Editoriale
Sin tetas no hay paradiso
Raccoglie 7 milioni di telespettatori la telenovela che ha fatto rizzare i capelli al mondo. La fiction tratta dal bestseller dello scrittore Gustavo Bolivar “Sin tetas no hay paradiso” che tradotto significa che se non hai un seno procace non puoi andare in “paradiso”….ma quale?.. E’ la storia di Catalina, una quattordicenne che come molte sue coetanee, vuole realizzare a tutti i costi un sogno, non ci sono sofferenze abbastanza grandi pur di arrivare alla meta, di riuscire ad avere almeno tre taglie in più nel reggiseno.
La cittadina dove tutto questo accade e si accarezza l’ambito trofeo delle nuove adolescenti dell’assurdo è Pereira, punto nevralgico della prostituzione, dove le donne del luogo, sono note per la loro bellezza in tutta la Colombia. Così la patria sud americana tristemente nota per il narco traffico, il riciclaggio del denaro sporco, ma anche delle immense piantagioni del buon caffè, balza alla cronaca per le sue giovani lolite in odor di prostituzione, che ambiscono ad un unico sogno collettivo: compiacere l’uomo per uscire da una miseria e squallore che la terra nella quale sono nate, altro non offre, quindi, priorità assoluta, fare di tutto per riuscire ad avere protesi che aumentano l’inganno del decoltè.
Ma se questo è il sogno di Catalina e delle teen agers colombiane, non possiamo dire che non abbia attinenza con il sogno di occidentali americane & company.
Catalina alla fine non è diversa dalla biondina che alla faccia della povertà di q ueste ragazze che sognano il silicone, come loro massimo punto di arrivo e di uscita dal black hole di miseria, la Hilton. Costei, si divertein Internet ad intrallazzare amplessi per farsi notare, difatti, nonostante i suoi soldi, il cervello da gallina che si ritrova non l’aiuta in nessun altro campo. Siamo grati alla Littizzetto, nuova testimonial della nota casa di cellulari dove Paris si svitava scimmiottando movenze sexy, che dopo averla scalzata dal podio, ha rimesso a posto le cose, dando a noi poveri telespettatori la possibilità di rilassarci e ridere delle sue intelligenti gag, per non piangere di ciò che ci sciroppavamo prima.
Sarebbe interessante sapere cosa stanno facendo, per realizzare i loro sogni, le ragazzine africane, le albanesi, o le indiane. Non sarà il caso di allargare l’inchiesta per capire se questo rigurgito di prostituzione che sta toccando Colombia, America ed Europa, non sia magari il Boomerang che sta cogliendo tra capo e collo i paesi industrializzati, e quelli che per colpa nostra nella povertà nera si ritrovano? Bolivar con riferimento al libro, disse di essersi ispirato ad un fenomeno di proporzioni gigantesche e che vedeva le ragazzine colombiane, disposte a farsi operare anche dietro compenso di prestazioni sessuali, in strutture fatiscenti e dove i controlli non sono certo all’ordine del giorno e per raggiungere la meta, avere il passaporto verso il mondo dei narco trafficanti, entrare nel giro. Da noi vogliono diventare veline a mille euro a marchetta e sposare i calciatori; in Colombia, ambiscono ai signori della droga che su queste adolescenti disperate, esercitano uno strano fascino da far perdere la testa, ma per riuscirci devono procurarsi il seno procace o non potranno prostituirsi e sperare di entrare a far parte di una casta privilegiata di prostitute “pereiane”.”Televisione trash”, donne “spazzatura”, uomini senza valore e difesa inaudita di un mondo orrido dove i trafficanti diventano i nuovi principi azzurri.
Certo che Bolivar voleva, attraverso il libro sollecitare le coscienze, l’attenzione su un problema grave che coglie di sorpresa la società colombiana, la televisione ha come al solito elaborato il tutto a suo piacimento, creando il fascino dello scorpione, in un Paese dove la povertà impera, una percentuale irrisoria fa con il denaro il bello e il cattivo tempo e la metà della popolazione non ha di che sfamarsi. Catalina come Paris, sono solo la punta di un iceberg che a causa dell’effetto serra sciogliendosi travolgerà le vite di tutti. Non sono ancora nate queste giovani adolescenti e già si organizzano mentalmente per riuscire a compiacere sessualmente l’uomo che ha potere e denaro. In Colombia ci sono i narcotrafficanti cui rivolgono le loro speranze, ma le “Paris” da noi chi vogliono compiacere con il loro corpo acerbo ed il benessere esibito ad oltranza, subdolamente, politically correct?….L’uomo animal tecnologicus! Paris Hilton con le sue performance a puntate è il rovescio della medaglia di Catalina, anche lei interpreta una telenovelas spazzatura per la gioia di chi nell’immondizia ci sguazza da mattina a sera. Alla fine di cosa stiamo parlando, quale film ci stiamo girando? Che sia Colombia, America o Europa, sempre di prostitute legalizzate parliamo, legalizzate da una società che sta uccidendo le nuove generazioni e mandato in coma quelle che le precedono che travolte dai piaceri della vita e sessuali, se ne fregano altamente di quello che sta succedendo ai loro figli che all’asta mettono il loro corpo siliconato, gratis o per soldi, ma mai per amore. Amore, parola obsoleta, ma forse su e-bay riusciamo ancora a trovare qualche scampolo di questo reperto archeologico… ma diamoci una mossa, perché se non cominciamo a prendere atto di questi costumi che vanno per la maggiore, per come siamo messi, dovremmo svenderci tutti su e-bay.
*Disegno di Gioia Corazza per Edizioni Damiano. E’ vietata la riproduzione senza l’autorizzazione dell’editore*