Editoriale
Il sogno è un teatro
“…il sogno è un teatro in cui chi sogna è scena, attore, suggeritore, regista, autore, pubblico e critico insieme”.
Se ci dovessimo fermare per un attimo a pensare quanto tempo l’essere umano trascorre sognando, scopriremmo, che è quasi la stessa quantità di tempo che impiega mangiando e considerando tutta l’attenzione che dedica al cibo per contrasto non potremmo che constatare la poca attenzione dedicata a questo vasto contenitore di informazioni.
Il sogno è un fenomeno psichico pienamente valido, che come Freud riteneva, può anche essere inteso come l’appagamento di un desiderio. Il sognatore sebbene non ne sia consapevole, conosce il significato del suo sogno, solo non sa di saperlo. Sempre secondo Freud, il sogno racchiude due diversi contenuti: quello manifesto, in altre parole il sogno così come si presenta nel racconto del sognatore, ed il contenuto latente, in cui è racchiuso il significato oscuro, connesso all’appagamento di un desiderio.
Molti sono stati gli studiosi che si sono occupati dei fenomeni onirici ed alcuni hanno addirittura ipotizzato che la loro funzione fosse quella di prolungare il sonno e di velocizzare il risveglio secondo le necessità di ogni individuo. Ma quella che secondo me è una tra le più belle e affascinanti idee del sogno, c’è stata offerta da Jung: “…il sogno è un teatro in cui chi sogna è scena, attore, suggeritore, regista, autore, pubblico e critico insieme”. Il sognatore è quindi tutte queste figure insieme attraverso ogni possibile emozione che il sogno risveglia o suscita. I sogni sono la più vera creazione personale: per la maggior parte di noi, essi provengono da una zona così recondita che persino la nostra parte cosciente ha scarso controllo su di essi. Ma i sogni sono anche la strada che può condurci alla scoperta delle verità e delle possibilità nascoste in noi. Se pensiamo al popolo dei Senoi, aborigeni che abitavano nelle giungle montuose della Malaysia, scopriamo che essi imparavano già dalla prima infanzia a non fuggire dalle sensazioni espresse in sogno, sia che si trattasse di paura che di piacere. Questo però richiedeva coraggio perché i sentimenti possono avere nel sogno la stessa intensità che durante la veglia, accettavano quindi ogni emozione, ma capivano anche che l’abbandono totale ai sentimenti poteva condurre al caos. Sceglievano quindi di esprimerli in modo sicuro, o in ogni caso intenso, in sogno. Sceglievano quindi di esprimerli in modo sicuro, o in ogni caso intenso, in sogno. Questo sembrerebbe la soluzione al dilemma che ha sempre afflitto l’umanità: come gestire le emozioni. Tuttavia il segreto non consiste nel gestire le emozioni relegandole nel sogno, direi piuttosto che la comprensione dei nostri sogni ci può aiutare a comprendere le nostre emozioni e i nostri sentimenti, proprio per evitare il caos. L’obiettivo sarà pertanto accettare ogni emozione, proprio per poterla comprendere ed integrare nel quadro del percorso della nostra vita che acquisterà così maggior significato. Eccoci quindi all’apparente paradosso: accettare ogni emozione, non significa esserne travolti né tantomeno distrutti, ma essere più padroni dei propri significati e quindi della propria vita.