Vignettopoli
Michele Placido e I Fatti di Fontamara
Intervista a Michele Placido in scena con I Fatti di Fontamara per ricordare il sisma abbruzzese.
Dopo l’interesse suscitato la scorsa stagione, torna a teatro lo spettacolo di Michele Placido, I fatti di Fontamara dal romanzo più celebre di Ignazio Silone.
Fontamara è un villaggio di contadini, situato nella Marsica, simile a tanti altri, come scrisse lo stesso Silone nella prefazione « Fontamara somiglia a ogni villaggio meridionale il quale sia un po’ fuori mano, tra il piano e la montagna, fuori delle vie del traffico, quindi un po’ più arretrato e misero e abbandonato degli altri. Ma Fontamara ha pure aspetti particolari. Allo stesso modo, i contadini poveri, gli uomini che fanno fruttificare la terra e soffrono la fame, i fellahin, i coolis, i peones, i mugic, i cafoni, si somigliano in tutti i paesi del mondo; sono, sulla faccia della terra, nazione a sé, razza a sé; eppure non si sono ancora visti due poveri in tutto identici ».
Lo spettacolo debutta il 26 febbraio al Teatro Quarticciolo e vedrà alternarsi nel ruolo del protagonista maschile, Beraldo Viola, Michele Placido (dal 2 al 7 marzo al Teatro India – dal 19 al 21 marzo al Teatro Tor Bella Monaca) e Giancarlo De Cataldo (dal 26 al 28 febbraio al Teatro Quarticciolo – dal 9 al 14 marzo al Teatro India).
Nato appositamente per i luoghi sconvolti dal sisma abruzzese, sembra parlare di un teatro che sempre piu’ si occupa di attualita’, anche utilizzando parole di autori del passato. Perche’?
C’è un teatro che cerca di essere sempre più di attualità, perchè probabilmente anche gli spettatori di una certa tipologia di teatro che non sono le sale tradizionali, si aspettano dal teatrante qualche risposta in più rispetto ai classici.
Si e’ trattato infatti di una scelta non “classica” la sua, perche’ proprio Silone?
Fontamara di Silone diventa in questo caso un testo attualissimo, anche rispetto a quello che è stato il problema del terremoto dell’Aquila, perchè ripropone le domande che ci poniamo tutti noi: come riuscire a risolvere i problemi di una disgrazia, di uno sconvolgimento con le proprie forze.
I personaggi di Silone sono dei Cafoni, una razza estinta oggi ma di grande modernità per come cerca di sopravvivere…
“La vita degli uomini sembrava racchiusa in un cerchio immobile: prima veniva la semina, poi l’insolfatura, poi la mietitura, poi la vendemmia. E poi? Poi da capo. La semina, la sarchiatura, la potatura, l’insolfatura, la mietitura, la vendemmia. E poi ancora? di nuovo da capo. Ogni anno come l’anno precedente, ogni stagione come la precedente. Ogni generazione come la precedente”…Secondo Michele Placido qual e’ la funzione del teatro oggi? Soprattutto rispetto al Cinema…
Ci sono teatri che esigono una drammaturgia contemporanea.
Troppo spesso nelle 5, 6, 7 volte (ottimisticamente) che andiamo a teatro durante l’anno vediamo solo Shakespeare, Moliere, Goldoni, perchè la nostra drammaturgia contemporanea si occupa poco di raccontare ciò che accade nella nostra società, mentre questo è un dovere primario del teatro.
Fare teatro vuol dire anche questo, il grande teatro contemporaneo inglese, americano, affronta con coraggio alcuni aspetti delle rispettive società, in Italia questo accade molto meno: perchè non si parla mai della strage di Bologna, piazza Fontana, Mani Pulite, le stragi di Mafia?
C’è qualche autore di buona volontà, ma nonostante la materia sia tanta ci sono pochi testi, poche messe in scena. Sicuramente questa è una profonda differenza rispetto al cinema che ha invece la forza di affrontare questi temi.