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Intervista a Rosemary Laboragine sul caso Scazzi
Padova. “E’ uno schifo!”, esplode così Rosemary Laboragine alla nostra domanda sul come si sena dopo il ritrovamento della povera Sarah. E’ quasi l’una di notte quando le rivolgiamo questa domanda. La sua voce al telefono è sensibilmente carica di emozioni. Piange, sembra non riuscire a mettere un freno a quel senso di insoddisfazione e di prostrazione che sta provando. E’arrabbiata è ha tutte le ragioni per esserlo.
Erano 42 giorni ieri notte, che tentava in tutti i modi di mettersi in contatto con gli inquirenti per raccontare i suoi flash, per dire quello che si sentiva dentro. Perché Rosemary è una sensitiva, non è una maga, né tantomeno una che specula sulle disgrazie altrui: “Io tutto questo non lo faccio per soldi! Non ho mai chiesto un centesimo e non vado in un posto per farmi pubblicità! – continua Rosemary in un fiume di parole, di rimpianti e di tristezza – Sarei potuta andare ad Avetrana in qualsiasi momento. Sarebbe bastato farmi vedere in giro per avere telecamere e microfoni davanti a me ma non l’ho fatto perché non è questo, quello che voglio e perché io non speculo sui dolori degli altri. Se la famiglia mi avesse voluta, con tutto il cuore, mi sarei messa al loro servizio, ma così non è stato ed io, non invado la privacy e il dolore di momenti così terribili”.
Si avvertono dolore e rabbia nelle sue parole. Il dolore per una giovane vita spezzata, per il tempo passato inutilmente e la rabbia per esser sempre costretti a rivivere la stessa storia, in cui cambiano le locations ma gli attori restano sempre gli stessi: incredulità, sospetto e cattiva fede, eppure Rosemary è sempre lì, pronta ad aprire il suo cuore e il suo animo pur di aiutare qualcuno.
A fatica, cerchiamo di aprire una breccia in questa fitta nebbia di emozioni variegate che attraversano l’animo di Rosemary Laboragine e tentiamo di fare il punto, ripercorrendo passo dopo passo la vicenda Abbiamo seguito l’evolversi di questa brutta storia attraverso i suoi post in Facebook.
Il tutto ha inizio il 2 settembre, con una mail mandata a uno dei suoi contatti nel social network e in cui dichiara: “Il 26 agosto Sarah è stata rapita e il 26 agosto Sarah Scazzi è morta”.
Il 6 settembre, a undici giorni dalla scomparsa, Rosemary scrive: “Si avrà notizia tramite il telegiornale o un’edizione speciale. Sarah si trova tra un paio di paesi dal suo. E’ stata portata in un posto appartato, dove ci sono prati e boschi, comunque un posto nel verde. Si trova sotto terra e le mancano dei vestiti addosso. E’ stata uccisa e il cellulare che provano a chiamare non è con lei, è stato nascosto in un altro posto”.
C’è grande tristezza nelle sue parole e le lacrime copiose rendono ancora più carica la sua voce di tutte le emozioni che sta provando, quando ci dice: “Se mi avessero dato ascolto, avremmo risparmiato alla famiglia questi 42 giorni di angoscia e Sarah, adesso, riposerebbe già tranquilla”.
E’ inutile, superfluo e di pura speculazione affermare che bastava solo indagare o meglio, prendere in considerazione le cose che Rosemary scriveva pubblicamente.
“E’ tutto inutile … – ci dice lei – … ogni volta devo fare i conti con le mie visioni e il non essere mai presa in considerazione!”.
In una mail mandata al nostro Direttore, sul finire di agosto e resa pubblica ai primi di settembre, Rosemary scriveva così: “…temo che abbiano abusato di lei. Spero tanto, ma tanto di sbagliare, anche perché non sto vivendo un bel periodo, per cui potrebbe anche essere …ma io la vedo morta sembra legata imbavagliata… non riesco a capire… e vedo acqua e una casa ma anche tipo un garage non so… l’acqua, il mare, un corso d’acqua, c’entrano …”.
Ci domandiamo come sia possibile ignorare queste segnalazioni e sicuramente se lo domanda anche Rosemary che al solo nostro accenno a questa faccenda ci dice: “E’ sempre così più io provo ad aiutare e più non sono ascoltata!”.
Eppure, come lo aveva comunicato a noi, lei aveva provato a dirlo a tutti, aveva cercato di essere ascoltata, ma il suo tentare di farsi ascoltare è sempre travisato, difatti, l’altra professione, dove si propone come sensitiva nel suo studio con centralino 899, continua a essere la sua Spada di Damocle. La gente non si fida di chi ha un 899, pensano che siano tutti plagiatori all’ennesima potenza e Rosemary Laboragine, ne fa le spese per tutti quelli che ingannano, dimenticando che fu proprio lei che mise sull’avviso i carabinieri della sua zona e fece arrestare un sedicente cartomante che stava rovinando una signora per migliaia e miglia di euro che a lei si era rivolta perché non sapeva più dove sbattere la testa. Tutti i giornali ne hanno parlarono – dice Rosemary – ma non serve lo stesso. Il mio non è un servizio di prima necessità, la gente se chiama, sa già cosa spende e se lo può permettere, fanno la sua telefonata e parla con me o con brave lettrici di carte. Mi domando che male ci sia, visto che ho una regolare partita IVA, pago le tasse. Lo stato permette che io svolga questa pro fessione, ma a qualcuno questo non va giù.-
Secondo lei, come mai quest’accanimento nei suoi confronti da parte di alcuni?
– Io sono quella che la gente vede. Mi pago le trasmissioni per pubblicizzare la mia attività, non li chiedo certo a chi si rivolge a me per il problema di persone scomparse. Ho voluto dare una mano in più, gratuitamente, nella speranza che le mie sensazioni potessero essere di qualche utilità, poiché troppo spesso sono confermate. Ma le persone che pensano sempre il male, non ci credono e non crederanno mai. A questo punto che credano quello che vogliono. Non posso piacere a tutti. Con il mio modo di fare, che per gli altri può sembrare eccessivo, riesco a sopportare troppe cose…ma le persone che mi osteggiano, vedono solo quello che vogliono vedere. –
Tornando alla vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso tutto il Paese, desideriamo riportare in versione integrale senza correzione alcuna, lasciando sia il maiuscolo che gli errori fatti per la fretta di far sapere cosa stava succedendo, una mail che mandò al direttore Nicoletta Damiano il 2 ottobre scorso alle ore 17.09:
“Da: Rosemary Laboragine
Oggetto: SARAH SCAZZI
ciao Nic buongiorno staniotte sono rimasta fino alle 3,30 a “vedere” se avevo ancora flash su SARAH HO UN NUOVO FLASH..LO ZIO .. SA QUALCOSA .. O COPRE QUALCUNO?..il . NELL’INTERVISTA HO RIaLSCIATO CHE SABRINA NASCONDE QUALCOSA ..SPERO DI SBAGLIARE MA LO ZIO PEDOFILO?….SPERO CHE ESSENDO TARDI E IO ESSENDO STANCA ABBIA AVUTO FLASH ..DA STANCHEZZA…. DOMANI LA TROVANO SECONDO ME…MI APPARIVA SEMPRE DOMENICA STANOTTE E I GIORNI PRECEDENTI NON SO PERCHE’…. IL CEL NON E’ STATO DAI MIEI FLASH MESSO APPENA E’ SCOMAPRSA MA DOPO E DA QUALCUNO CHE SARAH CONOSCEVA”.
E’ troppo provata perché continui questa conversazione, ci dice solamente un’altra cosa: “Poco tempo fa ero a cena fuori e ho visto chiaramente lo zio … mi sono posta delle domande. Cosa c’entrasse? Cosa sapesse? E ho sentito il bisogno di tornare subito a casa e di scrivere questa visione in Facebook per cercare di capire, di discuterne… – si ferma un attimo, la commozione è troppo forte, poi riprende concludendo – … Adesso, povero angelo, è tutto inutile”.
Per dovere di cronaca riportiamo in versione integrale e, quindi, senza togliere eventuali errori di digitazione, il messaggio che la sen sitiva mandò quella sera, di ritorno dalla cena al cellulare del nostro Direttore:
“Date:2.10.2010 21:34:39
Ciao Sono tornata da un invito a cena ho lasciato lì, tutti amici mamma mia spero di sbagliare. . ho flash tremendo lo zio? ! . . . Padre di sabrina ! Ora devo vedere la sua faccia ancora mi è venuto questo presunto sospetto al ristorante mentre guard un campo un quadro con un campo .a costo di stare tutta la notte ora già oggi tutto il giorno . . .”.
Ci salutiamo così, dandoci appuntamento tra un paio di giorni per riprercorrere e dar sfogo a tutta la rabbia e la tristezza che sta provando.
Dopo un’ora arriva la notizia: Sarah è stata ritrovata, il corpo è nudo, saponificato. Nascosto dentro un pozzo cisterna. I sub sono dovuti intervenire per tirarla fuori, c’era troppa acqua. Ad ucciderla è stato lo zio, nel garage della sua abitazione. Sarah è morta quel 26 agosto stesso ed il cellulare non era con lei … In grassetto le frasi che Rosemary disse subito, il giorno della scomparsa e presenti in tutti i suoi discorsi con i suoi amici nella bacheca di Facebook… ma forse è solo una nostra impressione che abbia detto tutto questo? Come ancora una nostra impressione, sembra essere quel cattivo esempio di giornalismo a cui abbiamo assistito ieri sera, quando una nostra collega, la conduttrice del programma televisivo Chi l’ha visto?, in diretta, senza il minimo preavviso, comunica alla madre e all’avvocato della famiglia di Sarah Scazzi che “da fonti non ancora accertate risulterebbe” che Sarah è stata uccisa, si cerca il corpo ed il responsabile è lo zio. Concludiamo con una domanda: può la ricerca del picco di ascolti televisivi essere così spietata e poco professionale? Siamo sicuri che questi comportamenti non siano esecrabili e da condannare? Ma si condanna la sensitiva solo perché ha un 899, è stravagante nel porsi, ha la faccia di apparire per quella che è, senza nascondersi dietro un dito, poi la “trave” non la vediamo mai.
Per ora, noi preferiamo restare in silenzio e guardare perché dentro di noi, una vocina che si chiama coscienza, ci dice che troppe cose sono ancora nascoste …e Rosemary ce le ha già anticipate e gratis, come sempre: “Non è ancora finita, si sapranno presto altre cose.”
- VIA
- nicdamiano