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Number 23
Walter Sparrow, è un amorevole padre di famiglia, fa l’accalappiacani per il comune della sua città, e conduce un’esistenza ordinaria, fino a quando il giorno del suo compleanno viene spinto da una dispettosa collega ad acciuffare un cane rabbioso e incontrollabile rifugiatosi nel cortile di un’abitazione. L’incontro con l’animale è all’insegna della lotta e Walter dopo essere stato morsicato, rincorre inutilmente il cane che lo conduce in un cimitero, di fronte alla tomba di una sconosciuta, Laura Tollins.
La sera stessa, Walter arriva in ritardo all’appuntamento con la moglie Agatha, la quale nell’attesa gli compra in regalo un romanzo giallo intitolato “number 23” scritto dallo sconosciuto Topsy Kretts. Il libro narra la storia di Fingerling, un detective rude come la roccia e controverso quanto i suoi tatuaggi, che si ritrova a indagare sul suicidio misterioso di un’avvenente bionda che dice di essere perseguitata dal numero 23 e di aver ereditato dal padre tale ossessione. Mano a mano che procede nella lettura, ha inizio un processo di identificazione patologica con Fingerling, il personaggio della finzione. Walter sviluppa attraverso il meccanismo dell’identificazione proiettiva, la convinzione paranoica che lo scrittore lo abbia spiato, e preso spunto dalla sua vita.
La difesa patologica utilizzata dal protagonista consiste nel trovare degli indizi in fatti ed eventi casuali e dotarli di un significato persecutorio, fino a trasformarsi da perseguitato a persecutore. Così fra le righe del romanzo, rivive la sua infanzia, lo stesso quartiere, la vicina di casa assassinata, il colore rosso delle pareti del soggiorno, e tutta una serie di calcoli predittivi (la data di nascita sua e della moglie, l’età del primo incontro con Agatha, ecc…) che danno sempre come somma il numero 23. Il protagonista perde il senso della realtà e si auto convince che la maledizione del 23 abbia colpito anche lui, portando nella spirale del delirio anche Robin, il figlio adolescente. Quello che sembrava un gioco divertente, assume giorno dopo giorno la forma di un’ossessione paranoica, Agatha si accorge per prima della fragilità psichica del marito e ne parla con un amico professore universitario (Isaac French). Nonostante gli inviti della moglie a liberarsi del libro, arrivare all’ultimo capitolo è per Walter una questione fondamentale di sopravvivenza psicologica.
Durante il suo tragitto verso la follia, Fingerling si innamora di una donna perversa e manipolatrice (Fabrizia) che lo costringe ad avere dei rapporti sessuali sadomasochisti, vuole essere picchiata e minacciata con un coltello. Dall’altro lato del libro, Walter osserva e introietta i pensieri paranoici del detective che prendono forma in una gelosia morbosa verso la moglie, nelle sue fantasie Fabrizia e Agatha sono la stessa persona, seduttrice pericolosa e crudele. Nella finzione la dark lady viene barbaramente assassinata dal detective accecato dalla rabbia per il presunto tradimento subito. Nella realtà, Walter sospetta che Agatha intrattenga una relazione segreta con Isaac French, arriva addirittura a sognare di infilzare lo stomaco della moglie con un coltello. Gli incubi notturni e le allucinazioni diurne si fanno sempre più insistenti, il protagonista vede il numero 23 dappertutto e si sente costantemente minacciato, quando la situazione sembra precipitare , Walter si accorge che nel libro manca il ventitreesimo capitolo.
L’assenza del finale determina un momentaneo risveglio dal delirio paranoide. Il capitolo mancante è l’ancora di salvezza del nostro folle eroe, l’ultimo barlume di razionalità a cui si aggrappa con tutte le sue forze, in questo modo la fantasia di uno sconosciuto scrittore diventa la confessione narrativa di aver ucciso Laura Tollins. Walter attraverso alcuni stralci di giornale, scopre che per l’assassinio della ragazza è finito in carcere un innocente, e si convince di aver trovato il vero responsabile, uno psichiatra in pensione che si era occupato della pubblicazione del libro di Kretts. Walter fa numerosi tentativi per trovare un filo logico alla vicenda, ma il suo comportamento irrequieto e maniacale, tradisce una colpa sepolta per tanto tempo.
Solo l’intervento di Agatha svelerà il mistero. Dopo aver parlato con il dottore responsabile di aver pubblicato il libro di Kretts, Agatha si reca in un istituto di cura di malattie mentali, fatiscente nell’aspetto poiché chiuso da diversi anni. Nelle stanze buie dell’ospedale psichiatrico trova un baule con le iniziali del marito W.P. Una volta aperto scopre la terribile verità, il manoscritto originale di Number 23 è lì davanti ai suoi occhi impolverato, insieme agli oggetti personali del marito.
Questo film mi ha colpito perché la personalità di Walter rappresenta un interessante miscuglio fra sintomi nevrotici e psicotici. Nello spettro della nevrosi colloco la depressione maniacale che affligge il protagonista, nella forma di una ricerca ossessiva del numero 23 negli aspetti anche più banali della sua vita, compresa il sentimento di esaltazione megalomane quando si convince di aver scoperto l’assassino di Laura Tollins, semplicemente dalla lettura del libro. Sintomi vicini alla psicosi, è possibile leggerli nel comportamento aggressivo e sospettoso verso il rivale ( il prof. Isaac) e chiunque cerchi di riportarlo alla ragione. Walter si sente perseguitato dalla maledizione del numero 23 ed è patologicamente convinto che dietro ci sia una cospirazione. I
l ritorno alla realtà come alludevo poco fa, avviene grazie all’amore di Agatha, anche quando scopre che Walter e Topsy Kretts sono la stessa persona, gli resta accanto con grande comprensione. In questa fase alcuni flash back illustrano l’infanzia e la tarda adolescenza di Walter, in cui esisteva un uomo che esprimeva una determinata personalità, quella malata aggressiva e maniacale, e che dopo ha sviluppato una seconda personalità, quella sana del buon padre di famiglia. Provo a spiegarmi meglio: un giorno Walter torna a casa e trova la madre riversa nel letto in un bagno di sangue, accanto il padre di Walter si spara un colpo in testa, lasciando come unica testimonianza non sense, un foglio con scritto il numero 23. Da questo momento ha inizio la follia di Walter, la sua fragilità psichica si acutizza quando negli anni del College, appena ventenne si innamora perdutamente di una giovane perversa e manipolatrice, Laura Tollins. Non appena Walter si accorge che la ragazza lo tradisce con un giovane professore universitario, la uccide con un coltello. L’ossessione per il numero 23 e la consapevolezza di aver ucciso la donna, lo spingono a rinchiudersi dentro la stanza di un hotel in cui entra in uno stato di trance ipnotico e scrive la sua confessione letteraria. Come atto estremo di punizione, si getta dalla finestra. I medici che lo hanno in cura, dicono che il trauma cranico gli ha cancellato la memoria, e trovando solo il suo racconto e i calcoli allucinatori sul numero 23, credono che sia il frutto della fantasia di un malato di mente. Una volta dimesso dall’ospedale psichiatrico, Walter è solo Walter, ed ha lasciato l’altra personalità FIngerling/Kretts confinata dentro un’amnesia post traumatica apparentemente irreversibile.
Ma la personalità malata, consapevole di aver sbagliato e di non aver pagato per la sua colpa, giace dormiente e trova il modo di riappropriarsi dell’onesto accalappiacani, per mezzo di una circostanza specifica della vita quotidiana che richiama il trauma infantile subito ( l’assassinio della madre) e il delitto commesso( l’uccisione di Laura Tollins). Questo evento è il morso rabbioso del cane all’inizio del film ( ricordate il cane che stava inseguendo su ordine della collega), nello stesso punto ( mi pare il braccio sinistro) in cui Laura Tollins durante una lite di gelosia, lo aveva sbeffeggiato e ferito con un coltello, scatenando di conseguenza la furia omicida di Walter.
Ecco snodato il bandolo della matassa. Il trauma infantile ha favorito la strutturazione di un Sé dissociativo, in cui il bambino traumatizzato dalla violenza autodistruttiva dei genitori, ha cercato di reagire creando un mondo a se stante, in cui regnava la logica del numero 23. Crescendo il piccolo Walter, attraverso una relazione affettiva, si rende conto di quanto siano inadeguate le sue difese e crolla di fronte all’insensibilità di Laura e le sue richieste di rapporti sessuali sadomasochisti, inconsciamente gli ricordano il genitore che gli ha trasmesso violenza e morte ( il padre che ha ucciso la madre) e il dolore che non è riuscito a elaborare prende il sopravvento.
L’altro Walter, quello sano che conduce un’esistenza tranquilla, è il risultato di un’amnesia dissociativa, una personalità normale che ha dimenticato che cosa ha fatto e chi è stato. Walter e Fingerling sono due personalità diverse che convivono nella stessa persona. Ce lo dimostra Agatha quando rivela al marito che lui ha scritto il libro, Walter diventa consapevole di Fingerling e per il bene della famiglia, affronta il dramma del suo peccato e si costituisce perché non vuole vivere nella menzogna. Emblematica e significativa è la scena finale del film, Walter è in carcere e scruta l’orologio appeso nella sala d’aspetto, e dentro i suoi occhi osserviamo la bontà di Walter e al tempo stesso la paranoia di Fingerling.
Dr.ssa Nerina Zarabara Psicologa
Per info e consulenze: nerinazarabara@gmail.com