FENOMENO TWILIGHT
Sicuramente ne avrete sentito parlare, da un anno a questa parte, il fenomeno Twilight, primo capitolo cinematografico della saga nata dalla penna di Stephanie Meyers, è inarrestabile.
La vicenda ha inizio con l’arrivo di Isabella Swan, diciassettenne timida e “pseduo-anoressica” , nel liceo di Forks, cittadina nello stato di Washington dove risiede il padre separato della giovane. L’adolescente si presenta con un atteggiamento ritroso e impacciato nei confronti dei coetanei, i suoi occhi trasudano fragilità e dolcezza, le sue parole sempre ben dosate, non si lasciano scoprire. Diciamo che una così, nella vita reale ci metterebbe un bel po’ a farsi delle amicizie, ma nel magico mondo del cinema, Bella entra nelle grazie di un simpatico e scanzonato gruppo di coetanei, forse ammaliati dalla sua assenza di personalità, la accoglie fin dai primi minuti del lungometraggio. Edward Culler, invece è il tipico soggetto bello e impossibile alla James Dean. Introverso e diffidente, si tuffa in modo prepotente nello sguardo distaccato e timido di Bella. Il primo incontro cinematografico fra i due protagonisti, avviene durante l’ora di pranzo, la mensa della scuola è affollata e gli occhi della ragazza restano letteralmente intrappolati in quelli di Edward. Fin da subito il giovane manifesta un atteggiamento ambivalente nei confronti di Bella, sembra quasi che la detesti, che stia lottando con una forza interiore più grande di lui, che gli impedisce di starle vicino in modo normale. In altri frangenti, la cerca, la conquista e la protegge, per poi fuggire lasciando dietro di sé una scia di misteri, ai quali la giovane non riesce a dare una spiegazione. Questo è il primo ingrediente che credo abbia favorito un’identificazione da parte del pubblico, con il vissuto della protagonista. Sentimenti di diffidenza e di fiducia, desiderio di conoscere, in contrasto con la paura di fallire, allontanandosi in questo modo dall’oggetto d’amore. Edward dà il via a questa ambivalenza dei sentimenti, Bella al contrario, certa dei propri cerca delle risposte, e senza pensarci due volte segue il suo cuore.
Il romanzo della scrittrice americana, che dal 2006 a oggi, ha venduto più di cinque milioni di copie, seguito da New Moon, Eclipse e Breaking Down, ha folgorato il cuore di milioni di adolescenti e a quanto pare, anche quello di molti adulti fra i trenta e i quarant’anni. Per questo motivo, anche io mi sono tuffata nel mondo crepuscolare di Edward e Bella, per capire cosa di speciale avesse questo film.
Un altro aspetto accattivante della storia, è l’idea di trasgressione che questo amore suggerisce. L’amore fra due esseri che non appartengono alla stessa specie, dove uno è carnefice e l’altro necessariamente la vittima, secondo il mio punto di vista è talmente prevedibile quanto di sicuro successo. Un amore contrastato, e inappagato sul piano fisico ed emotivo, ma estremamente romantico,offre materiale di divagazione mentale a più generazioni. Inoltre l’elemento di trasgressione comporta di solito nella dimensione dell’adolescente uno scontro con l’Autorità. La spinta ad ottenere un’emancipazione materiale e psicologica dalla famiglia, dalla scuola o dalla legge, sollecita l’adolescente a rifugiarsi in ideali d’amore o in miti irraggiungibili.
Entrambi i protagonisti affrontano questo passaggio, nei confronti della loro famiglia di origine. Il clan di Edward o perlomeno alcuni membri, non accettano la relazione fra il vampiro e la giovane dal sangue caldo. Lo stesso accade per Bella, il padre (Charlie) ricopre la carica di sceriffo della città, ha un comportamento protettivo verso la figlia, della quale probabilmente è geloso. Un padre incapace di esprimere le proprie emozioni, iper protettivo che è stato appena lasciato dalla moglie. Charlie non ostacola in modo diretto la relazione con Edward, in ogni caso si capisce da alcune affermazioni,che non l’ha accettata di buon grado. La difficoltà di comunicazione fra padre e figlia, è palese.
L’esempio cinematografico ci riporta a un modello di comunicazione familiare piuttosto diffuso. Molti adolescenti vivono, con inquietudine e imbarazzo la situazione di parlare di se stessi con i genitori, infatti il più delle volte non lo fanno, preferiscono eclissarsi in camera davanti alla televisione o rifugiarsi nel gruppo di coetanei. La regista sembra dirci che i genitori non parlano con i loro figli, non sanno ascoltarli e non fanno il minimo sforzo per mettersi nei loro panni. Il padre di Bella, è scontroso, chiuso e di poche parole, difficile entrare nel suo mondo.
Il mondo di Edward, al contrario popolato di vampiri e morte, evidentemente è molto più interessante per un’adolescente confusa e innamorata. Questo almeno nel registro dell’immaginario, dove tutto è possibile. Nella realtà, chiunque si guarderebbe bene dall’intrattenere una relazione con un vampiro, ma si sa il cinema deve far sognare, stimolare l’immaginario con situazioni al limite, e l’amore fra i due protagonisti ne è sicuramente un esempio. I giovani, amano le situazioni impossibili? La domanda può sembrare scontata, ma credo che sia l’elemento centrale del successo internazionale di questo dramma d’amore, il fatto di desiderare qualcosa che nella realtà non esiste, qualcuno che nella realtà, uomo o donna che sia, si esprime e si comporta in modo forse più “terra-terra”. E’ il tormento d’amore, un romanticismo esasperato e dal sapore dark, che attrae giovani e meno giovani. Ciò forse spiega, la proliferazione di siti web frequentatissimi, dedicati alla saga dei vampiri teen-ager. L’egocentrismo e il dramma, la passione e la lotta interiore nel nome di un amore autodistruttivo. Bella ama Edward. Lo stratagemma della Meyers funziona, ha ideato un vampiro buono, tenero, amante della musica classica, e “vegetariano”, che costringe se stesso a non uccidere pur avvertendo l’impulso di farlo. Il collegamento fra sangue e amore, è simbolicamente legato al trauma della nascita, in cui dolore e gioia si intrecciano. Con il morso del vampiro, la vittima si trasforma, rinasce in un essere fisicamente più forte e immortale. Ecco di nuovo, l’egocentrica illusione di vincere la morte, e l’infantile convinzione che basti l’amore a superare qualsiasi ostacolo.
Bella che è anche l’io narrante della vicenda, sacrifica se stessa per amore. E’ la relazione con l’Altro al primo posto, prima Edward e poi sua madre, la quale rischia di essere assassinata da James, vampiro di un clan rivale (non vegetariano per intenderci). E’ la protagonista che per pochi istanti ci fa entrare nel suo spazio emotivo interno, in cui apprendiamo che per lei Edward è un’ossessione d’amore a cui non può rinunciare, un legame di “sangue” per cui nessuno dei due può stare lontano dall’altra. E che pur di amare è disposta a sacrificare la sua vita :“ non ho mai pensato alla morte, ma morire per qualcuno che si ama è un buon modo di andarsene!”
La saga di Twilight , mette in scena in chiave fantasy gli elementi principali del dramma adolescenziale : la paura di essere rifiutati, l’egocentrismo e la passione che ti costringe a inseguire il desiderio, a discapito della razionalità. La ricerca di un amore impossibile, l’illusione dell’eternità affettiva. Nient’altro che la sete di amore.