, e con l’espressione “musica” intendiamo il saper cogliere e decodificare in note, suoni e vocalizzi quelli che sono gli interessi del pubblico riuscendo a stabile un contatto davvero intimo fatto di presentazioni, introduzioni e spiritosaggini varie che rendono davvero gradevole una serata in sua compagnia e ultimo ingrediente, che non guasta mai, davvero un gran bell’uomo! Due domande ci si affacciano alla mente: una relativa al nostro panorama musicale dove la parte da leoni la fanno i cantanti ormai datati e l’altra relativa al quanto conta l’aspetto fisico: “Di novit ce ne sono, pieno di bands e di cantanti veramente bravi, ma secondo me oggi cambiato il modo di investire su una band o su un cantautore: prima il produttore creava un’artista e cercava di farlo stare sulla cresta dell’onda per pi tempo possibile.
Oggi c’ una regola di mercato che non fa bene alla musica, il cosiddetto “hit and run” (colpisci e fuggi)il produttore crea l’artista, un paio d’anni e l’artista scompare: ed qui la differenza: l’artista che ha fatto la giusta gavetta, che ha calcato palchi, che ha cantato e suonato, anche davanti a due persone, colui al quale, se gli viene data la fiche da giocare, vincer! Non credo molto nell’artista preconfezionato! Poi per quanto riguarda l’aspetto assolutamente non mi sento avvantaggiato. Non voglio fare reality o sfilate ma scrivere e musicare per il pi lungo tempo possibile…vedi gi nel dirti “il pi lungo tempo possibile” son diventato pi vecchio e brutto…quindi…- sorride dicendocelo, ma poi diventa serio e aggiunge – anche se ora, senza veli d’ipocrisia, un periodo ormai “troppo” lungo dove l’immagine conta molto…spero qualcosa cambi in tal senso”.
Lo incontriamo in una caldissima, quasi torrida serata autunnale di fine ottobre, con una suggestiva scenografia di contorno: il mare alle nostre spalle, calmo e quieto, le luci che illuminano il pontile e che discretamente ci immergono in una serata quasi fuori dal tempo e lui l seduto, con la sua chitarra in mano, i suoi lunghi capelli biondi e quella voce che sa arrivarvi all’anima. Suona ininterrottamente per quasi due ore e la serata si scalda e si rallegra in mezzo a sensazioni e ricordi passando dal grande Ligabue, fino agli U2 e deviando sapientemente strizzando l’occhio a vecchi stornelli romani che si sposano perfettamente con la serata fuori dal tempo che stiamo vivendo. Lui l seduto, con la sua chitarra e a colpo d’occhio sembra di rivedere il grande Kurt Cobain redivivo e a volte la voce di Vinz graffia cos tanto il microfono da farci pensare che sia veramente un novello Cobain (di cui per vi garantiamo che ha ereditato solo il talento e la rassomiglianza e non gli stravizi che tutti noi tristemente sappiamo). Questi pensieri ci spingono a fargli un’altra domanda: con cosa si deve scontrare chi vuole farsi conoscere: “Sai una cosa? Io non ho mai fatto un provino nella mia vitanon so il motivo e nemmeno me lo son mai chiesto…quindi non ho mai ricevuto porte in faccia non perch sia bravo, ma proprio perch non sono mai andato a bussare io mi sto facendo conoscere girando moltissimo “live”.
La strada molto pi lunga e ardua, ma se conquisti la stima di una persona difficile che ti “abbandoni”, proprio perch ha visto con i suoi occhi chi sei e cosa fai. E poi come ti dicevo prima…credo nella “magia” degli incontri, condita anche da fortunaovviamente”. E’ cos tanto difficile riuscire a farsi notare, riuscire a fare le serate e ad avere pubblico: “A me non sembrato duro perch come ti dicevo prima, vivo tutto questo con la giusta ambizione ma senza troppa ansia di arrivare: ho le mie tante serate “live”, persone che mi circondano di stima e affetto… questa davvero la mia “tisana di caff” per viverla serenamente! non sono un artista nato in studio, ma “on the road” e questa la mia salvezza..non sto troppo a casa a pensare”.
La serata, quasi l’una di notte, sta volgendo al termine e una leggera pioggia comincia a far riflettere sull’asfalto le luci che prima si rispecchiavano solamente nel mare. E’ tutto calmo, pacifico, dentro di noi abbiamo la sensazione di essere tornati indietro nel tempo quando si andava ad ascoltare il nostro cantante del cuore e si tornava a casa, felici e soddisfatti ma, come in tutte le belle favole e come sempre quando si vive una bella serata c’ sempre una nota stonata e questa volta la stonatura non viene fatta da Vincenzo Bencini ma dall’arrivo futile delle forze dell’ordine che invece di richiamare all’ordine persone che gi lo erano non fanno altro che creare uno scombussolamento. Ci racconta, divertito, che non la prima volta che gli capita di interrompere un concerto: “Che ridere! la meraviglia di girare proprio che ogni sera diversa dall’altra (da scriverci un libro ma questa un’altra cosa) ovvio che il mio desiderio che le forze dell’ordine intervengano perch la gente canta talmente a squarciagola i miei pezzi che si crea, lasciamelo dire, un lieve “disturbo alla quiete pubblica”!” Tristemente, con la fine della serata riacquistiamo il senso del tempo: siamo nel 2009, sta piovendo, l’aria comincia a farsi pungente, le ossa scricchiolano sotto l’inesorabile passare del tempo ed ora per noi di andare ad incontrare Morfeo in un abbraccio struggente e consolatorio e a raccontargli, prima di chiudere gli occhi di come un esordiente cantautore della provincia di Roma ci abbia saputo rubare il cuore per due ore. Nella testa si muovono ancora alcune sue parole: “Vivo tutto questo con la giusta ambizione ma senza la troppa e affannosa ansia di arrivare”. Io penso che ci sia spazio anche per chi al momento non fa rumore: d’altronde anche il silenzio importante quanto il rumore…non credi?…soprattutto nella musica!”. E questo silenzio 890 concerti, crediamo che ormai lo stiano rompendo e se anche voi come noi siete curiosi di ascoltare questo grande talento italiano ma, candido come il ragazzo della porta accanto, vi consigliamo di tenere d’occhio la sua pagina personale su Facebook e su MySpace perch imminente un mini tour che lo porter ancora pi vicino ai vostri cuori!
*Le foto sono state autorizzate dall’artista*