EDIZIONI DAMIANO
Intervista a Butto Alberosa
Chi è Butto Alberosa? Me lo chiedo anch’io! Probabilmente, proprio per sapere chi è Butto Alberosa, Butto Alberosa si è messo a scrivere. Dopo questo “esperimento”, Butto Alberosa è riuscito a sapere chi è? Poiché la regola suggerisce: “In ogni romanzo l’Autore mette sempre un po’ di se stesso” (almeno per rincorrere avventure che non ha avuto il modo di sperimentare nella realtà), la risposta dovrebbe essere SI.
Però si dà il caso che Butto Alberosa abbia studiato “Probabilità e Statistica”, per cui non volendo venir meno alle convinzioni scientifiche che derivano da tale studio, è propenso ad attribuire a quel rotondo SI, un certo grado di incertezza! D’altra parte, se non nella misura in cui il mistero è presente nella donna, anche l’uomo ne reclama un po’!
Come nasce la sua passione per la scrittura?
Questa domanda sembra “parente” della prima, invece è molto diversa perché tocca propensioni che potrebbero essere connaturate. “In tempi non sospetti”, il Nostro si dava la briga, studentello ginnasiale, non solo di curare il suo profitto in greco in modo passabilmente decoroso (cosa non sempre riuscita), ma (forse per rivincita?) di tradurre quei Classici in italiano moderno, cosa mancante, o addirittura in poesia, cosa assolutamente non richiesta, anzi dannosa (per il tempo sottratto alla cura del profitto decoroso). Quando i tempi divennero sospetti, si ricade al punto 1).
Quanti libri ha scritto e di cosa parlano?
Alla domanda numerica rispondo…Beh, necessita una precisazione: semplicemente scritti o anche pubblicati? Pubblicati, uno scientifico dal titolo “Meccanica Spaziale” (Già s’intravede una certa propensione per le “Stelle!”…certo, che la prendo da lontano!), poi c’è quello in corso di pubblicazione “…Come la Croce del Sud” (ohilà, ci sono delle Stelle!), che ha dato l’avvio alle Sue domande (sempre ottime!). Poi ci sono quelli nel classico cassetto. Le dirò che l’opera narrativa è completa, i romanzi sono sette in tutto. Però non credo sia bene che si sappia; per i tipi dell’Editrice Damiano devono uscire uno alla volta, purché… (Si sa cosa significa “purché”, non completo per scaramanzia!) Completo la 2) dicendo che, però, potrei scrivere anche degli altri romanzi…su ordinazione. Uno mi racconta una storia e io faccio il “ghost writer”.
Di cosa parlano?
Me la voglio cavare con uno Spot pubblicitario. “Amore, avventura, passione, psicologia, mistero…Butto Alberosa, the new entry in Novelty!!!!” Pensi, che ho avuto anche questa malsana idea, di volere andare a farmi uno spot dove si vede una “stella” che scoppia e dal suo pulviscolo giallo appare il faccione di Butto Alberosa! Per fortuna che non sono fotogenico! Inoltre l’Angelo Custode mi ha detto “Non farlo!” Agli Angeli Custodi bisogna dare retta, altrimenti capita quello che è capitato alla protagonista del romanzo nel cassetto intitolato MALU’. Mi accorgo di essere solo al punto due e questi punti li ho allungati anche con i bis! Faccio una pausa.
Sono tornato! Sono un personaggio dai mille interessi?
Dai mille interessi, purtroppo SI! “Personaggio” NO, questo lo deve “fare” Lei! (Non volevo dire “costruire” quindi ho messo le virgolette a “fare”) Non ricorra a spot dove si vedono stelle che scoppiano, mi raccomando! (Adesso Le dirò che quell’idea di spot non è mia, ma del Padrone della TV La 8, con cui si reclamizzò giorno e notte per un’intera estate e oltre due anni fa; così sono tranquillo per avere riacquistato la sua stima!) Di che cosa amo occuparmi nel tempo libero? Per rispondere a questa domanda bisogna innanzi tutto accertarsi se c’è il tempo libero. C’è il tempo libero? (“si faccia una domanda e si dia una risposta”) Dunque vediamo: «…Ritmi uguali, regolati da precisi orari fin dal primo risveglio: ore sette e trenta colazione; ore otto, accompagnamento del figlio a scuola: dalle ore nove alle dieci, spesa al supermercato; ore dieci ritorno a casa; 10-12 pulizie; 12- 30 preparazione del pranzo; 13, 15 andare a “ritirare” il bambino da scuola; 13, 30 arriva Riccardo, 13, 45 si mangia! Poi si sparecchia, si rigoverna, alle cinque la merenda per Mariolino, si guardano i compiti, si carica la lavatrice, si devono stirare le camicie, si prepara la cena, attenzione che arriva Riccardo, è nervoso perché ha avuto discussioni in Ufficio…basta, basta!…”sbatterei la testa contro il muro!” Alzi la mano chi le dà torto! Per fortuna che c’è il Marco!…» Ah, questo era il “tempo libero” di Genny di “…Come la Croce del Sud” . Ma il suo Autore, se la cava meglio? Beh, diciamo di SI, qualche partita a scacchi col computer (vincendone una su diedi col livello di difficoltà più basso; ora poi, da quando il figlio ha “ricondizionato” il computer non ne imbrocca una! Che il livello di difficoltà ne abbia risentito elevandosi di un millesimo?), ma soprattutto dedicandosi agli studi preferiti di Dinamica.(Ma si può chiamare tempo libero questo?) Comunque c’è una cosa che gli piacerebbe fare, al Nostro, ed è fare “l’Editorialista”. La differenza tra Cristianesimo e Islam non è stata mai spiegata bene! «Ehi, caro Alberosa, ti dai l’aria di sapere anche questo?» «Non “anche”, “solo” questo!»
Il messaggio più profondo di “…Come la Croce del Sud”?
Non solo di “…Come la Croce del Sud”, ma anche di tutti gli altri romanzi, perché un messaggio effettivamente c’è! Ed è quello maturato e portato alla luce con la “Rivoluzione del ’68”. Qualunque rivoluzione (probabilmente per una legge di natura) è contrassegnata da una fase violenta o da un “segno” cruento (emblematica la “strage degli innocenti”), poi “sedimenta” un messaggio duraturo. Il ’68 ha abbattuto il tabù del sesso. Questo abbattimento si è poi affermato in maniera giusta, ponendo su di uno stesso piano l’uomo e la donna, ed eliminando certe assurde condanne ed impropri giudizi unilaterali. La “morale” ne è risultata migliorata (non peggiorata!), resa anzi più cristiana. Ricordo il tempo in cui una ragazza provocò una tragedia famigliare solo perché si era affilata le sopracciglia a mo’ delle dive americane! O quando un’altra ragazza cercò aiuto e conforto da una persona comprensiva (mio padre) perché essendo rimasta incinta, i suoi la volevano scacciare da casa! Ecco, i miei romanzi, contengono in fondo questo messaggio, che è poi quello cristiano: “non giudicare da certe apparenze!” Naturalmente questo aspetto didascalico non si scorge mai, e se in un certo modo viene toccato…ebbene, lo si fa proprio “in un certo modo”!
Le maggiori difficoltà nella stesura della trama?
Devo fare un’altra pausa……Sono tornato, ero andato a pranzare. E’ vero, non è una finzione letteraria! Lo dico per rispondere alla domanda. “Come sarebbe a dire?” Così come rispondo a queste domande poste, in un contesto di “realtà in corso” (nella prima pausa ero andato a prendermi un caffè), quando scrivo un romanzo mi immergo nella trama come in un “reality show”. Fingo di essere il protagonista e mi dò all’avventura. Non so mai come finirà il libro. Insomma, viene costruito capitolo per capitolo. Con questo sistema non trovo difficoltà (almeno finora è accaduto così) nella stesura della trama. Credo che Salgari facesse lo stesso. Forse anche Moravia. Proprio per questo, la sesta domanda è un logico proseguimento della quinta. ( Non è per caso che Lei bluffa e sa già tutto?)
Si tratta di una vicenda realmente accaduta?
Stando le cose come ho detto “alla quinta” è logico che immergendomi nella trama utilizzi la mia esperienza, tragga spunto da fatti e situazioni realmente accaduti, ne alteri contorni e contenuti, ma ciò che resta è l’input. Direi meglio “the hint”. In un romanzo l’ho spiegato ai lettori cos’è l’ hint, con Lei non c’è bisogno. Se ci incontriamo (lo vorrei sperare!) potremmo fare un bel gioco. Io lo ritengo molto divertente. Lei prende il libro e lo apre in una pagina a caso. Vi legge qualche riga e poi io Le dico se quelle righe sono di pura fantasia o hanno preso lo spunto (the hint) da un fatto vero. Poi Le racconto il fatto vero. Altrimenti dov’è il divertimento? (Ricordiamo l’adagio: “La realtà supera la fantasia”!) Cosa succede alla fine del romanzo? Guardi, che ad un certo punto di un altro romanzo (non mi ricordo quale) c’è un avvertimento che dice : “ Ehi, scriteriati Lettori, non andrete mica a sbirciare nelle ultime pagine?!” … Con Lei posso commentare il finale di “…Come la Croce del Sud”. Infatti c’è un “intrigo”: “Genny, muore o non muore?” Vuole che Le anticipi la risposta? Poi non si lamenti se leggendo il romanzo (o l’ha già letto?) Lei non sarà colta dal pensoso dilemma. Che potrebbe anche non essere un dilemma: se la lettura sarà stata “rapida” Genny muore, se invece sarà stata “attenta”, Genny non muore!
A chi mi ispiro?
In realtà non mi ispiro a nessuno. Ma se proprio devo cogliere un appiglio, quei due che ho nominato sopra potrebbero avere una parvenza di similitudine. Non per lo stile, ma per una certa “aria”, direi meglio, per una certa “motivazione”. La Sua ottava domanda mi mette in crisi. E’ troppo letteraria. Io non intendo fare una letteratura impegnata che si cimenti in sintesi acrobatiche. La mia, per dirla alla Pippo Baudo è più che altro una letteratura “nazional-popolare”. Però vi sono ampi spunti fortemente sentimentali (strappalacrime) che si fondono con altrettanti spunti (“spuntissimi”) erotici. Cioè l’erotismo non è mai fine a se stesso, e quando compare “isolato” è per lo meno “ironico” o per meglio dire affrontato con un linguaggio ironico (“ironizzante”) .
A quel pubblico si rivolge il suo romanzo?
Speriamo che questa raccomandazione sia in realtà presa come tutte le raccomandazioni, cioè disattesa per sopraggiunta curiosità impellente! Invece, le persone a cui il romanzo è raccomandato? Ma alle Commesse Perbacco! A tutte le Commesse dei Supermercati, che mi sono tanto simpatiche (io sono costretto ad andare a fare la spesa! Altro che Dinamica e Letteratura impegnata!) Naturalmente il “Testo” è raccomandato a tutte le mie “Professoresse” (sono stato anche “Preside per caso”) e quindi a tutte le Professoresse d’Italia che avendo scelto un “opportuno” lavoro, se la sono “sgavagnata” da quel “tempo libero” alla rovescia che ha “distrutto” Genny! Perdendo però anche la sua contropartita! (Questo non è detto!)
Credeva di mettermi in difficoltà chiedendomi della mia prossima opera? Si trova nel mio secondo cassetto ed è intitolata “Ani e il Professore”. Però il mio Editore non vuole che si sappia! Forse lo farò leggere a Lei in anteprima per ringraziarla delle sue pertinenti domande.
Un augurio ai Lettori?
Eccolo! «Carissimi Lettori, sapete bene come vi stimi ed apprezzi. Nei miei romanzi mi rivolgo spesso a Voi, anticipando le vostre domande o dubbi e dandovi risposta. A volte vi redarguisco anche! Quando leggete con poca attenzione. Mi è toccato perfino rimandarvi alla pagina di cui avevate dimenticato i particolari necessari al proseguo della lettura. Guardate un po’ che cura ho di Voi, non ci sono mica tanti Autori che fanno così! Ora fatemi un piacere Voi, passate parola! Se vi è piaciuto il libro “passate parola”! E non andate a imprestarlo ai conoscenti: oltre al fatto che non vi ritornerà indietro, incorrerete nella mia accusa di ingratitudine! E cesserò di volervi bene. Al contrario, se vi cimentate in un onesto passaparola, riceverete dal vostro Autore automaticamente una eccellente benedizione e un grande augurio di buona salute! Il Dottore lo scorderete e al suo posto troverete un nuovo romanzo di Butto Alberosa molto adatto ad un nuovo passaparola!