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Il DNA di Restivo trovato su Elisa Claps
Danilo Restivo l’unico indagato di questo efferato delitto, fu da sempre al centro delle indagini, proprio perché il giorno della scomparsa di Elisa Claps, aveva un appuntamento con lei, ed è l’ultima persona che l’ha vista. Difatti, il Restivo, sempre secondo quanto emerge dalle testimonianze, confermò l’appuntamento con la ragazza, disse che avevano parlato in chiesa vicino al confessionale e poi, si erano salutati.
L’aveva vista uscire dalla chiesa e non ne aveva saputo più nulla. Qui la stranezza delle sue affermazioni, rilevate da più parti, poiché Elisa è stata trovata proprio nella chiesa e non ne era più uscita dal giorno della scomparsa. Nella trasmissione Chi l’ha visto, con dovizia di particolari, è nuovamente raccontata la vicenda che lo vede coinvolto sempre con maggiore convinzione degli inquirenti, il Restivo. Il fratello della sfortunata giovane, plaude al lavoro degli investigatori ma conferma che molte cose non sono andate come dovevano. Che se avessero utilizzato tutti gli indumenti della sorella, probabilmente il DNA che è stato trovato oggi, sarebbe stato trovato con forte anticipo e assicurato un colpevole alla giustizia che si attende da troppi anni. 17 anni ci sono voluti per ritrovare i poveri resti della ragazza orribilmente uccisa, nell’interno di quella chiesta, la S.S. Trinità, in un sottotetto, luogo sempre stato al centro delle indagini e 18, dal 12 settembre del 1993, una prova inequivocabile che potesse chiudere la vicenda.
C’è chi dice che sono state troppe le persone che hanno ostacolato le indagini, tacendo sulla vicenda, Gildo Clpas, fratello della vittima, insieme alla sua famiglia, non ha mai abbandonato la sorella, il suo impegno in questi lunghi anni, volto a trovare i colpevoli, è stato quello di sollecitare l’attenzione dei media il caso, di impegnarsi in prima persona affinché non lo archiviassero. Ora la notizia del ritrovamento del DNA di Restivo, ripaga la famiglia di questi forzi per rendere giustizia a Elisa. Dai riscontri scientifici del corpetto che indossava Elisa il giorno dell’omicidio, è stato isolato il DNA di Restivo. L’uomo, già nelle patrie galere britanniche per l’omicidio di una cittadina inglese, è sospettato anche di altri delitti, gli inquirenti italiani, aspettano la conclusione delle indagini degli investigatori inglesi per poterlo processare anche in Italia. Il nome dell’uomo difatti, non è più solo associato al delitto Claps ed Eeather Barnett ma anche a quello di Jong Ok-Shin, Erika Ansermin, casi simili e sui quali si sta indagando a livello internazionale.
La sensitiva Rosemary Laboragine da sempre ha puntato su quest’uomo e si è trovata in accordo con quanto gli inquirenti affermavano su Restivo. Lo vedeva implicato in altri casi simili, diceva di lui con un certo timore quando ne nominava il nome, che per lei era un “seriale”, un uomo molto pericoloso. Oggi il DNA da ragione anche a questa donna che non manca di “vedere” con agghiacciante anticipo, quello che oggi leggiamo tutti sulle prime pagine dei giornali.
L’undici agosto del 2010, ci rilasciò un’intervista dove faceva il punto sulla vicenda Claps.
Ma cosa succedeva in quel sottotetto? Cosa ne sappiamo se altri “rapporti” venivano consumati in quell’ambiente, oltre a quello che ha portato alla fine di Elisa? In questo modo altri DNA potevano essere trovati, o no? Io non sono all’altezza di esprimere giudizi su queste indagini in modo tecnico, sono solo una sensitiva e quello che vedo o sento lo dico, sempre nella speranza di sbagliarmi. Non sono cose belle da vedere. Meno ne succedono e meglio sto. Comunque il lavoro della scientifica è quello che conta e se scagioneranno per questo ritrovamento la persona fino a oggi indagata, sarò contenta anch’io, perché bisogna che la colpa sia provata “Oltre ogni ragionevole dubbio”. Purtroppo, i miei tanti flash non mi dicono niente di buono e nemmeno cambiano. Ma sono solo flash, se le prove li azzereranno, sarà giusto così. Quello che mi domando è del come mai le mie visioni non cambiano.
Lei penserà che io sia un po’ presuntuosa, però preferisco sbagliarmi ma non cambiare la mia versione. Quello che ho visto rimane ma non vorrei mai che un innocente paghi per una colpa non sua. Gli inquirenti sanno cosa devo fare e stanno facendo un buon lavoro. Aspettiamo.”
Abbiamo atteso, creduto in questa sensitiva, e abbiamo avuto ragione ancora una volta. I sensitivi (o persone molto intuitive) esistono, non sono molti ma ci sono. Forse, se abbandonassimo quegli schemi mentali che ci portano a considerare tutti dei maghi Merlino o delle Amelia la fattucchiera, personaggi che si cibano di pozioni e fatture, probabilmente si potrebbero ricevere più attestati di attendibilità da parte di chi si occupa di queste tragedie ogni giorno, ma l’ilarità incombe sui sensitivi, così molte verità continuano a rimanere nel buio fitto”.
Oggi la sensitiva aggiunge quello che troppe volte ha scritto anche nei suoi tanti profili che regolarmente gli hackers le rubano al fine di screditarla: “Siamo a un passo dalla verità. Una verità sofferta per questa famiglia. Non ho mai dubitato che riuscissero a far luce sul caso, ancora non è tutto ma la cosa più importante è già stata trovata. Il DNA.”