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Cristina Golinucci
L’inchiesta sulla scomparsa di Cristina Golinucci, avvenuta a Cesena il 1/09/1992 stata di recente riaperta dal pm Alessandro Mancini, il quale coadiuvato dai tecnici del commissariato di Cesena e della polizia scientifica di Bologna, ha predisposto per il 12 maggio scorso, un sopralluogo nel convento dei frati cappuccini, luogo in cui la giovane stata vista per lultima volta. Ripercorriamo le tappe principali di questa vicenda.
Il primo settembre 1992, diciotto anni fa, la giovane Cristina Golinucci, allora 21 enne, saluta i genitori dicendo che si recava nel convento dei Cappuccini di Cesena, per parlare con la sua guida spirituale, padre Lino. Da quel giorno Cristina non mai tornata a casa. Nel corso di questi lunghi anni, la famiglia ha chiesto ripetutamente e ottenuto solo nellagosto 1997, unispezione dentro le mura del convento che port a un esito negativo. Ora i tecnici della polizia scientifica avvalendosi di raffinate attrezzature come il georadar, saranno in grado nella nuova perquisizione di verificare la presenza di resti umani nelle aree del convento trascurate durante la prima ispezione come lorto-giardino e la galleria che passa sotto la montagna, usata in tempo di guerra come rifugio.
La vicenda che ruota attorno alla sparizione di Cristina, ancora avvolta nel mistero, le autorità presumono che sia stata assassinata e sepolta nelle vicinanze del convento di Cesena. A ragione di ciò, latteggiamento di Padre Lino, responsabile allora del Convento stato piuttosto contraddittorio. La famiglia di Cristina, due giorni dopo la scomparsa della figlia, si rec da Padre Lino con un cane, per chiedere di perlustrare la zona. Il prete non diede mai il consenso per unispezione fino allestate 1997, quando intervennero le forze dellordine. Il caso di Cristina riapparso allattenzione dellopinione pubblica per merito di una trasmissione televisiva Chi lha visto? Lo staff della redazione, durante una puntata di fine maggio 1995, raccolse la testimonianza di una donna che raccontava di essere stata aggredita e violentata nel giugno 1994, in una zona poco distante dal convento dei Cappuccini, (luogo dove scomparsa Cristina) da un immigrato Emmanuel Boke, originario del Ghana, il quale allepoca della sparizione di Cristina risiedeva nel convento, e lavorava come muratore. L’uomo scontò per il reato commesso una condanna di sei anni. Durante la carcerazione, confessa a Padre Lino di aver ucciso Cristina Golinucci.
Padre Lino, racconta alla magistratura della confessione di Boke soltanto un anno dopo. Perché lasciò passare tutto questo tempo, prezioso per le indagini? Boke in seguito ritratt la sua presunta confessione, e nel giugno del 1998 fu scarcerato A tuttoggi, Boke riuscito a far perdere le sue tracce, dandosi alla macchia. Per chiarire la posizione del convento dei Cappuccini di Cesena, cos come la loro estraneità ai fatti, il padre guardiano del convento Giancarlo Galli intervenuto ai microfoni di Chi lha visto? (puntata 26 aprile 2010) per affermare limpegno e la collaborazione con le forze dell’ordine.
Delusione invece per la notizia del 24 maggio 2010, che indica il ritrovamento di vecchie ossa nella cripta dei frati ma che risulterebbero essere vecchie di più di cento anni. Per tre giorni sono stati cercati eventuali resti che potessero essere appartenute alla sfortunata Cristina Golinucci, ma il sopralluogo allinterno del convento con il georadar e metaldetector, non ha dato gli esiti sperati. Nella speranza che le nuove ricerche all’esterno del convento, presso il boschetto adiacente, in due vasche dell’acquedotto che erano in costruzione 18 anni fa e presso gli scavi che furono effettuati in zone vicine per la costruzione di fogne, possano rivelare finalmente cosa accade a Cristina, questa scomparsa rimane ancora avvolta nel giallo.
La parola della sensitiva Rosemary Laboragine.
Quello che vi riportiamo sono le sensazioni, flash, intuizioni che non vogliono colpire nessuno, ma guardare da un altra angolazione la vicenda. Questa una delle ultime testimonianze datate 18 maggio 2010.
” I resti della povera Cristina Golinucci, li ho sempre sentiti nella chiesa, o nelle immediate vicinanze. Probabilmente la chiesa essendo un luogo di preghiera, diventa, per la vicinanza con cui sento, il riferimento pi importante, quasi da farmi sentire che si trova là. Sicuramente, le indagini hanno sciolto questo mio dubbio, ma se vedo sempre la chiesa, significa che la ragazza scomparsa possa trovarsi nelle immediate vicinanze e che il luogo deve essere in qualche modo importante . Ho avuto molti flash su di lei e sul Boke, il fidanzato, il suo nome mi torna sempre, lui, la chiesa che oggi sappiamo non essere il posto giusto, e le vicinanze. Molti hanno parlato in questa vicenda del confessore del convento, ma io sento che un altro che collegato dalla religione, alla chiesa e al Boke che riusciranno a prenderlo, anche se si nasconde bene. Lo troveranno.”