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Perché lo dice la mamma
Una simpatica commedia dai toni nevrotici e compulsivi, che vede al centro della vicenda una madre estremamente ansiosa con le sue tre figlie adulte. Vedova e donna in carriera nel settore ristorazione, Daphne è riuscita ad allacciare un rapporto ambivalente con le figlie, da un lato è la loro migliore amica, confidente in prima linea e compagna ideale di massaggi e bagni turchi, ma dall’altro è una mamma apprensiva fino all’esasperazione.
Le figlie più grandi, Maggie e Mae sono sentimentalmente appagate e felici, mentre a destare mille crucci è Milly, la più piccola e fragile che passa da una storia all’altra collezionando fallimenti e lacrime. Milly fa la pasticcera, è attraente, dolce, lunatica e molto maldestra in pratica la fotocopia della madre con trent’anni di meno. Dopo l’ennesima delusione, Daphne decide che è il momento di agire e senza dire nulla alla figlia, organizza una serie di interviste con uomini di ogni tipo per scegliere il fidanzato perfetto. Per fare questo, mette un annuncio su un sito di incontri, descrivendo con estrema precisione tutte le caratteristiche che l’uomo ideale di Milly deve possedere. Inizia una serie di colloqui con uomini molto diversi fra loro, fino a quando l’occhio indagatore della madre non cade su Jason, un architetto giovane e rampante di buona famiglia, appassionato di musica classica. In pratica secondo Daphne l’uomo giusto per Milly. Un atteggiamento di questo tipo descrive un tipo di personalità che non riesce a fare i conti con il tempo e con se stessa.
Il ruolo di madre che garantisce accudimento e maggiori probabilità di sopravvivenza ai piccoli, è nel personaggio di Daphne enfatizzato sulla base di due motivi: uno per il tipo di approccio che utilizza, manipolativo; due perché l’interessamento verso il privato della figlia adulta sottolinea che la madre ha delle mancanze nella propria. Il tempo che passa, accentua il distacco psicologico e la separazione biologica fra le figure di accadimento e i figli, Daphne ha superato i sessanta e la figlia ha la metà dei suoi anni, e continuando a trattare Milly come una figlia adolescente dimostra di avere paura della separazione dal ruolo di madre, e di sentirsi logorata dalla solitudine.
Le strategie che utilizza per incastrare la figlia con Jason, al limite del ridicolo, sono una conferma di alcuni meccanismi di difesa da lei utilizzati per evitare l’angoscia generata dai propri conflitti personali. Il prodigarsi per la figlia, mettersi d’accordo con Jason alle sue spalle, favorirlo rispetto ad altri pretendenti è l’espressione di una formazione reattiva, ciò significa che Daphne pur mostrando preoccupazione e amore per la figlia, è latente in lei la rabbia repressa verso ciò che la figlia è nel presente, le possibilità reali di Milly che la madre crede di non avere più.
Daphne si dedica al lavoro in modo compulsivo, ciò serve a colmare il vuoto che sente dentro. Quando dopo numerose interviste, decide di presentare Jason a Milly (ovviamente una presentazione collaudata perché Milly non deve scoprire la verità) sceglie l’uomo che lei stessa da giovane avrebbe scelto. Proietta su di lui, le caratteristiche del suo uomo ideale e non quello di Milly. Daphne rimprovera alla figlia di essere insicura e di non pensare al futuro, utilizza le informazioni che ha sulla vita di Milly (la quale ha scelto saggiamente di vivere da sola), per elaborare delle soluzioni comportamentali che non sono adatte alla figlia perché non tengono conto dei suoi sentimenti, ma sono il risultato di un razionalizzazione feroce di ogni aspetto della sua vita.
La povera Milly, non riesce a tenere testa alla caparbietà della madre e pur di non perdere la sua approvazione comincia ad uscire con Jason. Milly è ancora imprigionata nel bozzolo materno, opera dei tentativi maldestri per liberarsi dal controllo della madre, la quale per esempio le sposta in continuazione i mobili dell’ appartamento, e comincia a uscire di nascosto da Jason con un altro ragazzo incontrato per caso. Jhonny è un ragazzo padre e un musicista creativo e sensibile, fin dalle prime battute fra di loro, il regista ci fa capire che è la persona giusta per Milly, meno borghese e più alla mano. Un uomo che riesce a tollerare con il sorriso le sbadataggini della ragazza a differenza di Jason, il quale si mostra ben presto intollerante e rigido. Milly pur confessando alla madre e alle sorelle la sua doppia frequentazione, ( Jason e Jhonny) non riesce a prendere una decisione definitiva perché ha paura di affrontare l’autorità della madre, per questa ragione sembra che abbia introiettato un Super Io punitivo e intransigente, tanto che il suo comportamento è caratterizzato per quasi tutto il film, da lamentele adolescenziali e debolezza dell’Io. Anche il fatto di andare a letto con entrambi i pretendenti, manifesta una ribellione inconscia verso la madre che viene espressa nei peggiori dei modi, facendo quindi un torto ad entrambi .
La protagonista riesce a prendere una decisione nel momento in cui si sente messa con le spalle al muro da Jhonny , quando scopre che frequenta anche l’architetto. La mortificazione e la vergogna per il fatto di aver tradito la fiducia di Jhonny, la conducono a dare un taglio netto al suo rapporto con la madre, in questa fase Milly riorganizza la sua vita da zero. Arreda il suo appartamento come piace a lei, e rifiuta le intrusioni della madre nel suo lavoro di pasticcera. Milly recide finalmente il cordone ombelicale e interrompe quell’atteggiamento di dipendenza verso la figura materna che impediva a se stessa di essere felice e inconsciamente condizionava la madre ad assumere un atteggiamento iperprotettivo. Milly sceglie Jhonny e comincia una nuova vita.
Dr.ssa Nerina Zarabara Psicologa
Per info e consulenze: nerinazarabara@gmail.com