Vignettopoli
Come rubare il marito alla mamma (nuove tendenze)
Stefania diciassette anni, ha un cattivo rapporto con la madre. La ragazza di cui sto parlando, non accetta di essere criticata, è ossessionata dal suo aspetto fisico, per cui fondamentale è indossare una taglia trentotto, e fare sesso con chi gli capita. Per le teen ager di oggi, non esiste più “una prima volta”. Le relazioni con l’altro sono diventate qualcosa da consumare molto velocemente, così come gli abiti, le amicizie, il sesso, l’alcool…non c’è una vera distinzione fra emozioni negative e positive, fra persone buone e persone cattive, fra lo e Altro.
Contenitore e contenuto si mescolano, confluiscono in un unico calderone emotivo, generando il caos interiore, comportamenti borderline, e abusi di qualsiasi tipo di sostanza. Quelle come Stefania, provengono da un background familiare altrettanto instabile, in cui il classico riferimento maschile e femminile, modello genitoriale paterno e materno è carente. Non è mia intenzione descrivere il solito stereotipo teen-ager ribelle e senza scrupoli, ma sottolineare uno scenario alternativo e “borderline” che negli ultimi anni si sta affacciando nella nosta società.
Il Film “La prima volta di Niky” descrive perfettamente ciò che accade quando una figlia e una madre, diventano antagoniste e aggressive l’una con l’altra. Come per Stefania anche per Niky non esiste più “una prima volta” ovvero un evento emotivamente catalizzatore di altre magiche sensazioni che permettono con il tempo di conservare un ricordo positivo, e fondamentale per l’integrazione dell’Io, e che nasce dall’incontro con l’ Altro, dalla relazione con persone capaci di ispirarci, di motivarci, di arricchirci e di lasciare un’impronta .
Niky e Stefania, collezionano al contrario tante “prime volte”, tante sbronze, tanti uomini, tanti abiti, tanti amici, tanti insuccessi… esperienze al limite, che hanno come comune denominatore il fatto di non avere un nome, ma solo un sottofondo di caos emotivo.
Stefania litiga tutti i giorni con la madre, che ha cinquant’anni ma si veste come una velina, va dal chirurgo estetico ed ogni tanto manda giù qualche bicchiere di troppo. Stefania si specchia con un corpo che non le appartiene veramente, lo usa, lo rende inappetente, e ogni volta, ogni “prima volta” c’è qualcosa di se stessa che svanisce. Stefania e sua madre sono in competizione. Chi è la più bella?
Chi è la più simpatica?. ..questo è il leit motiv, al quale se ne aggiunge un altro secondo il mio punto di vista, più preoccupante: la voglia di sedurre ad ogni costo. Nella pellicola di Nick Guthe, la giovane protagonista, seduce il nuovo compagno della madre. Martin cinquantenne attempato, in piena crisi di mezza età, gioca a fare il padre con Niky ma non riesce ad essere un modello reale e sincero per la giovane, perché confuso dalla sua avvenenza.
Il caos emotivo di Martin è scatenato dal comportamento al limite di Diane (la madre di Niky), la donna non rispecchia l’archetipo “winnicottiano” della madre “sufficientemente buona”e al tempo stesso, i suoi sentimenti ambivalenti di amore e odio verso la figlia la rendono una donna fragile, caotica e insicura, caratteristiche che portate all’estremo spengono la libido di qualsiasi uomo. Per questo Martin vede in Niki effettivamente la rivale di Diane e non una figlia, è affascinato dalla sua bellezza, e proietta su di lei sentimenti regressivi di matrice adolescenziale.
Niky e Martin intrattengono una relazione segreta per ferire Diane, motivi diversi sostengono quest’ amore clandestino. Martin si sente trascurato dalla moglie, non sente di essere l’oggetto del suo desiderio, e come un cane ferito teme per la sua virilità. Niky, al contrario usa Martin, lo seduce, lo manipola psicologicamente per ferire la madre, per il piacere di ingannare chi non si è mai preso cura di lei veramente. Dal cinema alla realtà, Stefania va a letto con il nuovo findanzato della madre, ma quando viene scoperta, la giovane l’’accusa di averla spinta fra le sue braccia.
Un modello familiare come questo, molto caotico e “sessualizzato”, sollecita l’uso di meccanismi di difesa patologici. Madre e figlia, si accusano a vicenda, e trasferiscono l’una sull’altra emozioni negative, ciascuna identifica se stessa come la vittima della situazione, e proietta sull’altra le proprie colpe. Il rapporto madre-figlia si è sgretolato e ha perso la sua identità originaria. Stefania confrontandosi con un modello familiare caratterizzato da un padre assente , e da una figura materna narcisista e disinibita, in quel delicato processo di crescita che è “il diventare adulto” , ha posto se stessa al centro del suo mondo relazionale. L’altro non esiste, come individuo-anima da scoprire, ciò che conta per ragazze come Steafania/Niky è avere dalla relazione con l’Altro la propria dose di eccitazione e “sballo narcisistico”.
L’atteggiamento opportunista, privo di scrupoli e disinibito di queste giovani donne cela sentimenti conflittuali, nati nella famiglia di origine, in cui l’assenza di un riferimento maschile determina uno stato di insoddisfazione emotiva, problemi di autostima, e insicurezza cronica. E allora, fra un modello familiare incapace di “abbracciare” i bisogni emotivi dei figli, e una società che distrugge l’identità della persona per ridurla a un manichino di fattezze perfette, cosa ci aspettiamo che accada?
Conquistare il “marito” della mamma, è la nuova sfida delle teen ager, l’ennesimo richiamo d’aiuto disperato.
Dr.ssa Nerina Zarabara (Psicologa) Per info e consulenze: nerinazarabara@gmail.com