Vignettopoli
Sindaci d’Italia: Vincenzo Zaccheo, 40 anni al servizio della sua gente
Intervista con il Sindaco di Latina, terzo assoluto nella classifica di gradimento dei Sindaci d’Italia. Si racconta a Vignettopoli: i suoi valori, le sue passioni, la sua famiglia. E l’amore sviscerato per la sua città, “centro del suo mondo” .
63 anni, quaranta dei quali spesi con totale dedizione e passione al servizio della sua comunità. Basterebbero queste semplici ma quanto mai incisive parole per riassumere, nei concetti chiave, la personalità e la vita dell’On. Vincenzo Zaccheo, Sindaco della città di Latina, nel Lazio. Uomo di lungo corso, che ha vissuto tutti i passaggi epocali della politica dei giorni nostri: uomo di destra, passato dal Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante per Alleanza Nazionale dopo la svolta di Fiuggi (FR) nel 1995, ed ora approdato, come la maggior parte degli esponenti dell’ex partito dell’attuale Presidente della Camera Fini, nel Popolo della Libertà.
In un’assolata mattinata di inizio marzo, mentre fuori, al centro, in periferia, nei borghi della sua amata Latina impazza la campagna elettorale per le regionali, Zaccheo ci apre le porte del suo ufficio, nel Palazzo del Comune. E’ proprio là, nel suo accogliente ma sobrio studio, dove trascorre gran parte delle sue impegnative giornate, si racconta a Vignettopoli.
Sindaco, partiamo con un dato. Secondo un recente sondaggio di “Monitor Città”, lei risulta essere il terzo Sindaco d’Italia, il primo di centrodestra, dopo Tosi di Verona e Chiamparino di Torino: è veramente così amato dalla sua gente?
“Più che amore, parlerei di considerazione. Ho un’esperienza politica di lunghissimo corso, quest’anno festeggio i 40 anni ininterrotti in consiglio comunale, sono stato parlamentare nazionale e consigliere regionale: fortunatamente, posso verificare come vi sia stima per la mia persona a Latina, come a Rieti, Viterbo, o Frosinone, nella stessa Roma. C’è considerazione, comunque, soprattutto tra la mia gente, qui, dove sono nato e cresciuto: sono sempre stato coerente nel mio percorso, politico ma soprattutto umano, e non ho mai abdicato nell’affermare i diritti degli ultimi con passione. Probabilmente, dovessi trovare una motivazione, direi perchè rappresento lo stereotipo del classico politico appassionato, sanguigno, pronto al conflitto per la sua comunità”.
Come immaginava il mondo il giovane Vincenzo Zaccheo? Si è poi effettivamente realizzato come sognava da ragazzo?
“Il è un concetto troppo grande per me, mi limito alla mia città, centro del mio mondo. Sognavo, per esempio, il Palazzo M, in pieno centro storico, nuovamente come palazzo di studio, luogo di aggregazione per gli studenti ed i giovani di Latina. Lì, su quelle scalinate, sono nate tante storie, sbocciati tanti amori. Sognavo una società più giusta, che riportasse al centro dell’attenzione l’uomo, una società che non fosse nichilista, né tanto meno cinica; al contrario, sensibile ad accogliere le istanze e le esigenze degli altri, special modo i più deboli. E’ quello che, successivamente, negli anni, ho cercato di fare nella mia carriere politica: ora, da Sindaco, presto sempre tanta attenzione alla voce costruttiva dell’opposizione, anche se rigetto la demagogia”.
Quali sono i valori su cui ha basato la sua esistenza?
“Sono sempre stato per la giustizia sociale. Ho sempre cercato di non far mai mancare, ed intendo proseguire su questa strada, un ausilio per chi soffre. Spesso, parlare con una persona emarginata dalla società, che non parla mai con nessuno, che non ha opportunità di confronto e conforto con e da nessuno, ha più valore che regalarle un’automobile di lusso. Cerco di trasferire, nel concreto, il mio credo nelle fredde carte del bilancio comunale: non può rappresentare, come purtroppo sovente succede, un mero calcolo aritmetico, bensì deve “pulsare”, rappresentare e garantire i giovani, gli studenti, gli anziani, le categorie sociali deboli. Bisogna saper governare anche fuori dagli steccati ideologici, a 360°, senza badare al colore politico, ma focalizzando l’attenzione sulle necessità della propria gente. Sono uno di loro, uno del popolo, e lo resterò sempre. Amicizia, e famiglia rappresentano invece, nel privato, i pilastri della mia vita, due valori imprescindibili, irrinunciabili”.
Com’è Vincenzo Zaccheo nel privato? Si discosta molto dall’uomo politico?
“Il mio carattere, purtroppo per chi mi sta vicino, è immutabile. Quindi, sono sanguigno e passionario a casa, tra i miei affetti, così come lo sono quando la mattina entro in Comune. Non so fingere, sono uno di quegli uomini che predilige dire una brutta verità ad una bella bugia. Non ho mai fatto clientela, ho sempre disprezzato chiunque abbia usato ed abusato del potere. Mi ritengo, anche nel privato, un uomo coerente, serio, che non ha mai rispetto gli impegni assunti: non mi vergogno di dire di essere uno di quegli uomini che sa ancora commuoversi, piangere perfino, per una bella cosa, coltivo forti, saldi, nel tempo tutti i rapporti con gli amici di un tempo. Cerco sempre, ancora oggi, di farmi conoscere per quello che sono veramente: non ci possono essere due Vincenzo Zaccheo. Ce n’è uno solo….magari è sbagliato, ma sicuramente autentico!”.
Quali sono, al di là della politica, le sue passioni?
“Adoro lo sport. Mi piace tantissimo la pesca, andare in bicicletta. Uno dei miei passatempo preferiti? Gli sfottò divertenti con gli amici durante interminabili partite a carte, briscola e tresette: sono momenti nei quali mi rilasso, penso, e ragiono. In quei momenti dove “stacco la spina”, riesco a dare uno sguardo ancora più attento ed approfondito alla realtà circostante. Ma la mia prima passione, la passione della mia vita, è la famiglia. Soprattutto i miei due angeli, le mie figliuole Valentina e Martina, che mi amano con tutto il cuore. Vede, è bello essere osannato dalla folla quando si è sulla cresta dell’onda, quando si vive con i riflettori puntati addosso, è facile vivere quando si è al centro dell’attenzione. Non è parimenti facile, però, vivere altrettanto spensieratamente quando si cade in basso. E’ in quelle circostanze che ti accorgi di avere accanto persone straordinarie, splendide, che ti adorano così come sei: le mie figlie hanno subìto in prima persona tutte le , gli stati d’animo mutevoli per via dei problemi della città, le arrabbiature, le gioie ed i dolori, e non mi hanno mai fatto mancare il loro apporto”.
Se avesse una bacchetta magica, cosa farebbe ancora, nell’immediato, per la sua città?
“Non ho dubbi: realizzerei il porto. Mia intenzione è far sì che Latina divenga definitivamente una città di mare, che dia una futura prospettiva di lavoro ai giovani del territorio. Il porto garantirà locale occupazione, determinerà tante delle mie scelte future, eleverà a sistema il turismo nella città di Latina e rilancerà un’economia che, soprattutto nel settore nautico, recentemente, versa in uno stato di grave crisi. Senza considerare che la realizzazione di un porto libererà la Marina dai dissesti degli ultimi cinquant’anni, e si potrà riqualificare in maniera degna, e definitiva, la parte più pregiata del nostro territorio, la lunghissima costa che si estende tra il Parco Nazionale del Circeo ed i laghi costieri”.
Lei ha già fatto tanto per Latina. Quando potrà dire di aver lasciato la sua “impronta indelebile”nel futuro della città, nella mente e nel cuore dei suoi abitanti?
“Spero il prima possibile. Abbiamo già cantierizzato importanti iniziative, qual è la metropolitana leggera. Si tratta di un’importantissima opera per la mobilità, che creerà occupazione, e darà ristoro alle imprese cittadine. Ma io sono un uomo ambizioso, e coltivo la fondata volontà di trasformare Latina nella città dei grandi eventi. Abbiamo già ospitato, recentemente, l’Adunata Nazionale degli Alpini, dei Carabinieri, a settembre ospiteremo quella della Guardia di Finanza: ma non vogliamo etichettarci semplicemente come . Latina è tra le città più giovani d’Italia, quindi, spazio alla gioventù: bollono in pentola stuzzicanti ed educative novità per i ragazzi, come ad esempio il Laboratorio Musicale, con il Maestro Ennio Morricone, più volte ospite della nostra città ed innamorato della nostra città, ed intendiamo portare a Latina tanti artisti giovani grazie alla collaborazione con Maurizio Costanzo ed i progetti di laboratorio teatrale sul territorio. Dopo la cittadella giudiziaria, i concorsi internazionali di idee, progetti culturali di consistenza, potrò dire di aver lasciato la mia impronta quando Latina sarà ricordata per essere una città dai due volti: un polo universitario di eccellenza, ed un luogo turistico di primo livello. Un luogo piacevole da visitare, ma soprattutto da vivere”.
Sogna ancora, Vincenzo Zaccheo. Sogna di migliorare ulteriormente la sua città, di accontentare la sua gente, di accogliere con un sorriso burbero ma paterno le nuove generazioni, “che siano – conclude – un esempio per tutti, e che coltivino la sfida per la realtà”. Esattamente come quando, quaranta anni fa, un 23enne di belle speranze, figlio di un sottufficiale dei Carabinieri, iniziò a fare, con difficoltà, tra i banchi dell’opposizione. Quel ragazzo di strada ne ha fatta. E tanta. Magari lui non sarà così narciso da affermarlo, ma possiamo senza dubbio attestare come il Vincenzo Zaccheo, uomo, marito, padre e politico, rappresenti l’esempio vivente di come sia possibile diventare qualcuno pur restando umili.