Vignettopoli
Complicità e Sospetti
Ambientato nel quartiere multietnico di Londra, King’s cross Road nella vicenda narrata dall’occhio attento di Minghella, è lo scenario in cui si stagliano le difficoltà di una coppia in crisi e la ribellione di un adolescente slavo. Due storie apparentemente diverse, ma che s’intrecciano lungo la strada della cinepresa.
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La visione di questo film è indicata per tutte quelle coppie che hanno perso il proprio “baricentro emotivo” e non sanno come ripristinarlo. La soluzione di Will, il tradimento non è delle migliori ma nella vicenda riesce a dare uno scossone all’apatia di Liv, la quale si rende conto di non aver favorito nel partner la formazione di uno spazio di condivisione con la figlia. La vicenda di Minghella come già ribadito, mette l’accento su alcune aree di “bisogni ” della coppia: 1) il desiderio di essere padre quando si presenta è devastante e non lascia spazio ad altro; 2) la difficoltà della donna di recuperare il ruolo femminile e di accogliere le richieste del partner; 3) l’accresciuta apertura dell’energia maschile verso la paternità; 4) il bisogno dell’uomo di essere accettato in entrambi i ruoli di padre e di compagno;
Da una parte, Will si interroga sul motivo di questi furti, e comincia una serie di indagini personali per individuare il colpevole; dall’altra Liv, manifesta delle serie difficoltà di comunicazione emozionale con il partner poiché totalmente assorbita dai problemi di Bea, la figlia avuta con un precedente fidanzato e sofferente di autismo. Questo film tratta il tema del tradimento a partire da un’ottica prevalentemente maschile, in cui la donna fa da appendice, è l’oggetto libidico dei bisogni frustrati del protagonista e il mezzo per gratificare il desiderio di paternità. Il ruolo femminile è scarno, povero di consistenza e sofferente. Liv è imprigionata fra le mura della malattia di Bea, gli insuccessi terapeutici l’hanno portata a relazionarsi con la figlia e con Will, utilizzando la disperazione e la depressione. Esattamente come la figlia, ha chiuso se stessa in un bozzolo iperprotettivo e tagliente come vetro per chiunque provi ad avvicinarsi.
Questa situazione ferisce anche Will, il quale si sente escluso dalla relazione madre-figlia, desidera varcare il “bozzolo” ma Liv ha diretto tutta l’energia psichica su Bea e non riesce a farlo sentire il padre che vorrebbe essere. Contemporaneamente, Will in preda al caos emotivo, rintraccia con l’aiuto di una squillo, l’indirizzo di casa di uno dei ladri: Miro, un adolescente slavo che divide un modesto appartamento con la madre che si arrangia con lavori di sartoria. Will senza dire niente ad Amira (la madre del ragazzo), le porta un vestito da ritoccare e osservando la semplice abitazione cerca di capire la personalità del ladruncolo, forse è dispiaciuto per il fatto che sia giovane, forse vorrebbe aiutare quella famiglia che porta ancora i segni della guerra e della miseria, sta di fatto che l’architetto quarantenne oltrepassa il limite e instaura con lei una relazione amorosa. Anche Amira però è ritratta come un oggetto calpestato dai bisogni di Will, egli vuole un posto dove stare, un abbraccio dove ripararsi e lo sta cercando con la stessa disperazione in cui giace il mutismo della figlia della sua compagna. Si intuisce chiaramente già dalle prime battute che, fra Will e Amira non è amore e non lo sarà mai. Entrambi pretendono una gratificazione.
Amira si aggrappa a Will per dimenticare gli orrori della guerra e dare una figura paterna al figlio, ma poi non appena scopre ciò che Miro ha fatto (rubare i computer nello studio di Will), inganna Will con delle foto scabrose per ricattarlo. Amira è un personaggio femminile debole, vittima e carnefice al tempo stesso,in realtà non riesce ad essere pienamente ne l’uno ne l’altro. Una madre incapace di acquietare la ribellione adolescenziale del figlio, ed emotivamente instabile come Liv. Will proietta il suo desiderio di paternità nella storia di Miro, desidera così tanto un figlio da Liv che non si rende conto di andarlo a cercare nel posto sbagliato. Nel finale del film, Will torna sui suoi passi, recupera l’amore di Liv e la coppia rinasce in un nuovo legame familiare più solido e stabile.
Will è un architetto stimato e gestisce uno studio di progettazione con il socio e amico Sandy, la sua vita è scossa da due particolari fatti: una serie di furti perpetuati da un gruppo di adolescenti slavi nello studio di King’s cross, e l’atteggiamento emotivamente congelato di Liv la sua compagna.
“Complicità e sospetti” solleva alcune domande film-terapeutiche che lo spettatore dovrebbe porsi:
a) Il mio partner è felice?
b) I miei desideri coincidono con il bisogno della coppia?
c) Ciò che voglio è un’utopia o si può realizzare in modo pratico con il/la partner?
d) Faccio sogni ricorrenti in cui cado o mi trovo senza vie di uscita?
e) Cosa comporterà il fatto di diventare padre?