Vignettopoli
L’Arte e l’Amore diventano una preziosa “dedica”.
Salvatore Capriglione nasce nel 1964 a Sant’Egidio del Monte Albino in provincia di Salerno. Sin da piccolo conosce la sua strada: cospargere di colore una superficie. La passione per la pittura germoglia in un inconscio concreto che verte sul dettaglio. Capriglione percepisce i colori della natura come emozione e, partendo proprio dall’emozione trascina all’interno della sua tela tratti e parole. Il bisogno di comunicare si espande con la crescita di un nuovo arto: il vocabolo. “I colori dell’anima” è il primo libro dell’autore, edito presso le Edizioni Damiano.
Un testo poliedrico che contiene poesia, prosa, pittura, fotografia; un container di possibilità artistiche e concettuali di notevole valore. Iniziamo dal titolo “I colori dell’anima”. Titolo significativo se pensiamo alla tua primaria passione, la pittura. Qual è il messaggio de “I colori dell’anima”?
Ho puntato su un titolo che riuscisse ad esplicare l’essenza di ciò che volevo rappresentare e comunicare. “I colori dell’anima” perché la mia passione per la pittura è estrapolata dall’inconscio, e quindi anche da un qualcosa che molti chiamano anima. Attraverso i colori, io, sono solito mettere in evidenza emozioni in generale, le mie emozioni personali ma anche le emozioni della natura. Il titolo del libro rispecchia interamente chi sono e chi voglio essere.
Il libro ha una dedica speciale. E’, infatti, dedicato a tua moglie Mariella, la tua compagna di vita. Credi che l’amore per Mariella abbia influenzato questa tua esplosione artistica?
No. Ti spiego. La mia esplosione artistica pittorica nasce sin dall’infanzia. Già a cinque anni dipendevo interamente dai colori e dal tratto. Alle scuole medie ho avuto i primi consensi, tutto ciò mi ha portato a non lasciare mai la pittura cercando di inserirla nella mia vita continuamente. Ho iniziato presto con le mostre. Ho portato i miei lavori in mostre collettive e personali un po’ ovunque. Ora mi vengono in mente città come Venezia, Lugano, Berlino, Dusseldorf, Munchen, Amsterdam, Bruxelles, Copenaghen, Goteborg, Stoccolma.
Ricordi il percorso artistico che ti ha portato dalla pittura alla scrittura?
Si certo, lo ricordo. Il motivo principale penso sia che, ad un certo punto della mia vita, mi sono accorto che il tempo passa velocemente. Ho sentito il bisogno di afferrare il tempo per far in modo che le mie esperienze di vita non fossero passeggere. Ho chiesto ad alcuni scrittori di trascrivere la mia vita ma, in verità, nessuno era disponibile. Ed a posteriori credo proprio che sia stato un bene altrimenti ora non staremo qui a parlare de “I colori dell’anima”. Nasce così l’idea di mettere per iscritto la mia vita, le mie esperienze, il mio amore per l’arte, il mio amore per Mariella; e forse è per questo motivo che il libro risulta politematico e policromatico.
Come definiresti il tuo scrivere, l’atto della scrittura?
Ti dico sinceramente che quest’esperienza è stata una grande liberazione. Una liberazione dalla pesantezza dell’angoscia del tempo che scorre. Son riuscito a buttar fuori un bel pezzo del mio percorso di vita, di vicende, di esperienze ma soprattutto son riuscito attraverso le parole a metter in risalto la mia amata pittura.
Quale impulso hai seguito quando hai deciso di creare un’opera variegata che appartiene alla poesia, alla prosa, alla fotografia ed ovviamente alla pittura?
Praticamente ogni opera, ogni forma artistica del libro rispecchia un fatto, una vicenda reale della mia vita. Ogni pagina è un racconto accaduto, ho cercato di utilizzare tutti i mezzi espressivi che riuscivo a far miei. L’opera che ora mi viene in mente maggiormente è “La maschera sociale”.
Il tuo libro ripercorre tout court il viaggio. C’è un viaggio in particolare che trascini serrato vicino al cuore?
“I colori dell’anima” racconta la mia vita partendo dall’infanzia sino alla maturità. E’ una somma di un lungo viaggio concepito pensando alle vicende vissute ed ai viaggi pratici. Il tutto mi ha profondamente ispirato.
Due viaggi son stati davvero importanti per me, non solo per la bellezza del luogo ma, per ciò che artisticamente hanno saputo donarmi. Il viaggio è un incontro particolare che l’anima ha con la storia e con l’arte dell’uomo.
La mia anima è stata toccata dalla Turchia. Credo che la Turchia sia la capitale della cultura, ho scoperto con questo viaggio che è la casa madre del neoclassico. Credo che in Turchia siano nati i veri grandi filosofi.
Il secondo viaggio che m’invade la mente è l’Egitto. L’Egitto ha creato in me un percorso di ricerca ancora più profondo, innanzitutto per la storia e successivamente per il mistero. Sono stato interamente avvolto dal mistero.
La Turchia e l’Egitto sono stati i viaggi più suggestivi anche per Mariella?
Si credo. Anche il Marocco però mi ha cullato all’interno del colore, ho percepito e raccolto il simbolismo dal Marocco, dalle città imperiali. Lo scopo dei miei viaggi non è solo di lavoro, è naturale per me applicare la pittura su ogni veduta nella quale il mio occhio si fissa.
Il colore descritto ed il colore visto. Hai puntato maggiormente sul secondo per la stesura del libro?
Sì, sull’idea del colore visto. Per me i colori sono quelli primari, i colori di luce. I colori composti non rendono il vero, non eguagliano il vero colore nato come colore in se. La mia pittura si può definire primitiva, così come la mia prosa. Cerco di mettere sempre a fuoco il concetto e, forse, è anche per questo che preferisco i colori primari.
Uno dei maggiori problemi per gli artisti è lo stipendio mensile. Riuscendo a mantenerti con l’arte, qualsiasi forma d’arte, lasceresti il tuo lavoro sicuro da commercialista?
Sì, certo. La mia vera indole è fare l’artista. Da quando sono nato, ho combattuto una dura battaglia. Una guerra tra materiale ed immateriale. Ho cercato di mandare avanti in tutti i modi la mia passione per l’arte ma ho anche dovuto portare avanti una cosiddetta “strada lavorativa”. Forse in futuro riuscirò ad impiegare le mie giornate totalmente al servizio dell’arte.
Hai in progetto di dedicarti ancora alla scrittura?
Sì. Sono nel mezzo del mio racconto artistico, il racconto di una vita. Non ho terminato con “I colori dell’anima”, ho altro da dire e da mostrare. Provengo da una terra calda, sono nato a Sant’Egidio del Monte Albino, un piccolo borgo vicino a Pompei, una terra ricca di memoria e di profonda ispirazione. Credo che nel giro di un anno ci sarà una nuova pubblicazione, per ora ho solo un abbozzo. Ora vediamo come va il primo. Credo che sia un gran successo aver avuto la possibilità di pubblicare “I colori dell’anima”, il libro è dedicato a mia moglie, ma vorrei estendere, in questo momento, la dedica anche a mia madre ed a mio padre.
I colori dell’Anima, è il viaggio nel caldo colore che l’artista, attraverso le sue parole e le sue opere, ha voluto abilmente confezionare per un sodalizio che privilegia l’arte e i sentimenti. I suoi quadri bussano le sue parole armoniosamente al fine di rendere il chiaro la passione che l’ha mosso nel mostrare la sua dedica.