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“9” film d’animazione monito per la società.
Il 16 Aprile 2010 uscirà finalmente nelle sale italiane “9” , film d’animazione diretto da Shane Acker e prodotto da Tim Burton e Timur Bekmambetov. “9” è un film del 2009 che arriva in Italia grazie al successo di “Alice in the Wonderland” diretto da Tim Burton.
Il film è stato concepito utilizzando la grafica computerizzata, chiamata anche grafica digitale, consiste nella generazione e manipolazione di immagini per mezzo del computer. La grafica utilizzata in “9” ricorda la tecnica della stop-motion o animazione a passo uno, che prevede la scelta di quadri per secondo. L’effetto realtà è sconcertante, protagonisti ed ambienti sono prettamente tangibili. Questo perché lo studio Starz Animation di Toronto ha utilizzato il softwar 3D Autodesk Maya per la Character Animation, il rendering 3D e la modellazione, mentre per il texturing e per la scultura digitali è stato usato il Mudbox.
Il cast di “9” è pregevole, molti attori famosi son stati favorevoli all’utilizzo delle loro voci per animare i piccoli protagonisti del film. Infatti, i personaggi sono delle bambole di pezza, nove bambole per l’appunto. Ogni bambola ha una propria peculiarità. Christopher Plummer è la voce di 1, un veterano di guerra, leader degli eroi del film, chiuso dalle sue regole e dalla paura della morte. Martin Landau è 2, un vecchio inventore che riesce a trovar brillantemente ingegnosi espedienti per cercare di vivere nella Terra ormai distrutta. 3 e 4 sono gemelli, non parlano, la loro voce è simile ad un cip elettronico in tilt, hanno la caratteristica di immagazzinare dati per aiutare i loro amici. John C. Reilly è 5, un meccanico che ha perso un occhio durante una battaglia, legato a 2 per due motivi: primo perché 2 gli ha salvato la vita durante la battaglia nella quale ha perso l’occhio sinistro, secondo perché prende spunto dall’ingegno di 2 per aggiustare i suoi amici in difficoltà.
Crispin Glover è 6, un’artista pazzo, impiega tutto il suo tempo e disegnare lo stesso simbolo: un amuleto. Jennifer Connelly è 7, l’unica donna, è una bravissima guerriera che s’allontanerà dal gruppo comandato da 1 per combattere i nemici in solitudine. Fred Tatasciore è 8, un grosso e stupido guerriero che non riflette con la sua testa e segue alla lettera qualsiasi ordine di 1. 8 è l’unica bambola che porta il suo numero nella spalla, le altre hanno il loro nome/numero cucito sulla schiena. Elijad Wood è 9. 9 è il salvatore, il detentore del segreto. Si è risvegliato per ultimo, non si rende conto dei pericoli del mondo. Inizialmente non ha la voce perché il suo trasmettitore interno è rotto, sarà 2 ad aiutarlo sacrificando la sua vita. 9 non si lascia intimorire dalla tirannia di 1 e dalla forza di 8. Decide di liberare se stesso ed i suoi amici iniziando una guerra contro le macchine, che padroneggiano sui resti della Terra.
Il racconto di ciò che è avvenuto prima del risveglio di 9 ha un andamento frammentario. Pian piano si scoprono dei particolari che, come in un puzzle, ricompongono la verità sull’accaduto. La Terra era popolata da uomini, gli uomini grazie all’aiuto degli scienziati hanno costruito macchine sempre più evolute per vivere senza utilizzare più il loro corpo, per vivere senza più faticare. Ma l’evoluzione delle macchine ha portato ad una loro ribellione, le macchine si sono unite contro gli esseri umani. La catastrofica guerra nata ha portato all’estinzione della razza umana e alla supremazia delle macchine che, ormai, si auto creano.
L’ultimo uomo rimasto sulla Terra prima della fine, nonché lo scienziato che aveva dato inizio alla progettazione di un super cervello che ha trascinato le altre macchine all’ insurrezione ha deciso di creare 9 bambole di pezza. In ognuna ha trasferito un pezzo della sua anima per renderle “umane”, aveva capito il suo errore: il super cervello non aveva un’anima.
Il tema che trascende l’avventura fantasiosa di questi piccoli protagonisti è la dicotomia uomo/macchina. Il film presenta gli esiti di una guerra che ha visto la distruzione della razza umana, di quella animale e del mondo naturale. Il cielo che sovrasta le città distrutte è grigio, pervade in ogni immagine un sentimento di tristezza misto a desolazione. Nella pellicola non è presente la battaglia, ma questa è percepita in ogni inquadratura per trasportare lo spettatore nell’angoscia del “dopo”. La visione completamente assente di concretezza provoca riflessioni pressanti su ciò che potrebbe accadere nella nostra realtà. Oggi la tecnologia non ha limiti, si cerca sempre più di agevolare l’uomo portando avanti progetti che destabilizzano la società, che creano una società inumana, nella quale tutto è computerizzato, tutto è affidato alle nuove “creature” che elaborano informazioni per sollevar l’uomo dal farlo. Da esseri pensanti stiamo portando avanti una così chiamata evoluzione della vita che potrebbe, invece, portare all’annichilimento della vita e del Globo.
Le bambole di pezza, così fragili e spaventate dalle grandi macchine ma dotate di anima, riescono con un incantesimo a riportar la mancante acqua, sotto forma di pioggia, nel cielo e nel suolo così da creare una nuovo ciclo vitale, una nuova possibilità per l’esistenza.
Ma ”9” è un film, nel quale il finale s’inventa a piacimento del messaggio e del fine cinematografico del regista e dei suoi collaboratori.
La vita vera è ben altra e gli incantesimi prodotti da bambole di pezza non si possono prendere in considerazione: noi uomini dobbiamo valutare oggi ciò che potrebbe accadere domani. Nessuno verrà a salvare il nostro Pianeta. La brama di potere e l’egoismo guidano l’essere umano non solo verso la devastazione di se stesso ma purtroppo anche verso l’annientamento degli animali e dei vegetali. L’uomo ha dimenticato che era (ed è) un animale che viveva (vive) nella natura.
Il film di Shane Acker è considerato un film per ragazzi per i suoi piccoli protagonisti ma, in realtà, dovrebbe esser visto maggiormente dagli adulti che consciamente dimenticano l’importanza della vita, di qualsiasi vita.
- VIA
- Gioia Corazza