Vignettopoli
Max e Stella
“Tutti i bambini hanno dei diritti, indipendentemente da chi sono e da dove vivono”. 25 Settembre – 4 Ottobre 2009, Saint Just Le Martel – Nei giorni scorsi, ha avuto luogo in Francia, il 28° Saloon International de la Caricature de Presse et d’Humour, una singolare manifestazione a cui, ogni anno, partecipano vignettisti provenienti da ogni parte del mondo.
In questi giorni di kermesse la vignetta diventa il linguaggio attraverso cui vengono trattati diversi argomenti. Uno di quelli affrontati nell’edizione 2009, in collaborazione con ONU, UNESCO e UNICEF è stato “I diritti dei Bambini: Fanciullezza ed Educazione, Fanciullezza e Libertà, Fanciullezza e Giustizia”. Dei diritti dei bambini si parla sempre ma, probabilmente, non tutti sanno che dal 1959 esiste una vera e propria “Dichiarazione dei diritti del bambino” e il 20 novembre 1989, è stata redatta la “Convenzione sui Diritti dell’infanzia” frutto di un lavoro durato dieci anni conseguenza del comune ritenere che in molti Paesi, le esigenze dei bambini non sono sufficientemente considerate.
Da alcuni rapporti stilati sul territorio nazionale, sembrerebbe che quelli moderni, possano essere rappresentati in una sorta di identikit come bambini che amano – forse troppo – la televisione, quasi tutti usano il computer, internet e hanno un cellulare proprio. Genitori e amici rappresentano i loro principali punti di riferimento ma, ancora troppi, si sentono soli, incapaci, alle volte persino diversi dagli altri. Molti sono vittime di episodi di bullismo che si verificano specialmente a scuola o per strada. Reagiscono, per la maggior parte, con paura alle emergenze e chiedono prima aiuto ai genitori e poi, alle istituzioni. Alcune di queste tematiche a Saint Just Le Martel sono state trattate in maniera singolare: attraverso l’uso del fumetto. Un’arte – e non un surrogato come tanti lo ritengono – che mediante l’icona non solo rappresenta la realtà ma la interpreta. I personaggi dei fumetti diventano stereotipi che incarnano diversi valori: ogni personaggio svolge un ruolo nella storia.
C’è l’eroe – il buono – che combatte per la giustizia, mentre l’antagonista – il cattivo – che per profitto e interesse personale si contrappone con modalità più o meno realistiche a ciò che per definizione consideriamo “giusto”. Il fumetto rappresenta un’allegoria attraverso cui l’autore esprime ciò che sarebbe più difficile fare attraverso le parole. Un linguaggio più diretto quindi e, se vogliamo, anche più comprensibile: infatti, nel fumetto prevale l’immagine sulla parola che è limitata alla “parlata” dei vari personaggi, e spesso sostituita da onomatopee che riproducono suoni che a loro volta rappresentano stati d’animo. I concetti nella vignetta dunque, sono brevi, diretti e di facile comprensione ma anche di facile memorizzazione. Inoltre, sono espressi attraverso frasi che appartengono al linguaggio quotidiano che tutti noi, indipendentemente dall’età, convenzionalmente, utilizziamo. Il fatto poi, che alle brevi frasi pronunciate dai personaggi, si associ un’immagine – prevalente sulle parole – rende la scena “reale” e dunque, più comprensibile e accessibile a tutti indipendentemente da età o cultura. Non dimentichiamoci che il fumetto è nato come mezzo di divulgazione tra i ragazzi: fu molto utilizzato, ad esempio, nel periodo fascista proprio per trasmettere il pensiero politico ai giovani e diffonderlo nella cultura del tempo, facendo del Duce una figura quasi mitologica. Fu proprio in questo modo che nacquero i Ballilla e La Piccola Italia, contrapposti al Giornalino e al Corriere dei Piccoli. La Kermesse francese nell’affrontare la tematica della libertà e dei diritti dei bambini, li invita a osservare immagini – questa volta non virtuali – ma disegni e a leggere – al posto dello schermo a cristalli liquidi – parole circoscritte in una nuvoletta. Tra gli ospiti presenti abbiamo ritrovato, per la seconda volta, un italiano: Paolo Piccione, che non è soltanto un vignettista, ma un Agente scelto della Polizia di Stato. Non a caso, ospiti della manifestazione erano la Polizia di Stato e la Questura di Napoli. Organi che, con sempre maggiore attenzione e con estremo zelo, si impegnano, quotidianamente, alla diffusione di concetti quali libertà, educazione e giustizia. Così all’interno del 28° Saloon International de la Caricature de Presse et d’Humour sono arrivati “Max e Stella due ragazzi come voi” un opuscolo informativo per le scuole di primo e secondo grado, a fumetti appunto, che verrà distribuito non solo negli istituti di Napoli ma anche, su richiesta, in quelli presenti sul territorio nazionale. Max e Stella sono l’icona di due adolescenti alle prese con la vita di tutti i giorni che si rivolgono ai giovani attraverso domande dirette, come fossero non solo interlocutori ma personaggi della storia, e invitando gli stessi ragazzi a disegnare, accanto a ciascuna vignetta, il loro personale punto di vista sull’argomento, facendoli diventare loro stessi, autori del fumetto. In questo modo bambini e adolescenti delle scuole primarie e secondarie vengono coinvolti nella storia e vengono stimolati attraverso le loro risposte e i loro disegni ad esprimere opinioni o dubbi su quelle che dovrebbero essere le naturali regole di una vita normale. Tanti sono i momenti rappresentati nel fumetto di Max e Stella, dal non accettare passaggi dagli sconosciuti, al non rubare la borsetta ad una signora che potrebbe essere una mamma proprio come quella di chi sta leggendo il fumetto. Dall’uso corretto di internet all’uso della droga nelle scuole; da un cenno alla pedofilia all’allagamento di un comprensorio scolastico, come fenomeno di bullismo. Tutti eventi questi volti principalmente, ad educare i nostri ragazzi non solo attraverso l’apprendimento di “giusti” comportamenti ma sollecitandoli ad avere fiducia nei genitori e nelle Istituzioni, come la Polizia di Stato, soprattutto in quelle situazioni che esprimonono problematiche sociali quali violenza o bullismo. Attraverso Max e Stella i giovani comprenderanno non solo l’importanza dell’educazione, ma anche il rispetto verso se stessi e verso gli altri. Max e Stella diventano l’allegoria del concetto che tutti i bambini e gli adolescenti hanno dei diritti, indipendentemente da chi sono e da dove vivono. Soprattutto, i nostri ragazzi devono imparare che non sono soli. Attraverso Max e Stella devono comprendere meglio i legami esistenti tra Polizia di Stato, sicurezza e scuole. L’augurio degli ideatori di questo opuscolo e nostro è che questa attività di partecipazione alla formazione morale e sociale dei minori contribuisca allo sviluppo di una conoscenza più ampia ed adeguata della Polizia di Stato e di quelle Istituzioni quali, appunto, la Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia che da sempre elaborano e realizzano progetti per il miglioramento delle future generazioni, nonché a creare le basi per una reciproca fiducia che faciliti la crescita e la sicurezza dei fanciulli.