MIGIROUNFILM
Irina Palm
Irina Palm non esiste. E’ un personaggio della finzione, creato da un uomo che ha intravisto dentro gli occhi di una donna la sua anima. Gli occhi di Maggie sono spenti da tanto tempo, superata la soglia dei sessant’anni, la sua vita si svolge fra le piccole faccende di casa e l’ospedale in cui è ricoverato il nipotino malato.
Il film ci presenta immediatamente la condizione di marginalità sociale in cui si ritrova. Il figlio Tom e la moglie Sarah, la trattano con freddezza nonostante i suoi tentativi di essere gentile e disponibile.
Quando Maggie torna a casa è sola, l’unico svago che si concede, è il the con le vicine di pianerottolo pettegole e invidiose. La situazione cambia quando le condizioni di salute del nipote si aggravano ulteriormente, tanto che l’unica possibilità di sopravvivenza è un’operazione molto costosa in un ospedale australiano. I coniugi non hanno però le possibilità economiche per far fronte alle spese di viaggio e alle cure sul posto, che ammontano a una cifra di 6000 sterline. Maggie non si da per vinta e si mette alla ricerca di un impiego qualsiasi pur di aiutare il nipote. Purtroppo nessun colloquio di lavoro va a buon fine, dopo i sessant’anni per la società sei da buttare, “inabile”, un peso. Un pomeriggio mentre gira nei dintorni di Soho, nota un annuncio affisso ad un night club, vi entra ed ottiene un colloquio con Miki, il proprietario del locale.
Miki è un uomo maturo, ha collezionato nella sua vita esperienze di ogni genere e intuisce che la donna si trova in una situazione disperata e paradossale, con molta professionalità le spiega il tipo di lavoro che andrà a fare. Dentro una stanza, nascosta dallo sguardo altrui, lavorerà “di mano”, masturbando da un buco gli uomini che lo richiederanno. Inizialmente Maggie rifiuta l’offerta di Miki, è scioccata e imbarazzata soltanto al pensiero. Poi dentro di lei scatta qualcosa: un sentimento di disperazione causato dall’imminente morte del nipote, la spinge a fare ciò che non avrebbe mai pensato di fare. In poche settimane potrà guadagnare abbastanza e racimolare le seimila sterline. Il film di Garbski tratta con garbo ed eleganza un tema scabroso e di norma “squallido”, stravolgendo la vita di una donna qualunque, addirittura un po’ puritana e abitudinaria, le chiede “cinematograficamente” di essere un’altra.
Una donna senza inibizioni che deve tirare fuori tutto il suo narcisismo represso da anni di solitudine. Maggie vedova e fedele al ricordo del marito, aveva dimenticato il contatto fisico ed emotivo con un uomo, nel locale di Miki recupera questa informazione dalla sua memoria emotiva. Diventa così brava nel suo “lavoro” che Maggie riesce a costruirsi un’identità parallela a quella ufficiale, e per certi aspetti più gratificante. Nella nuova realtà si chiama Irina Palm, ed è molto richiesta dai clienti a tal punto che la concorrenza comincia a muoversi, e la donna riceve un’interessante offerta da un night club prestigioso. Maggie/Irina comincia a truccarsi, a sentirsi più femminile, senza mai ostentare atteggiamenti volgari, e mantenendo la sua semplicità. Il viso diventa più sereno, e nonostante i tentativi di non far scoprire all’Altro sociale il nuovo impiego, si intuisce fotogramma per fotogramma, che una parte di lei vorrebbe inconsciamente restare Irina per sempre. Ma una donna che si sente realizzata e serena rappresenta una minaccia, anche gli Altri la guardano in modo diverso, non sanno niente ma percepiscono la sua sicurezza interiore.
Dinamiche persecutorie si scagliano contro Maggie/Irina quando Tom ( il figlio) scopre come si è procurata i soldi per l’operazione. Nulla servono le spiegazioni, l’atteggiamento di Tom è pregno di giudizio e moralità portata all’estremo, usa l’acting out, scegliendo l’impulsività alla ragione ed opta per una scelta molto drastica: annullare Maggie. Quest’ultima a dire il vero si è già annullata, mettendo da parte la sua dignità, calpestandola pur di avere i soldi per aiutare il nipote malato, e la reazione del figlio seppur in parte comprensibile, può sollecitare nello spettatore rabbia e sconforto. Com’è possibile che per una questione di “moralità”, Tom rifiuti i soldi della madre, uccidendo così il proprio figlio? Il sacrificio di Maggie/Irina a cosa è valso?
Ci sono due scene molte belle e secondo il mio punto di vista centrali nel sottolineare la metamorfosi di Maggie che vuole essere un input positivo per ogni donna di qualsiasi età. Il che significa affrontare la vita a testa alta, con coraggio e senza vergognarsi delle proprie scelte. Con consapevolezza Maggie ma ormai Irina, svela alle sue amiche di the, la sua nuova professione, la scena è di un’eloquenza straordinaria. Lo sguardo sereno, soddisfatto, il modo in cui tiene la sigaretta, rivelano un’accettazione interiore che si manifesta con un’evoluzione inaspettata e sorprendente di una persona che la società riteneva da “rottamare”, che si è riscoperta indossando i panni di un’altra se stessa, che sonnecchiava in attesa del momento giusto per esprimersi. Il modo con cui “tocca”gli uomini, il grembiule a fiori, un quadro appeso alla parete, gli occhiali da vista perfettamente indossati, piccoli particolari che sottolineano la dignità e la fermezza di questa donna, che si impegna per dare il meglio, come avrebbe fatto in qualsiasi altro lavoro.
Il finale del film, rappresenta la scelta di Irina, alla partenza del figlio per l’Australia, lei afferra la sua valigia e si presenta nel locale di Miki, lo guarda negli occhi e lo bacia.
Dr.ssa Nerina Zarabara Psicologa
Per info e consulenze: nerinazarabara@gmail.com