Editoriale
Emergenza neve e i giardini di Marzo
Erano almeno vent’anni che non si vedeva una nevicata così, sul territorio romagnolo. 30 cm di neve. Marzo è pazzerello e lo dimentichiamo sempre, ma i detti popolari sono più attendibili delle previsioni che paventavano per quel lunedì nevoso, l’aprirsi di un cielo solare e radioso.
Così, armati di sano ottimismo, ci siamo apprestati ad aprire le nostre finestre al sole e… meraviglia delle meraviglie, uno scenario che al polo nord fa l’occhiolino, ridimensiona il nostro desiderio di togliersi i maglioni. Ma siamo abituati anche a questo. Oggi 6 marzo, gli esperti disseminati nei principali canali Rai, Mediaset, Sky, inneggiano al favoloso arrivo del bel tempo, da mercoledì. Nel frattempo, tre regioni meno fortunate, sono state travolte dall’emergenza, oltre alla neve, anche l’acqua ha voluto dire la sua e fatto i maggiori danni che, se si aggiungono a quello ben più grave e dietro l’angolo di casa nostra, la questione italiana diventa meno preoccupante. Ma ogni disastro ha il suo percorso e tragedia e la nostra bella Italia, ne conta davvero tante, se poi il resto del mondo non ci mette lo zampino, ecco che la preoccupazione cresce a dismisura. Siamo passati dalla notte degli Oscar, alla terra d’Egitto che pareva doversi riprendere con il dopo Mubarak, invece, seppur speranzosi di vedere i grandi tesori del museo del Cairo non più violati dai venti di guerra, non è stato così, anzi, la situazione sta peggiorando giorno dopo giorno.
I problemi sono tanti, che piova o tiri vento- che sia di guerra o per colpa della bora- gli italiani, devono sempre darsi una mossa per non soccombere alle tante “intemperie” che arrivano da ogni dove. Invece di ricevere delle risposte costruttive, ecco un’altra voce che, tuona affinché le nostre coscienze si sveglino, al fine di mobilitarsi contro il dittatore Gheddafi, quella di Veltroni che interviene con forza su Facebook, il social network americano che, insieme a Twitter mostra più notizie fresche delle agenzie di stampa.
Il Tg3 ci presenta la notizia, intervistando l’autore del messaggio, questo il testo: “Perché’ nessuno scende in piazza al fianco dei patrioti libici? Perché era così facile mobilitare giustamente milioni di persone contro Bush e gli americani per la guerra in Iraq e nessuno prova a riempire le piazze contro il dittatore Gheddafi? Oltre ad un piccolo sit in del Pd a Roma e ad uno delle associazioni, solo silenzio. Anche le coscienze di tutti noi sono rifluite dal mondo al ‘nostro giardino’?”.
Con tutta la simpatia che posso avere per Veltroni, mi domando come mai, queste proposte che sanno tanto di voglia d’immagine che si era persa, poco vicine a quelle che sono le vere esigenze della gente, così lontane dai bisogni degli italiani. La proposta di per sé può essere condivisibile, ma quando la finiremo di scendere in piazza per ogni cosa e quando invece, cominceremo a farlo per ottenere quei diritti che tutti ormai calpestano a danno dei lavoratori, delle donne, dei bambini, di chi il lavoro non l’ha? La preoccupazione aumenta e si somma alle tante, con le quali gli italiani devono combattere- ed è proprio il caso di dirlo- ogni giorno.
Un’uscita non gradita da più parti. I commenti ve li risparmiamo ma non sono lusinghieri e seppur la gente consideri grave il problema libico e ne rispetti la voglia di libertà, si continua a chiedere come potrà alimentare il suo “giardino”, lo stesso che Veltroni ci sbatte in faccia, come se guardassimo ai nostri problemi in primis, fregandocene di quelli degli altri. Ma a scendere in piazza proprio per i nostri giardini non ci pensa nessuno? Questo l’appunto che si legge in diversi post succeduti allo scritto di Veltroni in Facebook.
Oggi, sono coperti di neve e ci sorprendiamo perché speravamo in un tiepido sole; domani, quando anche lui sarà arrivato, quel “giardino” sarà ormai arido e incolto… ma forse, scenderanno in piazza i “cinesi” per noi, a quel punto, potranno permettersi di fare anche questo, oltre al resto!