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Rosemary Laboragine parla della scomparsa di Alessia e Livia
‘‘Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto” Questa la frase che ha fatto raggelare il sangue nelle vene degli inquirenti e contenute in una delle lettere che Matthias Schepp, padre Alessia e Livia, le gemelle scomparse, e inviate alla moglie Irina Lucidi, prima di mettere fine alla sua vita.
Un viaggio, quello dell’uomo, che comincia ad essere sempre più delineato dagli investigatori che aggiungono nuovi tasselli ad un macabro mosaico che pare indicarne la fine delle bambine. Si segue con apprensione la vicenda di queste due sfortunate sorelline nella speranza che un elemento nuovo possa, porre fine alle estenuanti ricerche della polizia e comunicare una buona notizia alla madre, una giovane donna che per aver deciso di separarsi, si è trovata davanti ad un uomo completamente diverso da quello che conosceva, e che non riusciva ad accettare la lontananza dalle figlie e da lei. Di storie come queste, ne accadono ogni giorno, i figli, diventano le vittime inconsapevoli di tanto amore e in questo caso, la situazione è sfuggita di mano proprio per la difficoltà dell’uomo di accettare, sempre secondo le dichiarazioni fatte dalla madre, questa nuova e per lui, dura realtà. Una tragedia, l’ennesima, che sottrae un minore- in questo caso due- alla vita, alla sua famiglia, alle cose cui era abituato e dove si sentiva protetto, e non riuscire ad avere gli strumenti efficaci per porre fine allo strazio che dilania le famiglie che sono investite da questi fatti.
Una sensitiva, che noi conosciamo bene, perché spesso collabora con le nostre testate investigative, ancora una volta non ha visto ciò che avremmo voluto.
I grandi giornali hanno riportato la testimonianza per nulla positiva di Rosemary Laboragine, che dal giorno della scomparsa delle bambine, va dicendo a più riprese, sia nella sua bacheca di Facebook, dove è possibile appurare la veridicità delle sue affermazioni, sia a noi di Vignettopoli, da quando è nato il suo libro: Oltre ogni ragionevole dubbio Edizioni Damiano, scritto dalla sensitiva, che per la prima volta mostra il suo percorso investigativo paranormale, di pagina in pagina, caso per caso; e ai giornalisti delle principali testate italiane.
Oggi, altre parole sulla tragedia che ha colpito la Famiglia Lucidi e che azzerano le speranze di ritrovare in vita le piccole Alessia e Livia Shepp ci arrivano ancora da lei.
“Per Alessia e Livia, la soluzione di questo triste viaggio è nel pacco “. Queste le ultime parole sulla vicenda delle gemelline rapite dal padre Matthias Shepp. “Stanno aspettando il pacco che ha mandato il signor Shepp prima di suicidarsi …loro dicono che il registratore sia lì dentro. Pensano di trovare anche il navigatore ma sarà il registratore che dice dove sono le bimbe… sicuro.”
Solo l’8 febbraio i suoi flash in merito alla vicenda avevano fatto preoccupare (fonte Corriere della Sera) anche perché nella vicenda della sfortunata ragazza di Avetrana, aveva visto con dovizia di particolari la vicenda, solo pochi giorni dopo la scomparsa: Queste le prime parole raccolte dalla giornalista che l’aveva intervistata:”Vedo le bambine viaggiare con lui. Poi il nero intorno a loro… Le gemelle sono morte. Hanno viaggiato con lui, poi un raptus e le ha uccise. Senza una pistola o un coltello. Non vedo il sangue. Ho avuto un’altra visione. Come se avesse gettato le bambine da un dirupo. E’ successo in Puglia, la mia visione è molto chiara. L’uccisione delle bambine si trova in un centinaio di chilometri dove il padre si è suicidato. Lui non voleva stare lontano dalle sue figlie.”
Dovendo anche noi di Vignettopoli fare il punto della situazione, abbiamo guardato con attenzione tutti i messaggi che ci sono pervenuti su questa vicenda, al fine di catturare qualche possibilità utile al ritrovamento delle bambine, magari una discordanza tra le cose dette dalla sensitiva e che potevano essere meno devastanti. Così troviamo il primo messaggio, datato 5 febbraio, ricevuto in mail dalla signora Rosemary Laboragine, contenuto pubblicato anche su Facebook. Questo il testo:
Rosemary Laboragine 5 febbraio 2011 alle ore 20.59. “Buongiorno, sto seguendo questa triste vicenda, sono rimasta anche stanotte fino alle 4,00 a “vedere” ma i miei flash non sono positivi per le due piccole .. purtroppo le bimbe non ci sono più…”vedo” pozzi, casolari… secondo il mio “sentire” sono in Italia non all’estero… Hanno perquisito davvero bene …la macchina? Mi da flash come se fosse qualcosa delle cose delle bimbe nell’auto … ma i vari articoli dicono che non c’era nulla… presto verranno trovate ….Rosemary”
Dopo le prime perquisizioni all’interno dell’automobile, ne sono seguite altre che hanno confermato il ritrovamento di capelli ed effetti personali delle bambine.
Le ricerche continuano, nonostante la missiva macabra, gli investigatori non tralasciano nessuna pista, aiutati dalle polizie di Francia e Svizzera, lavorando alacremente al fine di ricomporre l’assurdo percorso distruttivo che ha accompagnato l’ultimo atto dell’uomo, armato solo da tanta voglia di ferire la sua ex moglie che troppo amava. Anche noi partecipiamo con la speranza che la conclusione non sia quella paventata da più parti o dalla sensitiva. Desideriamo chiudere questa finestra sulla vicenda di Alessia e Livia proprio con le parole di Rosemary Laboragine, la prima ad augurarsi di aver sbagliato: “Il mio più grande successo sarebbe di sbagliarmi. Sto pregando, sperando che tutto sia il frutto di una mia preoccupazione per queste povere bambine.”
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